Bravo Valverde! Mai nessuno l'aveva fatto. Ma a qualcuno è stato impedito di farlo. Per sette anni non l'hanno fatta correre al Grande Rebellin. Chi ci dice che non l'avrebbe vinta anche più di quattro volte?

Niente di più facile. L'anno della tripletta (Amstel, Freccia e Liegi) riuscirono anche a lasciarlo a casa dal mondiale di Verona.

Nulla da dire su Valverde e sulla sua classe ma quante volte ancora dovremo vedere una ex grande classica come la Freccia Vallona ridotta al solito scattino di 150 metri sempre tra gli stessi corridori? Sono anni che sostengo che mettere l\'arrivo in cima a Huy ha drasticamente ridotto il livello tecnico e spettacolare della corsa, e invece di porvi rimedio alla Amstel hanno quasi fatto lo stesso con il Cauberg, e alla Liegi da quando hanno inserito la salita dell\'università a una manciata di chilometri dall\'arrivo la corsa non solo non si accende più sullo Stokau, ma nemmeno sulla Redoute...le classiche devono decidersi dopo una battaglia di decine di chilometri, non di decine di metri. Perché il Fiandre è sempre cosi bello? Ma presto metteranno l\'arrivo in cima al Koppenberg, se andiamo avanti cosi

con maurop. Ormai le classiche delle Ardenne sono l'ombra di quelle che erano... come del resto la Sanremo; nel ciclismo di oggi solo Fiandre, Roubaix e Lombardia a Como (velo pietoso se l'arrivo è invece a Lecco o Bergamo) sono ancora gare esigenti e spettacolari.

D'accordissimo con maurop, ma credo che anche il Fiandre, da quando hanno tolto il Grammont inserendo il cicruito abbia perso molto, ne esce una corsa più chiusa, almeno fino ai -30. Detto questo, però, bisogna riconoscere che alla fine vincono quasi sempre quelli che dovrebbero vincere.

Mi hai convinto. L'argomentazione mi sembra molto pertinente.

Vorrei aggiungere anche che è vero, come si dice, che la corsa la fanno i corridori, ma il modo in cui si traccia il percorso è spesso determinante nel decidere COME i corridori faranno la corsa. Personalmente non amo nemmeno la moda ( soprattutto al Giro d\'Italia) di moltiplicare gli arrivi in salita andando alla scoperta delle mulattiere più impossibili. Prima il Mortirolo e va bene che ormai è entrato nella storia della corsa, ma poi lo Zoncolan e poi altre di cui magari nessuno sa nulla, purché abbiano pendenze dal 15 in su, da fare con rapportini da MTB. E così succede com\'è già successo che grandi salite addirittura come Gavia, Stelvio e i passi dolomitici si fanno in gruppo in attesa di scannarsi negli ultimi chilometri dell\'arrivo di turno da fare con la piccozza. Moltiplicare a dismisura le difficoltà, anche nei giri, è spesso dannoso per lo spettacolo oltre che tecnicamente insensato. Ricordate quando a metà Giro di qualche anno fa tutti i velocisti se ne andarono a casa perché da li in avanti c\'erano da fare più salite che chilometri? Fecero bene, a mio parere. E invece vedrete che per attirare l\'interesse di qualcuno in più ( che magari di corse non ne sa molto, perché semplicemente non le ama) tra un paio d\'anni l\'ultima tappa del Giro arriverà in cima al grattacielo Pirelli.