Il Giro: una Scala senza tenori

ATTACCHI & CONTRATTACCHI | 24/05/2014 | 18:56
di Cristiano Gatti        -  

Proprio non ce la faccio. Ci terrei tantissimo a dire che il Giro è fantastico, ma proprio non mi riesce. Se devo dirla tutta, ho il terrore che stia prendendo la china di quegli strani Giri recenti vinti da Menchov e da Hesjedal, Giri senza campioni, Giri livellati (in basso), Giri decisi addirittura dagli abbuoni (tagliati, chiedere a Rodriguez).
Sento dire che lo spettacolo sarebbe sublime proprio perché la classifica è ancora molto aperta. Perché in tanti possono ancora vincere. Perché non c’è un padrone.
Mi schiero: sono gli stessi medesimi motivi per cui lo trovo povero. Per me il Giro è come un grande teatro: non può essere alla portata di tutti. Non posso rischiare di vincerlo anch’io. Ho l’idea – il sogno da tifoso – che soltanto pochi semidei possano permetterselo.

Qui invece siamo tutti i giorni in attesa dell’impresa che non c’è. Abbiamo visto un 37enne che sembrava avviato all’autunno della carriera dominarlo per metà, grazie al fondamentale contributo di una rotonda assassina nei pressi di Cassino. Abbiamo visto un colombiano dominare la cronometro, e con tutto il rispetto per Ciccio, questo non è un buon segnale per quella cronometro (cosa diremmo se un colombiano vincesse le cronometro del Tour?). E alla prima salita, subito una disillusione: questo Uran che sembrava incamminarsi sul piedestallo del semidio, miseramente frana sotto i colpi non terrificanti di un Pozzovivo e di un mezzo Quintana.

Io mi consolo con le belle vittorie di Ulissi, di Canola, di Battaglin, segnali evidenti che la nuova Italia sta lentamente arrivando. Ma è una consolazione da tifoso italiano. Se guardo il Giro nel suo complesso, da critico, come dall’alto di Google Maps, vedo un’edizione ancora troppo misera. Sinceramente, fatico a distinguerla dal Giro del Trentino, terminato meno di un mese fa.

Vedrai l’ultima settimana, mi dicono. Aspetta a tirare conclusioni, mi esortano. Va bene: aspettiamo, sospendiamo. Vediamoli all’opera già sui tornanti di Montecampione, tanto per cominciare. Ma sinceramente mi chiedo se davvero la grande montagna sia da aspettare sul serio, con tanta ansia. Ho il terrore che anziché esaltare le qualità dei nuovi campioni, finisca per denunciarne ancora di più, chilometro dopo chilometro, il livellamento verso il basso.

Vanno rispettate molto, le fatiche di questi ragazzi. Ci mancherebbe. Ma non possiamo nemmeno fingere che lo spettacolo sin qui spadellato sia da grande Giro. Vorrei farmi capire sino in fondo: se Atalanta e Verona vanno in Champions League, loro sono super. Ma è anche il chiaro segno che qualche problema, il campionato, lo ha.
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COMMENTI
mediocrità per mediocrità.....
24 maggio 2014 19:22 geo
Purtroppo la "mediocrità" inizia con Piergiorgio Severini e Gigi Sgarbozza pagati con il Canone RAI. Scandaloso!

...
24 maggio 2014 19:47 SantGiac
Monotonia portami via...che retorica e che qualunquismo in questo articolo!!! Da accapponare la pelle
Giacomo

Non so voi..
24 maggio 2014 19:55 teos
..ma io ho la stessa visione dell'insieme delle cose che ha Gatti. Bella l'incertezza, ma senza l'estro, la verve e la classe dei campioni che vanno in Francia, il Giro sarà sempre e comunque destinato ad essere una corsa di serie C. Già di serie C, perché la B se la prende la Vuelta che andandosi a collocare tra Tour e Vuelta qualche nome di spicco comunque lo attrae..

Abbiamo avuto Giri peggiori
25 maggio 2014 14:14 pickett
Credo che,nella storia del Giro,avremo avuto una trentina di edizioni con un campo di partecipanti molto + scarso.Ce lo ricordiamo il primo Giro vinto da Gotti,o quello di Cunego?Ciò che fa sembrare il Giro brutto e noioso,in realtà,é la pessima qualità delle riprese televisive.

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