FIGURE E FIGURINE | 14/05/2014 | 16:44
di Angelo Costa - Si chiama Eisel e già questo non gioca a suo favore: purtroppo per lui, agli italiani evoca tristi ricordi. Di nome fa Bernhard, e questo ha un richiamo di altro sapore: allude a esibizioni a luci rosse e alla fatica, che spesso vanno a braccetto. E’ un velocista austriaco di 33 anni che, a parte un exploit alla Gand-Wevelgem, ha avuto una carriera piuttosto uniforme: o ha vinto in Algarve o ha vinto in Svizzera. Negli anni migliori, gli è riuscita persino un’impresa: vincere in entrambi i Paesi. Dopo quattro anni che non alzava le braccia sotto un traguardo, è tornato a farlo al Giro: non ha vinto nulla, ma ha trionfato nella speciale categoria ‘Facciamoci riconoscere’.
Per tornare protagonista, Eisel ha atteso la tappa della vergogna, quella che il gruppo ha trasformato in farsa fra Giovinazzo e Bari. Noti i fatti: pur avendo ottenuto la neutralizzazione dell’ultimo giro per non rischiare sul bagnato, i corridori hanno deciso di non darsi battaglia neppure sull’asciutto. Alla fine, molti i velocisti che hanno fatto il loro mestiere, andando a giocarsi la tappa: fra questi non c’era l’esperto Eisel. Aveva un altro programma: transitando sotto lo striscione, si è alzato sulla bici, ha tolto le mani dal manubrio ed è esploso in un ironico applauso. Agli organizzatori? Alla giuria, sulla quale subito dopo si è sfogato anche a parole? Ai colleghi? A una bella tifosa? All’austriaco ha detto bene che nel ciclismo non c’è l’arbitro: sceneggiate così sono da cartellino rosso. E senza ricorso alla prova tv.
Va capito, Eisel: è così abituato ai dolci climi dell’Algarve e alla tranquilla estate svizzera che fatica ad accettare i tardivi inverni proposti dal Giro. Non lo sopporta proprio: avrà anche corso Parigi-Roubaix e classiche del Nord nel gelo, ma lì freddo e pioggia fanno parte dell’arredo. Quando viene in Italia si aspetta un altro trattamento: per non far arrabbiare lui e quelli come lui, l’organizzazione sta pensando di realizzare corsie preferenziali, possibilmente in moquette, con appositi guard-rail in gommapiuma e ventilatori a bassa intensità per contenere l’eccessiva sudorazione evitando pericolosi colpi d’aria. Allo studio anche speciali tunnel in plexiglas, per non perdersi il paesaggio in caso di pioggia. Per non imbarazzare Eisel, verrà chiesto alla Rai di stare attenta alla programmazione: già cancellati film come ‘Via col vento’, ‘L’uomo della pioggia’ e ‘La tempesta perfetta’.
La frase del giorno. «A questo punto il favorito sono io? A questo punto sì, il Giro deve ancora partire» (Michele Scarponi davanti ai microfoni è sempre il primo a scattare).
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