DI LUCA. BESTIE DA VITTORIA

LIBRI | 21/04/2016 | 07:26
Nel 2013 è stato squalificato a vita dopo una carriera nella quale ha vinto tanto e tanto è stato discusso. Ora Danilo Di Luca affida ad un libro il racconto della sua carriera e, soprattutto, il suo rapporto con il doping. «Bestie da vittoria» è il titolo del volume (288 pagine, 17,50 euro) che sarà in libreria da martedì 26 aprile.
Già il titolo chiarisce il contenuto: «Il doping non dà dipendenza ma è uno strumento di potere: chi vince porta soldi. A se stesso, alla squadra, agli sponsor».
L'abruzzese racconta di aver iniziato a doparsi nel 2001, dopo aver visto che tanti corridori che batteva tra i dilettanti andavano più forte di lui tra i professionisti. «Testosterone, Epo, cortisone. Il medico non può farti la ricetta e allora te li procuri da solo, nelle palestre o su internet. Nell'ambiente tutti sanno».
E ancora: «Metti il laccio e ti fai l'iniezione, come un tossico. Quando capita un fuorivena, riprovi con l'altro braccio. Anche sottocute nella pancia, alle gambe... Fa parte del mestiere. Se ti beccano, vuol dire che hai sbagliato i tempi perché tutti sanno quante ore devono passare per non risultare positivo».
Infine un passaggio dedicato a Marco Pantani: «L'hanno fregato al 300%. Era in testa al Giro, aveva dieci minuti di vantaggio e mancava solo una tappa. In quelle condizioni non rischi, è chiaro».

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COMMENTI
21 aprile 2016 10:12 foxmulder
Questo, se Di Luca ha detto tanto (anche non se sarà mai tutto, credo) - al contrario di quello del Cobra "Funerale in giallo" che era una porcheria a mio modestissimo avviso - potrebbe essere interessante...

21 aprile 2016 11:26 BARRUSCOTTO
certamente non compro il libro di luca deve stare zitto e basta

avaro
21 aprile 2016 11:37 bernacca
boicottate questo libro! questo deve uscire del tutto dal ciclismo, non dimenticate che andava nelle scuole a fare formazione dopo il primo stop per doping! è avaro di denaro, ricordo che quando fu beccato era preoccupato per i suoi nuovi investimenti nella costruzione di bici! patetico, peggio di lui solo Riccò

Finalmente una cosa buona.
21 aprile 2016 14:26 Bastiano
Da quello che si legge in questa anticipazione, forse Di Luca ha deciso di pulirsi la coscienza da tutto il marcio che c'era dentro e mi pare che non abbia detto nulla che non si sapeva ma, se lo dice chi lo ha vissuto, dobbiamo tutti fare una riflessione, senza nascondere la testa sotto la sabbia.
Sarebbe bello se andasse a parlare con la Commissione antidoping e raccontasse tutto quello che ha da dire, magari mettendo anche qualche nome. Se lo facesse, io sarei per dargli l'amnistia e farlo correre nelle gare podistiche di Paese oppure per permettergli di andare a vedere le gare.
Il ciclismo per ripulirsi, ha bisogno di fare chiarezza sul suo passato.

da ex professionista
21 aprile 2016 14:38 cicloabruzzo
Purtroppo e\' tutto vero! Tra 100 corridori professionisti 100 ne fanno uso ma una volta si mirava a fare squadre con corridori dopati e vincenti....oggi si fanno squadre con chi porta sponsor e soldi ai team manager si dopa e va pure piano....il ciclismo sopratutto quello italiano e\' in caduta libera che più\' libera non si può\' e voi commentate dalla esterno di una vetrina di luca senza sapere che dietro quella vetrina ci sono migliaia di poveracci che si uccidono per galleggiare senza essere neanche vincenti.....ecco di luca fa parlare solamente perche\' a pari armi era un grande vincente e conoscendolo di persona ....l uomo più umano e buono che si peteva trovare tra questa massa di campioni patetici che negano anche autografi a bambini.......prima di parlare voi tutti a vanvera riflettere.

Di Luca
21 aprile 2016 15:12 blardone
Siamo stufi di questi presunti pentiti perché sono solo stati beccati . Prima ti faceva comodo stare zitto e ora per vendere due fogli bisogna sputare nel piatto dove hai mangiato per anni . Sappiamo tutti come funziona non hai scoperto l acqua calda . Se non sei stato capace di contare i giorni per non essere positivo non scrivere il libro ma studia la matematica. Rispondo a cicloabruzzo senza offesa ma non merita di essere giustificato e poi se devo essere sincero credo che l Abruzzo sia la Regione con i casi di positività e arresti riguardante al doping piu alto in Italia .non c entra niente con Di luca ma fa riflettere

Giro 2007 da revocare
21 aprile 2016 17:13 pickett
Dal momento che Di Luca,con la pubblicazione di questo libro,é a tutti gli effetti un reo confesso,il Giro 2007 andrebbe revocato("ho cominciato a doparmi nel 2001"),come sono stati revocati i 7 Tour a "Er Siringa",e come andrebbe revocato il Tour 96 a Riis.

solo nel 2001..................
21 aprile 2016 20:59 9colli
ma non ci credo nemmeno.................se non ricordo male, da dilettante, correva per una squadra della provincia di PT ..............ma era prima del 2001 !!!

Siamo sicuri
21 aprile 2016 21:09 Piersera
Tutti criticano Di Luca, forse anche giustamente, tirando in ballo le peggior cose, questo perché, perché ha avuto la sfortuna rispetto agli altri di essere beccato. Cosa voglio dire, lui l\'hanno trovato positivo, ma gli altri, ma siete sicuri che i vostri beniamini siano immacolati? Vediamo adesso cosa si scopre con il doping meccanico. Forse è troppo facile sparare su chi è stato scoperto. Io invece mi chiedo ad esempio, che fine ha fatto Fromm? Forse gli hanno tolto le ruote \"magnetiche\"?.....Boh!

D\'accordo con cicloabruzzo
23 aprile 2016 11:50 Monti1970
Di Luca è stato un grande campione. Comprerò il libro

Pensieri e parole
23 aprile 2016 13:38 alfioboss
Pensano la stessa cosa............in fondo al Serravalle lato Nievole !!!

Riferimento.........
25 aprile 2016 12:11 9colli
Questo è uno stralcio del libro di cui tanto si parla, e il riferimento che avevo fatto agli anni precedenti al 2001 è riportato dallo stesso Di Luca, appunto quando era dilettante.............

Danilo Di Luca, nella sua biografia Bestie da Vittoria in uscita martedì prossimo, racconta la sua esperienza (e quella degli ex colleghi) col doping.

Trovato due volte positivo al doping (nel 2009 e nel 2013), il campione di Spoltore (Pescara) spiega di essersi dopato per 16 anni: "Nel 1997, al terzo anno da dilettante, inizio con la farmacia. Inizio a doparmi seriamente nel 2001 al terzo anno da professionista. Mi procuro tutto coi mercati paralleli. Diventiamo come animali, come bestie. Non siamo eroi, siamo dei pazzi scatenati. Per un ciclista l'importante è vincere, non pensi mai che ti possono beccare, che ti puoi ammalare".

ciclista da sempre
2 giugno 2016 12:06 gielle56
Credo che Di Luca sia una delle tante vittime illustri - prima fra tutte Marco Pantani - di un ambiente dove in quegli anni bazzicava gente che era lì solo per interessi personali, ma che con il ciclismo non c'entrava nulla.

Sto leggendo il libro di Di Luca, e leggo tra le righe la solitudine, la rabbia e l'impotenza di chi non si è allineato e per questo è stato fatto fuori.
Niente di nuovo, purtroppo...

Il doping in quegli anni era "obbligatorio", inutile fare i puristi quando c'è gente che pedala tra gli amatori con gli occhi fuori dalle orbite..

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