Scripta manent
Rohrbach e il Tour, cinquant'anni fa...

di Gian Paolo Porreca

Non l’avremmo immaginato mai, in quei giorni di luglio, il lu­glio del 1960, quando esistevano ancora gli effimeri temporali di estate e non andavano in onda le perturbazioni atlantiche lunghe una settimana intera, a cosa potesse pensare il ciclismo per accelerare le sue velocità.
Non l’avremmo pensato mai, quel luglio prima delle Olim­piadi di Roma e della Coppa Olimpia, nel juke-box da get­tonare il Barattolo di Gianni Meccia, “rotola, ro­tola, rotola…”, che un bel giorno, d’accordo sempre 50 anni dopo, forse un brutto giorno, si sarebbe ipotizzata l’esistenza di un ciclismo a motore.

Diomio, noi che allora sorridevamo dei ciclomotori Mo­tom di Giuseppe il contadino, con il colpo di pedale ri­tuale che dava l’ abbrivio al motorino in quella estate del mito, con quale mortificazione trovarci a far di conto og­gi con la perplessità che i pas­sisti celeberrimi, no, non i Fornara o i Graf di allora, o i meno lontani Schuiten e Mo­ser, ma quelli attuali, quelli che vanno come una locomotiva in stile Cancel­la­ra, quelli che sollecitano la meraviglia televisiva e l’apo­logia, potrebbero farlo grazie ad una batteria incredibil­men­te incorporata nel te­laio…

Certo, abbiamo mezzo se­colo in più, eppure ci viene na­turale pensare, di contro a tale enormità, alla emozione di quella nostra prima bicicletta con il cambio, nel 1960… Una Bianchi “18”, da bambino, “truccata” da corsa certo, ma dove il trucco unico era rappresentato dal manubrio a corna di bue, con una postura della colonna vertebrale forse impropria per un ragazzino di quella età, come ammoniva il severo zio medico con la bar­ba, ed ancor più dal cambio di velocità. Hai visto mai il cambio di velocità, sia pure solo per l’ingranaggio posteriore beninteso, in una bici da bambino, per le cam­pa­gne di Sessa Aurunca e Ca­rano, profondo Sud....

Il luglio 1960, cinquanta an­ni prima del dubbio - si spera, enfatizzato - che una bici am­bisse contronatura al sussidio del motore, era il luglio del Tour di Nencini. Della Grande Italia Unita di Bat­tistini e Massi­gnan, Graziano ed Imerio, quei nomi che non si portano più, se non al Tour del ’60, ai lati. Di Bal­dini, Pam­bianco, Ferlen­ghi… Del dram­ma di Ri­vie­re. Delle figurine di Jun­ker­mann ed Adrianssens.

La biciclettina Bianchi del bambino Paolo, quello che da grande avrebbe corso da velocista olandese, ma che al­lora si contentava volentieri di giocare a fare il Nencini, nonostante la paura innata della discesa…, con l’esem­pio drammatico della caduta di Riviere fresca di notizia radio, non avrebbe mai po­tuto immaginare che quell’elementare congegno, in una età post-futura, avrebbe cor­so il rischio di inquinarsi di un additivo diverso dall’entusiasmo e dalle fantasia.
Già. Ma allora il premio era un gelato in più. Ed un disco nel jukebox di Scauri, “Lido Maria”, per provare a recitare con i gesti dei cugini più grandi un amore ancora acerbo. “Rotola, rotola, rotola, questo mio cuore rotola...”, quel cuore che rotolava co­me un barattolo, e quella ra­gazzina dagli occhi verdi che non ci filava affatto, e chissà se l’avrà mai saputo, tra l’altro...

E noi che scappavamo via subito, a cercare sul Corriere dello Sport, la Gazzetta allora arrivava troppo tardi al Sud, cosa fosse successo poi in quell’ultima incertezza che animava una corsa ormai stravinta, dopo il ritiro di Ri­viere, da Nencini. Già, la lotta spasmodica per la ma­glia di miglior scalatore fra il nostro Massignan, scuola Legnano, ed il regionale francese Rohrbach.
Un duello ai punti, che forse rammentano solo loro due ormai, con Massignan che sulle Alpi domava Rohrbach. Il piccolo Marcel Rohrbach, me lo ricordo ancora, di­strut­to dalla febbre.
E scusateci, se in vista di un nuovo Tour a tripla velocità, con il dubbio estremo delle elettrobici, ed una nostalgia a ragion veduta, ci manca mol­to di più sapere se nella vita e nel ciclismo sia guarito almeno Rohrbach.

Gian Paolo Porreca,
napoletano,
docente universitario
di chirurgia cardio-vascolare,
editorialista de “Il Mattino”
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Contro un ostico Laurens Sweeck, il campione del mondo non ha avuto vita facile, ma ha comunque prevalso con un'azione in solitaria iniziata al primo dei sette giri. Così Mathieu Van Der Poel firma la quarta vittoria su quattro gare...


Per raccontarvi un po' chi è stato Gian Paolo Ormezzano vi proponiamo questa lunga intervista che aveva concesso a Nino Materi de Il Giornale, pubblicata il 14 giugno 2022. Non c'è tutto, ma c'è tanto del nostro GPO.La sfida a...


Gian Paolo Ormezzano non c'è più. Ha posato la penna ed volato via. Aveva 89 anni e per una vita intera ha raccontato il mondo dello sport e il mondo attraverso lo sport, conservando sempre un posto speciale nel suo...


Doppietta belga all'Azencross di Loenhout per donne elite che si è corsa in Belgio. Ha vinto Marion Norbert Riberolle, della Crelan Corendon, davanti alla connazionale e compagna di squadra Sanne Cant campionessa nazionale in carica. Terzo posto per a emregente...


Singolare: dall’aria che tira, sembra più infuocata la campagna elettorale per diventare ct della nazionale che quella per di­ventare presidente federale. E dire che prima di qualunque discorso sul Ct sarà fondamentale e decisivo avere il nuovo presidente, è elementare....


Mathieu van der Poel ha conquistato ieri la sua terza vittoria consecutiva: dopo la sabbia di Mol, ha fatto sua anche la corsa nel fango di Gavere. Sul podio insieme al campione del mondo sono saliti Michael Vanthourenhout, che ha...


In occasione della presentazione ufficiale della Fenix Deceuninck formato 2025, con annesso disvelamento della "quadruplice" maglia by Alé, l'amministratrice delegata della decennale azienda veronese ci ha parlato di passato, presente e futuro della propria avventura nel ciclismo sia maschile che...


Ottimo secondo posto di Patrik Pezzo Rosola in Belgio. Il figlio d'arte chiude l'Azencross di Loenhout, valido per la Challenge Exact Cross, alle spalle del ceko Krystof Bazant che precede il giovane italiano di soli 5". Vompleta il podio la...


Gli amici di Velò, storica trasmissione di TvSei dedicata al ciclismo, ci hanno fatto un regalo e nella serata di Santo Stefano hanno confezionato una speciale puntata natalizia.Insieme all'ideatore della trasmissione Luciano Rabottini e al padrone di casa Jacopo Forcella, in studio...


Si è spento ieri, giorno di Santo Stefano, Sergio Coppi, fratello del più noto Piero, deceduto già qualche anno fa... Entrambi cugini primi del Campionissimo e di Serse. Salutiamo un amico che, pur vedendo quasi nulla con gli occhi, percepiva...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024