DELUDENTE BRAMATI

ATTACCHI & CONTRATTACCHI | 28/05/2014 | 19:31
di Cristiano Gatti   -  

Deludente Bramati. Molto deludente. Vecchio Davide, lasciatelo dire. In questa due giorni di delirio collettivo eri partito benissimo. Giusta, giustissima la ribellione contro gli impiastri del Giro: primo fra tutti Vegni, che istituisce la safety-moto senza che il regolamento lo preveda, subito appresso la giuria, che lascia fare, come se l’arbitro di un Juve-Milan tollerasse serenamente il secondo pallone in campo, e a seguire anche i sistemi di comunicazione, radiocorsa più twitter, esecutori materiali di un disastro storico con annunci a dir poco ambigui (alla fine ci metterei pure il popolare Unzue e il suo pupillo Quintana, autori della spaccata con l’intramontabile tecnica dei finti tonti).

Eri partito benissimo, amico Bramati. E avevi anche continuato altrettanto bene, sostenendo con passione le tue ragioni, a tutti i costi. Poi, la comparsata al “Processo”. Ci dev’essere qualche virus che vi assale, quando si accendono quelle maledette telecamere: il leone che alberga dentro il vostro animo improvvisamente si trasforma in un mansueto cockerone. Giustamente la Zia Ale ti invitava a sostenere le tue ragioni, proprio lì, davanti al megafono migliore della tv. Era l’occasione ideale per spiegare alla gente, cioè ai destinatari più importanti, il senso della vostra rabbia. Un rigore da tirare preciso nell’angolino. Ma ecco il colpo di scena: prendi la rincorsa e lo spari al terzo anello. Orecchie basse, tono accucciato, “cosa vuoi che facciamo, avete visto tutti, adesso ci sono ancora tre tappe importanti, la mia squadra è motivata”, eccetera, eccetera, eccetera.

Potevi lanciare una mina, hai lanciato un cotton fioc. Io non so che cosa ti abbia preso. Ma dov’era il “Brama” che tutti conoscono: diretto, lineare, senza peli sulla lingua? Chi era quello, suo fratello diplomatico?
Sai perché tanta delusione, Davide? Perché ci sono momenti della vita in cui bisogna andare fino in fondo, senza calcoli e senza esitazioni, se davvero in quel momento sono in pericolo le nostre ragioni e i nostri diritti. Mi pareva di aver capito che questa farsa dello Stelvio avesse ferito molto la vostra dignità di tecnici. Non piace mai a nessuno uscirne da tordi, tanto meno a voi. E non si può nemmeno far passare per unico genio Unzue, che quanto meno ha ciurlato nel manico. Avevi cioè mille ragioni, ma hai rinunciato in fretta a brandirle con passione e fervore. Fatico a capire il motivo. Evidentemente ne avrai di buonissimi.

Per quanto mi riguarda, voglio solo farti notare - senza la minima malizia, ma per dovere di cronaca – che il tuo amico Luca Guercilena, sullo stesso palco e con le stesse ragioni, non ha sprecato l’occasione per esprimersi fino in fondo. Io, ascoltandolo, l’ho apprezzato tantissimo. Mi sono detto: ecco un giovane tecnico che difende compiutamente le proprie idee, senza calcoli e senza opportunismi, a costo di crearsi anche dei nemici. Ci sono momenti, durante battaglie giuste, in cui non bisogna pensare a quanti nemici ci facciamo. Non conta il consenso, non contano le conseguenze. Conta difendere fino in fondo la propria dignità.

Per questo, ne sono sempre più convinto: il ciclismo di oggi ha bisogno di molti Guercilena. Resto convinto che abbia bisogno anche di tanti Bramati. Ma non di questo Bramati. Non del fratello.
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COMMENTI
A Cristiano Gatti
28 maggio 2014 21:01 angelofrancini
Ciao Cristiano,
trovo un poco strano il tuo articolo riferito alla presenza di Davide Bramati al Processo alla Tappa.
Mi permetterai di paragonare, il suo “silenzio” televisivo, ad alcune risposte che danno taluni allenatori di calcio nelle interviste post partita, davanti a certe domande su evidenti errori arbitrali!
Cosa vuoi che dicesse: lui lavora ed opera in quel mondo!
Cosa avrebbe dovuto dire di più di quello che ha detto, sul quale personalmente non concordo.
E se anche avesse detto cosa sarebbe cambiato? Nulla.
Avrebbe forse dovuto ribadire che le disposizioni della Direzione Corsa comunicate da Radio corsa erano state fatte, che anche la comunicazione della Direzione del Giro che, come abbiamo sentito oggi al Processo della tappa è stata fatta direttamente da Rossella Bonfanti, è stata fatta.
Bramati doveva forse sottolineare che la Giuria aveva l’obbligo ed il dovere di non permettere l’attuazione di quella disposizione della disposizione della Direzione corsa perché sbagliata sul piano regolamentare?
Certamente avrebbe dovuto dire in TV che la Giuria doveva intervenire per ricordare alla Direzione del Giro che l’unico strumento regolamentare applicabile era la neutralizzazione della corsa sul GPM dello Stelvio, fermando tutti i corridori.
La Giuria non l’ha fatto e gli stessi tre tweet dell’UCI di oggi dimostrano la difficoltà dell’UCI, nel prendere una decisione, che se ne esce con un comunicato pilatesco che salva tutti!
Bramati avrebbe dovuto andare in TV e chiedere perché la Giuria non sia intervenuta sulla comunicazione della Direzione del Giro?
Come dire che anche Voi che seguite il Giro non lo sapete!
Potevano intervenire per smentire quanto comunicato da una loro Collega, che nel panorama internazionale dei Commissari sicuramente non è una sconosciuta.

Vedi nel calcio si parla tanto dei problemi legati al mondo arbitrale e dei loro errori.
Nel nostro sport nessuno parla degli errori di tale categoria che sono molti e talvolta meno credibili di quelli commessi dagli arbitri di calcio!
E te lo dico Cristiano, come ben sai, da ex dirigente federale, ex giudice di gara e Direttore di organizzazione professionistico (così si chiama la categoria, anche se a me non piace).
Ieri chi ha perso è il ciclismo ed il più danneggiato è stato Quintana sul quale, per colpe di altri, sono state messe delle ombre.
Per questo ultimo aspetto non sono d’accordo con Bramati, ma come umanamente andare in TV a dire certe cose?
Lui non le ha dette, ma nessun giornalista le ha scritte pur conoscendole bene!

Rossella Bonfanti
28 maggio 2014 21:43 canepari
Certo che il comunicato di radio corsa era di difficile comprensione e si prestava a dubbi in quanto non c'è alcuna precedente consuetudine alla bandiera rossa, "fantomatica" per altro. Forse qualche parola in più espressa PERSONAMENTE con la sua autorità carismatica poteva spenderla Mauro Vegni... Poi chiaramente le situazioni difficili dei 2700 metri hanno fatto il resto.

Giuria
28 maggio 2014 22:18 Paola2paola
I DS e quelli dell'ambiente non possono parlare liberamente. Ma voi giornalisti chiedete ai componenti della Giuria in Moto di coda cosa hanno risposto a chi chiedeva informazioni e quali erano le indicazioni che loro davano. Poi tutto sarà più chiaro!

Basta che tristezza
28 maggio 2014 22:44 venetacyclismo
Basta , fate ridere , ma insomma , la moto davanti , ma che èè , chi sapeva chi non sapeva , la ragione è sempre di chi vince , la gara è gara e basta .......

Forse
28 maggio 2014 22:54 ewiwa
Forse alla Gazzetta dello Sport ed all'UCI interessava di più la vittoria di Quintana che sarà forse un campione ma favorirlo in quel modo....sembrava lui e la sua squadra fossero al corrente del trappolone....mai in testa così a tirare e in quella tappa subito in testa al gruppo, poi giù per la discesa con due compagni e gli altri a spasso....è come sapere che uno si dopa e tutti girare la testa dall'altra parte ( d'altronde già è successo)

Bramati
29 maggio 2014 00:09 Line
Deludente Bramati? Ma cosa altro poteva dire......mi sembra che nelle ultime 24 ore di parole ne abbia dette tante,che purtroppo non sono state ascoltate anzi gli e stato dato dell incapace e tanti altri aggettivi che non sto qui a ripetere. oggi sul suo volto non abbiamo visto rabbia ma solo delusione e per ultimo non dimentichiamoci che il Brama e (solo) un direttore e non un team manager come Guercilena.

quintana e giuria
29 maggio 2014 01:39 filos71
La direzione di gara ha cannato, il comunicato era ambiguo e Quintana & C. hanno fatto orecchie da mercante. Ci sono prove che il colombiano abbia ignorato il motociclista (velo e le foto) ma i veri responsabili sono gli organizzatori

29 maggio 2014 06:42 foxmulder
Caro Gatti, chi voleva sul palco? Genny 'a carogna?

Cosa doveva fare
29 maggio 2014 09:25 Per89
Il Bramati visto al processo ha stupito un po' anche me, non era il brama incontenibile e senza peli sulla lingua, ma credo che quelli del processo si sono raccomandati, quando parlava Unzue la De Stefano lo ha sempre guardato come per dirgli di stare calma e quando parlava Cipollini scuoteva la testa cercando di spiegare il comportamento dei Saxo che in ammiraglia avevano Riis che si può dire tutto di lui, ma che aveva capito che era meglio arrivare in cima allo Stelvio tutti compatti. Bramati è deluso e lo si vede chiaramente avevano un vantaggio che permetteva a Uran di amministrare e incrementare nella crono di domani e per una decisione dell'organizzazione e della GIURIA perchè solo ad Aigle credono al fatto che nessun giudice ha sentito quanti giudici ci sono tra macchine e moto? Impossibile che nessuno ha sentito ha perso probabilmente il Giro... Guercilena invece è un fiume in piena ma la cara De Stefano non lo ha fatto intervenire quasi mai, al posto di invitare i corridori era meglio avere un confronto tra i DS, vere vittime. Bramati si è calmato ma Levefre non mi sembra!!!!

Ci pensa Lefevere
29 maggio 2014 10:30 Line
Le poche parole dette da Bramati sono giustificate dalla posizione presa dal manager Lefevere contro la direzione e la giuria,come a dire...... E' inutile che parlo io,lo sta gia facendo in modo piu appropriato il mio manager.Lui deve stare calmo e concentrarsi sulla corsa......non e' ancora finito il giro.

29 maggio 2014 10:54 siluro1946
Un colombiano che programma la fuga in discesa?!!! Ma a chi la vogliono raccontare
i "Movistar". Pancia a terra e fatelo morire, per il bene del Giro e soprattutto vostro.

La soluzione era semplice...
29 maggio 2014 11:02 fletcher2013
ma invece di fare polemica dopo, non era meglio chiamare il presidente di giuria subito dopo la comunicazione radio e chiedere conferma? Del resto tutti sanno che certe disposizioni spettano solo a lui...

X Siluro
29 maggio 2014 15:06 ruotone
E' molto probabile che sarà di nuovo lui (Quintana) a far morire gli altri.

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