Contento dei tuoi ragazzi?
«Molto. Mattia ha concluso la corsa rosa in netta crescita, come avevamo preventivato. Diego ha dimostrato quanto ci aspettavamo da lui, se nelle classiche non è riuscito a fare uscire tutte le sue qualità nella corsa rosa ha risposto presente. Abbiamo lavorato tanto per la cronometro, quindi non mi ha stupito la sua prestazione alla Barbaresco-Barolo. Sono felice abbia dimostrato quanto vale, io lo sapevo già».
Mattia potrà lottare in futuro con Quintana, Aru e compagnia bella?
«I suoi valori sono quelli di un corridore di prima fascia. Deve migliorare sulla resistenza a determinati wattaggi, per questo sta svolgendo lavori massimali ma le potenzialità non gli mancano. Aru ha già fatto vedere quanto può fare in una grande corsa a tappe, Mattia non ancora ma c’è un perché. Riprendere a correre dopo uno stop di sette mesi non è un gioco da ragazzi. Le gambe e la testa non gli mancano, andrà lontano. Ci serve solo un po’ di tempo. Entro fine stagione sono certo riuscirà a togliersi qualche soddisfazione».
Si stanno preparando entrambi per il Campionato Italiano che si disputerà a fine mese in Trentino.
«Esatto, vogliamo arrivarci al 100%. Mattia punta alla prova contro il tempo, Diego a quella in linea. Sia ieri che oggi sono in pista a Lucca, una bella struttura all'aperto che ammetto di aver scoperto da pochi giorni, con Mattia per svolgere alcuni test con la bici da crono, provare i materiali e trovare la velocità di crociera ottimale. Mattia correrà il Giro di Svizzera in cui dovrà gestirsi, è cosciente di star bene e sono sicuro che il podio è alla sua portata. Diego invece disputerà solo la prova su strada anche se secondo me potrebbe fare una bella figura in quella contro le lancette. Dal Giro non è uscito troppo bene, si sta rimettendo in salute, ma la sua condizione resta delle migliori. Nei prossimi giorni sarà impegnato al Giro di Slovenia e a seguire con la nazionale, prima dell’appuntamento tricolore. A cosa punta? Ovviamente all’obiettivo massimo».
Giulia De Maio
Mi sarebbe piaciuto vedere sinceramente cosa avrebbe potuto dare Malori sotto la guida di Bartoli, peccato sia "emigrato" proprio ora che le cose in casa Lampre cominciavano ad andare nella giusta direzione..