GATTI&MISFATTI. NIBALI ALLA RICERCA DELLA TRANQUILLITA' PERDUTA

GATTI&MISFATTI | 24/05/2016 | 18:20
di Cristiano Gatti    

Nibali in analisi. Lo annuncia il suo allenatore Slongo, specificando che si tratta di analisi biologiche, alla ricerca di eventuali malanni fisici. Perfetto. È il caso di procedere con dei prelievi, per levarsi ogni dubbio. Unica obiezione: non era proprio necessario aspettare la terza tramvata consecutiva, dopo due settimane comunque deboline, per porsi qualche dubbio. E comunque. In attesa dei risultati di laboratorio, sarebbe il caso di avviare Vincenzo anche ad un altro genere di analisi. Da uno bravo. Uno strizzacervelli che arrivi alla radice del suo disagio, in fondo al gorgo dov’è finito per la prima volta nella sua carriera.

Perché questa è la pura realtà: oltre all’inefficienza fisica, del motore, c’è chiaramente qualche avaria anche a livello psicologico. Nessuno lo può negare. Negarlo sarebbe stupido. La crisi di Nibali è complessiva.
Sul palco Rai, i Martinello, i Cassani, i Garzelli tirano fuori tutto lo scibile sulle possibili cause: Nibali ha corso poco prima del Giro, Nibali ha allungato le pedivelle, Nibali ha sbagliato la preparazione, Nibali si muove ancora con la testa del ventenne, ma ha 31 anni e la musica è diversa. Tutto vero, quanto meno tutto verosimile.
Con questo funerale, la pietra tombale viene posata sul Giro del nostro campione migliore. Poco spazio però alla precarietà tossica e devastante che da mesi sta lavorando dentro la testa di Vincenzo. E chi può dire che invece il nucleo centrale del collasso non stia proprio lì, dove risiedono i comandi primari della macchina-campione, la centralina che regola qualunque scelta, qualunque movimento, qualunque invenzione.

Ma diciamolo apertamente, senza inutili eufemismi, senza arrampicate sugli specchi: da mesi Nibali vive in un limbo, scollegato dal resto kazako della sua squadra. All’Astana non ci resterà più, lo sanno tutti da tempo immemorabile (parentesi: ci è arrivato persino Beppe Conti, lo spassoso «Indiscreto» del Processo, che apprende e diffonde questa banalità come un’indiscrezione, al pari di Sagan all’Astana, come già scritto nero su bianco dalla «Gazzetta»: è evidente, qualcuno deve spiegare al vecchio Beppe il significato del vocabolo Indiscreto). Dicevo: Nibali ha rotto da tempo con l’Astana e da tempo non vive sereno. Non è sereno per questo presente da separato in casa, per un futuro ancora tutto da inventare. La stessa idea-guida della squadra a capitale arabo è suggestiva, ma lo sta logorando alla grande.

Purtroppo, bisogna dirlo, lo stesso Vincenzo è causa di questa incertezza che consuma. La soluzione che l’avrebbe rassicurato e tranquillizzato già da inizio stagione se l’è trovata servita su un vassoio: la Trek-Segafredo a trazione italiana. Il patron Zanetti e il team manager Luca Guercilena, a capo di un ambiente molto serio e molto bello, hanno immaginato di confezionare il futuro proprio su misura per Nibali. Pronta anche la proposta per usarlo come testimonial del made in Italy.

Opinione personale (già espressa a suo tempo, mi scuso per le ripetizioni): per com’è fatto, cioè ragazzo quadrato e perbene, senza tatuaggi e senza creste per la testa, Nibali ha bisogno di un ambiente così. Come lo era la Liquigas di Amadio e Zanatta, peraltro, dove è cresciuto. Un ambiente efficiente, organizzato, ma familiare. Io ce lo porterei in braccio. Anche se so che guadagnerebbe qualcosa meno…

Eccoci al punto: gli arabi pagano di più. Guadagnerebbe di più Nibali, guadagnerebbero di più i suoi procuratori (nello sport moderno, vengono anche prima dell’atleta…). Dunque, è sempre più lontana la suggestione dello squadrone italiano. Ma nel contempo è ancora tutta da definire l’avventura araba. Nel frattempo, tanta, troppa tensione. Tanta, troppa incertezza. Tanta, troppa insicurezza.

Certo la preparazione, certo l’ipotetico virus, certo le pedivelle allungate. Tutto può giocarci. Ma io ho sempre visto che nella vita di ciascuno, campione o fattorino, al primo posto, sopra tutto il resto, c’è sempre e soltanto un fattore essenziale, fragilissimo eppure decisivo: la tranquillità. Che fa armonia. Tutto si può dire di questo Nibali tumefatto: non che sia sereno e tranquillo. Proprio per niente.
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COMMENTI
tranquilità
24 maggio 2016 18:40 giancaxy
sono perfettamente d'accordo sono due anni che Nibali non è tranquillo, l'anno scorso ha poi rimediato all'ultimo, deve cambiare aria e trovarsi un ambiente serene magari con qualche rinuncia giancarlo

w i procuratori
24 maggio 2016 18:40 superpiter
che agiscono sempre nel tuo interesse...

Analisi perfetta.
24 maggio 2016 18:48 warrior
Analisi perfetta. Nulla da aggiungere. Tutto da condividere.

Nibali
24 maggio 2016 19:14 Massimoge
Come sempre ho letto con interesse il commento di Gatti anche se devo confessare che non sono mai riuscito ad entusiasmarmi quando si parla dell'aspetto psicologico dei ciclisti. Detto questo quanto scritto è condivisibile anche se preferisco citare la mitica frase di Alfredo Binda: "ghe voren i garun" che nell'occasione mi sembra siano un po' mancati

facciamo i "CONTI"
24 maggio 2016 21:56 uybello79
...anch'io Beppe Conti non lo tollero più!

analisi
24 maggio 2016 21:59 ugo81
condivido il pensiero dell'autore.
spero che Nibali sia capace di cambiare rotta e gestire al meglio la parte conclusiva della carriera.
probabilmente farebbe bene a pensare un po' meno a contratti straricchi.
ma temo che non andrà così.


Troppo solo
24 maggio 2016 22:47 maurop
Più che sul piano psicologico le difficoltà con l\'Astana mi pare pesino sulla corsa in generale. L\'impressione è che non si sia fatto nulla per cercare alleanze in gruppo, e che Vincenzo sia stato lasciato solo con le sue gambe e qualche gregario a tener testa agli avversari. Come hanno corso oggi Zakarin e lo stesso Ulissi, o Pozzovivo, mi pare ne siano una prova evidente. Succede raramente di vedere un campione impegnato nella corsa di casa come favorito numero uno e così isolato, di fatto costretto a lasciare totale libertà di azione anche a corridori non di primo piano. Certo, alla fine tutto dipende dalle gambe, con quelle di due anni trovare amici in gruppo sarebbe stato enormemente più facile.

Testa e gambe
24 maggio 2016 22:50 memeo68
Condivido Gatti al 100% con l'aggiunta che tutto e' cominciato allo scorso Tour, (ricordate le parole di Vino?)e proseguito con quell'indecente gesto alla Vuelta. A me poi francamente fa ridere parlare di preparazione e pedivelle per uno che ha vinto Giro, Tour e Vuelta!!!

Crollo annunciato
24 maggio 2016 23:31 pickett
Semplicemente,Nibali già da un anno ha iniziato la parabola discendente.Ricordiamoci che per vincere il Lombardia dovè attaccare in discesa,dopo averci inutilmente provato svariate volte in salita.E sul San Fermo il modesto Moreno lo stava riacciuffando,allo spagnolo sarebbero bastati 500 mt in + di salita.Poi Nibali chiuse la stagione andando a correre in Arabia,dove in salita prese un altro bello sganassone.Dunque,cosa ci si aspettava quest'anno?

Nibali
25 maggio 2016 00:16 Tonyferullo
Nibali ha vinto la vuelta contro Mosquera, il Giro contro nessuno e il Tour con Froome e Contador ritirati. Atleta molto fortunato ma di modesto livello.

Fortuna?
25 maggio 2016 10:14 runner
Con tutto il rispetto, solo un incompetente di ciclismo può affermare che un corridore possa vincere Giro, Vuelta e Tour (stravinto), più altri podi nei grandi Giri, più classiche e innumerevoli altre vittorie per FORTUNA...E non dimentichiamoci MAI che i tanto osannati Contador e Valverde sono stati entrambi beccati e squalificati per doping...E' bene ricordarcelo ogni tanto...Stessa cosa per Amstrong, Pantani, Ullrich, Garzelli, Basso, Rijs ecc.
Quindi è meglio vedere corridori "umani" che ogni tanto prendono qualche cantonata sulla strada che "campionissimi" che stravincono e poi si capisce perchè...

ciclisti abituati male dalla stampa odierna
25 maggio 2016 13:57 pickett
"Non mi piacciono le critiche".Eh,no,Vincenzino,troppo comodo!Quando si diventa un personaggio pubblico,così come si accettano i salamelecchi(e i miliardi) quando le cose vanno bene,allo stesso modo bisogna accettare le critiche quando si imbocca il sunset boulevard.E poi,mi pare che le critiche nei suoi confronti siano estremamente miti;più che critiche,io leggo ricerche di giustificazioni e di alibi.Ma ve lo ricordate(mi rivolgo a chi non è + giovanissimo) com'era trattato dalla stampa un certo Beppe Saronni?Quelle erano critiche...

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