La storia del marchigiano Paolo Totò, è di quelle che trasudano
fatica, dolore, timori e ansie. E' un abito che calza a pennello per chi sale
in bicicletta e si mette a pedalare. Nato a Fermo il 22 gennaio 1991, Totò vive sul mare a Porto S. Elpidio,
cittadina che ha avuto per anni il quartier generale del team professionistico
Cantina Tollo, dove si è respirato a lungo aria di ciclismo. Totò ne viene contagiato e si mette a
pedalare raccogliendo tra i dilettanti ottimi risultati con il botto nel 2014
dove vince 7 corse tra le quali le blasonate Gp Cuoio e Pelli e Giro del
Casentino, entrambe in Toscana. Poi nel 2015 di colpo accade di tutto nella
vita di Paolo.
La squalifica di un anno dalla Procura
Antidoping per “Mancate comunicazioni”, e la morte nel mese di marzo del papà
Claudio. Cose che ti cambiano la vita. Per Paolo si spegne la luce. La tanto
amata bicicletta va in soffitta. Ma il vento cambia e a giugno Totò rimette il
dorsale nelle corse.
“Il team manager della Norda Mg KVis Vega Angelo Baldini, il direttore sportivo
Maurizio Frizzo e il presidente Demetrio Iommi - racconta Totò - mi hanno
convinto a ricominciare e in questa squadra ho trovato l'ambiente giusto per
ripartire da capo”.
Ci mette poco il marchigiano a ritrovare il guizzo
dei giorni migliori: a fine agosto piazza la prima stoccata al 65° Gran Premio
Colli Rovescalesi sulle strade della provincia di Pavia. Ma non basta, sabato
17 settembre Totò porta la Norda Mg KVis Vega sul podio tra i professionisti
nel “Memorial Marco Pantani” a Cesenatico. La terza posizione in volata dietro
Gavazzi e Busato fa capire di che pasta è fatto il ragazzo di Porto S. Elpidio.
“Sinceramente il terzo posto è inaspettato, sono felicissimo e dedico questo
podio a tutta la società, agli sponsor, a mio padre Claudio che non c'è più e a
mia mamma Fabiola, alla mia ragazza Gloria: la lista dei ringraziamenti è
lunghissima. Per me questa è una rivincita, spero di continuare così”.
Vittoria a Rovescala tra i dilettanti e terza
piazza a Cesenatico. Da dove è arrivata la carica giusta?
“Dalla gran voglia di fare bene. Da poco ho ricominciato a correre, dalla metà
di giugno, e ho dentro una “cattiveria” che nessuno può capire e che adesso sta
esplodendo”.
Che tipo di corridore sei?
“Non so, tra i dilettanti
tenevo in salita e poi me la giocavo in volata e spesso vincevo. Qui tra i pro'
ci posso stare anche se non sono ancora al meglio della forma: ho pochi mesi di
pedalate nelle gambe, sono in sovrappeso di
Valerio Zeccato
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