| 24/10/2006 | 00:00 Jean-Marie Leblanc, direttore del Tour de France, è preoccupato per il futuro del ciclismo, legato in particolare al ProTour, come rivela un'intervista pubblicaata da velomag.fr.
«Le grandi squadre sono diventate delle grandi macchine, con più di 50 persone in organico: diventa impossibile, in questo contesto, parlare di un vero e proprio spirito di squadra, ci sono dei corridori che si vedono solo al ritiro di inizio stagione e poi basta e questo va a snaturare la natura stessa del nostro sport. Tre ragazzi che pedalano assieme poi partono l’uno per la Polonia, l’altro per la Gran Bretagna ed il terzo per il sud della Francia, tornando ad incontrarsi magari mesi dopo... Da questo punto di vista, l’evoluzione è stata troppo veloce, me ne rendo conto guardando, discutendo, ascoltando le squadre e leeggendo i loro bilanci di fine stagione».
Leblanc si spinge poi ad avanzare delle proposte: «Bisogna diminuire il numero di prove del ProTour, oggi sono troppe, decisamente. E bisogna anche arrivare a diminuire il numero dei corridori che compongono ogni squadra».
E ancora: «Il ciclismo deve ritrovare la sua credibilità, minato come è stato nel 2006 dagli affari Puerto e Landis, tanto per citare solo i principali. Gli sforzi di tutte le componenti del ciclismo devono essere volti al recupero della credibilità perduta».
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