Padova contro Verona, duello di fiere finito in tribunale. E proprio ieri è stata notificata l'ordinanza del Tribunale di Venezia che dà ragione a Expobici di Padova inibendo ai vertici della fiera veronese di continuare ad utilizzare il materiale illecitamente sottratto.
«L’ordinanza del Tribunale di Venezia, sezione specializzata in materia d’impresa, che ci è stata notificata ieri - spiega Daniele Villa, amministratore delegato di PadovaFiere spa - riconosce la fondatezza della nostra denuncia e ristabilisce la verità dei fatti. Il testo del dispositivo accoglie infatti in pieno le nostre ragioni, spiegando in modo dettagliato che Ente Verona - e cito testualmente - ha utilizzato informazioni segrete o riservate, legittimamente detenute da PadovaFiere, illecitamente sottratte dagli ex dipendenti e così facendo non ha rispettato i principi della correttezza professionale perché si è avvalsa di un vantaggio competitivo acquisito illegittimamente, in spregio alle regole di una competizione corretta. Non solo: le circostanze sopra evidenziate integrano indizi gravi, precisi e concordanti che le condotte poste in essere dai resistenti siano sanzionabili ex art.99 c.p.i. e comunque ex art.2598 n.3 c.c. nei limiti di seguito esposti, in quanto contrarie ai principi della correttezza professionale ed idonee a danneggiare PadovaFiere. L’ordinanza - che elenca in modo dettagliato tutte le tipologie di dati segreti sottratti a PadovaFiere - inibisce quindi a VeronaFiere, all’ex amministratore delegato di PadovaFiere Paolo Coin e alle tre ex dipendenti di PadovaFiere (Denise Muraro, Patrizia Piu e Ivana Ruppi) l’ulteriore utilizzo delle informazioni segrete e riservate di proprietà di PadovaFiere, fissando una penale per ogni violazione e condanna la controparte alla refusione completa delle spese legali. Il nostro non era né un inutile chiacchiericcio - come qualcuno lo aveva definito - né un atteggiamento diffamatorio: abbiamo sempre agito a tutela della società e del valore che una manifestazione come Expobici rappresenta per il territorio. Sulla lunga distanza, come accade anche nello sport, i veri valori in campo emergono ed è ciò che si è verificato anche in questo caso. Finalmente vediamo riconosciute le nostre ragioni. Ora attendiamo gli sviluppi della vicenda legale - non dimentichiamo che è ancora pendente la causa penale per violazione del segreto industriale e furto di dati aziendali - e continuiamo a lavorare “a testa bassa” in vista dell’edizione di settembre e per lo sviluppo del progetto triennale. Non penso siano necessari ulteriori commenti, a parlare - in modo chiaro - è il testo dell’ordinanza».