Per comprendere la grandezza dell’impresa compiuta da Filippo Ganna, basti pensare che l’Italia mancava sul gradino più alto del podio mondiale nell'inseguimento da 40 anni, l’ultimo titolo conquistato era quello di Francesco Moser nel 1976 e nella stessa specialità aveva vinto due volte anche un certo Fausto Coppi nel 1947 e nel 1949. L’ultima medaglia d’oro ad un Mondiale su pista al maschile per l’Italia, invece, era quella nella Corsa a punti di Silvio Martinello nel 1997. Questa mattina Ganna aveva abbattuto il vecchio record italiano di Andrea Collinelli, realizzato in occasione delle Olimpiadi di Atlanta del 1996. Ieri, insieme agli altri due compagni della Colpack Simone Consonni e Francesco Lamon, aveva contribuito alla grande prestazione del quartetto italiano con il quarto posto finale dell’Inseguimento a squadre. Ma l’impresa di oggi è sensazionale anche per la giovane età dell’atleta e premia il lavoro di un intero movimento e di tutto il Team Colpack che ha sempre creduto nella pista e scommesso su questo ragazzotto piemontese di un metro e novanta d’altezza e tanto talento.
“Non ho parole – esclama a caldo, con la voce rotta dalla commozione il presidente del Team Colpack Beppe Colleoni qualche minuto dopo la grande gioia per la vittoria di Ganna –. E’ stata una grande emozione perché dopo 19 anni da presidente è la prima volta che vedo uno dei miei ragazzi indossare la maglia di campione del mondo. Ci era sfuggita per un nulla su strada lo scorso anno con Consonni a Richmond. Era un sogno che avevo nel mio cuore e oggi Filippo mi ha fatto un regalo grandissimo. Sono davvero felice!”.
Emozionato anche il direttore sportivo Gianluca Valoti: “È stata un’emozione incredibile. Nel finale c’era molta ansia, ma speravamo che come in qualifica Filippo potesse aumentare il ritmo nel finale e infatti così è stato. È stato fortissimo! I nostri ragazzi ci stanno regalando grandi gioie in questa rassegna iridata”. Il team manager della Colpack Antonio Bevilacqua ha raggiunto oggi il velodromo londinese dove ha potuto subito vivere da vicino la grande emozione che resterà per sempre nella storia della società orobica.
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