UCI | 02/03/2016 | 07:28 Sono 21 e provengono da 4 continenti i comitati organizzatori che hanno chiesto di entrare a far parte del WorldTour nelle prossime tre stagioni. Lo annuncia l'UCI in un comunicato ufficiale. «Ora le candidature saranno esaminate nel corso della stagione 2016 sulla base di criteri che includono la qualità tecnica della corsa, il suo ruolo nello sviluppo strategico e nella promozione dell'UCI WorldTour e la sua integrazione nel calendario della stagione. L'espansione dell'UCI WorldTour favorirà l'interesse dei tifosi in tutto il mondo e nel corso dell'intera stagione e attirerà maggiore attenzione non solo sugli eventi che entreranno a far parte del circuito, ma anche su quelli che ne fanno già parte e che riceveranno essi stessi licenza triennale» si legge nel comunicato.
Il presidente dell'UCI Brian Cookson commenta: «Siamo convinti che la riforma del ciclismo su strada maschile costituisca una bella opportunità per sviluppare il WorldTour, per creare un nuovo calendario e attirare nuovi sponsor. Siamo contenti che nel mondo ci sia un così grande interesse verso questa proposta. Saremo felici di lavorare con gli organizzatori degli eventi che fanno già parte del WorldTour, con i nuovi candidati e con le squadre per sviluppare il nostro sport».
Fin qui, il comunicato dell'UCI nel quale non si fa il minimo accenno alla ASO e alla sua decisione di NON iscrivere le proprie corse al calendario WorldTour 2017, ribadita pubblicamente anche pochi giorni fa da Bernard Hinault a Pinerolo. Sull'argomento non si sono ancora pronunciate nemmeno le squadre che oggi fanno parte del WorldTour: ammesso (ma non concesso, perché si annunciano defezioni per il prossimo anno) che alla fine siano ancora 18, sono consapevoli del fatto che - per regolamento - solo dodici fra loro parteciperanno al Tour, alla Roubaix, alla Liegi, alla Freccia, al Delfinato e alla Parigi-Nizza oltreché alla Vuelta di Spagna? E siamo sicuri che le sei escluse dalla Grande Boucle saranno contente di poter correre il Gran Premio di Lugano (con tutto il rispetto per gli amici svizzeri, li abbiamo scelti solo come esempio vicino a casa, senza andare fino in Cina)? Proprio le parole di Hinault - «Qualche anno fa il Team Sky non avrebbe dovuto correre il Tour perché non ne aveva i meriti sportivi» (potete leggere l'intervista su tuttoBICI di marzo) - devono suonare come campanello d'allarme: nessuno pensi di avere il posto garantito perché è più ricco degli altri.
In attesa di risposte e di nuove puntate in questa guerra di vertice, ci piacerebbe anche leggere qualcosa di definitivo sulla riforma che il presidente dell'UCI decanta come “bella opportunità per sviluppare il WordlTour”: tra meno di dieci mesi dovrà entrare in vigore ma al momento non se ne conosce alcun dettaglio. Alla faccia della programmazione a lungo termine. Le colpe, comunque, non sono tutte dell'UCI: non si segnalano prese di posizioni pubbliche né tantomeno forti da parte di squadre, corridori, associazioni di rappresentanza e attori vari. Forse a loro va bene così.
Situazione complessa: sta di fatto che i francesi fanno quello che vogliono, ed hanno la forza economica per farlo in quanto si muovono bene commercialmente e politicamente. Bisogna garantire anche i piccoli non solo i grandi, le piccole corse danno l'ossigeno al circuito ciclistico, sono la misura della vitalità del movimento.
Discorso complesso da affrontare
Rivoluzione francese
2 marzo 2016 23:23vandeboer
Personalmente spero che questa presa di posizione della ASO possa avere successo. Il WordTour ha già fatto abbastanza danni in questi anni.
Mi auguro che RCS si allei con ASO. La riforma UCI consisterà nell'inserire
nel WordTour le gare della penisola araba (Dubai, Oman, ecc), purtroppo la RCS
sarà l'organizzatore.
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