Mi
capita di essere a Roma, ad una full immersion della Scuola dello
Sport del Coni. Il marketing e la comunicazione la fanno da padrone. Attorno, solo
relatori ed atleti di altissimo livello. Tanto per citarne uno, oggi è
il turno di Francesco Giorgino, volto noto del TG1. Una lezione
fantastica, a dire il vero.
Ad un certo punto compare la nazionale di rugby, d’altronde siamo nella casa del CONI e non potrebbe essere altrimenti. Noto che i rugbisti, in particolare Valerio Bernabò, seconda linea, si prestano per uno spot sulla mobilità sostenibile e gli stili di vita sana. E mostra con orgoglio una bicicletta.
Mi spiegano gli ideali del rugby. Uno sport che ben si presta a questo tipo di messaggio per i valori in esso contenuti. “Ha fatto da testimonial pure un’atleta del volley”. - mi spiega uno dei responsabili della produzione. Mi presento e chiedo come mai non si sia pensato ad un ciclista. “Deve sapere che qui si promuove un concetto di mobilità, di gente che va allo stadio in bici. Un progetto culturale dove si parla di mobilità e stili di vita sani”. Proprio per una questione culturale vorrei spiegare ai miei interlocutori che io ai tapponi del Giro ci vado in sella alla mia bici. Al lavoro ci vado in bici e sempre in bici ci vado per uno stile di vita sano. Una questione culturale, ma vaglielo a spiegare...
da Roma, Pietro Illarietti