di Cristiano Gatti -
Che vincesse Yates me l’aspettavo. A scanso di basse insinuazioni: l’ho detto prima dell’arrivo, davanti a testimoni. Ma non perché io sia un genio: mi sembrava normale. Osimo era l’arrivo ritagliato su misura come il vestito di nozze, per un tipo così in forma e soprattutto così assatanato nel mettere secondi in cascina prima della cronometro, vedi traguardi volanti. Era un’occasione imperdibile. E imperdonabile lui se l’avesse sprecata. Del resto nel mazzo del Giro ci sono briscole per tutti, ognuno deve giocare al meglio le sue. A Osimo Yates è perfetto, niente da dire, complimenti sinceri. E’ sempre di più una maglia rosa di tutto rispetto, con piena dignità. Per niente farlocca.
Eppure. Eppure io voglio dire contro ogni evidenza che a Osimo non vince Yates. Per me, a Osimo, vince Dumoulin. Non è una provocazione, tanto meno un’acrobazia paradossale. Lo dico nel pieno delle mie convinzioni. E delle mie facoltà mentali, per quello che sono.
A sostegno di questa affermazione porto esattamente le stesse parole di prima: tappa ritagliata su misura per Yates, per il suo scattismo fulminante e per la sua agilità gattesca, dunque straordinario il secondo posto a 2’’ del mansueto Tom, che nella scala evoluzionistica dei ciclisti sta esattamente agli antipodi, con il suo fisico corazzato, le sue movenze da gigante, la sua fisiologica incapacità di scatto.
Mettere un criceto a girare nella ruota è facile e divertente. E’ il posto suo. Si muove da drago. Ma infilarci un elefante è tutta un’altra cosa. Dumoulin nel finale di Osimo, con tutte queste curvacce e questi strappi satanici, è esattamente l’elefante dentro la ruota. Vederlo comunque tenere il passo di Yates, venti metri persi subito all’inizio dei botti e venti metri uguali sul traguardo, è a dir poco sorprendente. Una vittoria contro le normali leggi della fisica. Una vittoria che conferma la sensazione nata nel Giro dell’anno scorso: Dumoulin è corridore completo. Di testa e di gambe. Freddo e lucido, mai nel panico, mai in frenesia, mai in ansia, conosce la misura di se stesso e la calibra con precisione chirurgica.
E’ per tutto questo che secondo me il risultato di Osimo non è 1-0 per Yates. Come minimo è un pareggio. Ma se consideriamo l’arrivo particolare, io dico vittoria di Dumoulin. In campo esterno.
Certo il gemello guadagna un’altra manciata di secondi, ma è normale. E' suo dovere. Così come sarà suo dovere sfruttare lo Zoncolan. Normale. Prevedibile. Però attenzione: se l’olandese gioca così bene fuori casa, c’è da aspettarsi che saprà sfruttare alla grande anche il fattore campo, quando le salite saranno più lunghe e più ritmiche, soprattutto quando si celebrerà la festa nazionale del cronometro, martedì a Rovereto.
Tutto questo per dire che il duello cresce e si consolida giorno dopo giorno. So benissimo che ci sono anche i Pinot e i Pozzovivo, che tutti speriamo nella riscossa di Aru, che tutti crediamo ancora in una zampata di Froome. Ma al momento la verità più chiara di tutte, da toccare con mano, è una sola: se Yates non affonda Dumoulin sul proprio terreno, la bilancia va a pendere sempre più dalla parte dell’olandese. A meno che non si voglia credere in un trionfo di Yates a sua volta in campo esterno, nella crono decisiva. Auguri a chi lo crede.