Come cambia la vita in appena un
mese può spiegarlo benissimo Eugert Zhupa, ciclistaprofessionista
albanese cresciuto a Scandiano: a fine marzo era in ambulanza in Belgio
con una clavicola frantumata, oggi riceverà la convocazione per il suo
secondo Giro d’Italia. «Ci spero tanto», disse un mese fa, salutando con
un sorriso dall’ospedale di Zottegem: se la fiducia è diventata
realtà, il merito è soprattutto della sua felice cocciutaggine.
Così
la storia di questo ragazzo, arrivato nella nostra provincia all’età di
cinque anni al seguito dei genitori venuti a lavorare qui («Mi sento
fortunato, senza questo trasferimento oggi magari non farei il
ciclista», dice), si arricchisce di un nuovo capitolo. Caduto nella
prima tappa della Tre giorni di La Panne, a pochi giorni dal suo 26esimo
compleanno, Zhupa riporta conseguenze meno gravi rispetto alla dinamica
del suo volo contro un marciapiede, anche se abbastanza serie:
clavicola rotta, un guaio comune a ogni ciclista che va in terra. Il
giorno dopo è già in Italia: a Bologna la buona notizia è che non deve
operarsi. Così l’albanese di Scandiano inizia la rincorsa al Giro: in
casa mette la bici sui rulli, dove non è necessario usar le braccia, e
pedala per mantenersi in forma in attesa del via libera dei medici per
tornare sulla strada. Quando lo ottiene, va in Turchia, per la prova
generale: di star bene lo dimostra lunedì scorso, partecipando alla
lunga fuga che anima la seconda tappa. E’ il segnale che sta bene: è il
segnale che i tecnici della Southeast aspettavano per inserirlo nella
squadra del Giro.
Zhupa alla corsa rosa: un mese fa sembrava
un sogno. Di un altro tipo rispetto a quello dello scorso anno, quando
da neoprofessionista si ritrovò subito al Giro, primo albanese della
storia a prendere il via. Non si limitò a quell’etichetta, nè a
considerarlo un punto di partenza: alla prima occasione, nella tappa di
Genova, andò all’attacco, restando davanti tutto il giorno. E’ nella sua
natura di irriducibile combattente: in fondo, appena un mese prima
della corsa rosa, si era fatto notare al Nord, anche lì ovviamente da
debuttante: nella Gand-Wevelgem più fredda degli ultimi anni, chiuse al
23esimo posto, unico della sua squadra ad arrivare al traguardo in una
giornata di ciclismo estremo.
Come cambi la vita in un anno,
Zhupa può benissimo raccontarlo dalla Turchia, dove non ha chiuso solo
il cerchio con la sfortuna: il 30 aprile di dodici mesi fa, l’albanese
di Scandiano fece notizia, suo malgrado, per il cazzotto incassato in
corsa da un compagno di Nibali, il kazako Grudzev, poi espulso dalla
giuria. Accadde a Pamukkale, a metà tappa: dopo un contatto in corsa,
l’atleta dell’Est cominciò a litigare e a spintonarsi con Samuele Conti.
Zhupa tentò di metter pace, beccandosi in risposta un pugno in pieno
viso. Gli toccò presentarsi al primo Giro d’Italia con un bel livido sul
labbro superiore: «Nonostante questo, adoro essere un ciclista
professionista», raccontò a chi gli chiedeva della disavventura.
Figurarsi se uno così poteva fermarsi davanti a una clavicola
spezzata...
Angelo Costa, da Il Resto del Carlino
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