Dopo Franco Ballerini, il commissario tecnico della nazionale tragicamente scomparso, Nicola Minali, Silvio Martinello, Johan Museeuw, Andrea Tafi, Gianluca Bortolami, Fabrizio Guidi, Paolo Savoldelli, Paolo Bettini, Gilberto Simoni, Andrea Noè e Oscar Freire toccherà al lombardo Stefano Garzelli ricevere il premio la Bici al Chiodo. Un premio, di grande significato, che vuole cercare di colmare le difficoltà che incontrano gli atleti che chiudono con questo sport che, proprio perchè tanto ha richiesto in termini di sacrificio e dedizione, altrettanto ha saputo dare ai suoi protagonisti incredibili emozioni difficili anche da abbandonare.
Garzelli professionista dal 1997, campione su diversi terreni, uno tra i migliori scalatori italiani, buon passista, si è sempre difeso bene anche in volata e a cronometro, ha lasciato l’attività alla soglia dei 40 anni e dopo aver messo in bacheca importanti traguardi quali il Giro d’Italia del 2000, il Giro di Svizzera, la Tirreno Adriatico e classiche come la tre valli Varesine.
La giornata però non assegnerà solo la bici al chiodo, ma anche i premi alla carriera a Marzio Bruseghin e ad Angelo Furlan anche loro alle prese con l’addio al ciclismo.
ll primo, professionista dal 1997 al 2012, è stato un corridore completo, pur facendo della cronometro la sua specialità migliore (sesto ai Mondiali di Verona e un titolo italiano). Vanta due vittorie di tappa al giro d’Italia e diversi piazzamenti tra i primi dieci nelle classifiche finali dei grandi giri (terzo al giro d’Italia del 2008). Negli anni poi si è spesso adattato al ruolo di sostegno ai capitani.
Furlan vicentino classe 1977, nel suo passato agonistico da ricordare la conquista del titolo italiano ed europeo nella specialità BMX e 35 successi tra le categorie juniores e dilettanti, è stato professionista dal 2001 e ha ottenuto ventidue successi con una Parigi-Tours solo sfiorata. Velocista, spesso si è misurato con Cipollini, Petacchi e Zabel, ha preso parte anche ad alcune gare di ciclismo su pista, dedicandosi spesso alla mountain bike.
Dopo questi tre atleti protagonisti del ciclismo moderno sarà la volta di una figura monumento del ciclismo, Ercole Baldini al quale andrà il premio d’onore in passato toccato solo agli immensi Alfredo Martini e Francesco Moser.
Baldini romagnolo di Forlì e che proprio a Campagnola festeggerà il suo ottantunesimo compleanno, è stato un grandissimo campione nelle prove contro il tempo, da dilettante stabilì il record dell’ora assoluto (46,393) nel 1956 al Vigorelli e si laureò campione olimpico su strada a Melbourne. E’ stato professionista dal 1957 al 1964, cogliendo 37 successi tra cui la maglia iridata a Reims e il Giro d’Italia entrambi nel 1958.
Dopo un grande altri due grandi ex è proprio il caso del premio che sarà assegnato a Giovanni Battaglin e Roberto Poggiali.
Per Battaglin di Marostica tanti successi in carriera fra cui spiccano nel 1981 il Giro d’Italia e la Vuelta. Al Tour del 1979 ha vinto la classifica finale del gran premio della montagna, vincitore anche di diverse classiche in linea come il Giro del Lazio, l’Appennino, la Coppa Sabatini, la Coppa Bernocchi, la Coppa Placci, la Milano-Vignola, la Milano-Torino, ha vestito più volte la maglia azzurra ed è importante ricordare il suo apporto a Felice Gimondi nei campionati del mondo in Spagna 1973.
Il toscano Poggiali, 15 stagioni di professionismo negli anni sessanta e settanta, è stato campione Italiano, cinque volte in azzurro, un giorno in rosa con 10 successi in carriera con la prestigiosa Freccia-Vallone, una tappa e classifica finale giro Svizzera. Nel settembre 2013 è stato componente del comitato organizzatore del campionato del mondo corso a Firenze.
Da coloro che hanno scritto le più belle pagine del ciclismo di ieri si passerà alle promesse del ciclismo di oggi, con il premio titolato a Fabio Saccani che andrà a:
Gianluca Esposito esordiente 1° anno - ha scoperto il ciclismo grazie ad un vicino di casa e nella prossima stagione vestirà la maglia della S.C. Cavriago;
Simone Medici junior - ha iniziato giovanissimo con la mountain bike per approdare alle gare di discesa il “downhill” con il team Pedroni. Nel 2013 ha vinto l’importantissima gara di Sestola, ed è stato chiamato in azzurro partecipando a tre gare di coppa del Mondo e alle trasferte in Norvegia e Austria;
Mirco Maestri under 23 - orgoglio del vivaio ciclistico reggiano - ha iniziato a gareggiare nel 2001 con numerosi piazzamenti e vittorie nelle categorie giovanili;
Riccardo Minali junior - figlio d’arte ma che si ispira a Tom Boonen e sogna di vincere un Fiandre - terzo nella cassifica di rendimento, nella stagione 2014 vestirà la casacca della Bottoli Merida.
Oltre ai premi agli atleti ci sarà spazio anche per autori che presenteranno i loro due libri di recente uscita: “In nome di Marco” scritto a quattro mani da Tonina Pantani, madre di Marco responsabile della Fondazione Marco Pantani ONLUS, che si occupa di sostenere persone e famiglie in difficoltà e promuove la diffusione del ciclismo e dei veri valori dello sport tra i più giovani e Francesco Ceniti giornalista della Gazzetta dello Sport. Sarà questo un modo per rendere ancora più significativa la presenza di Garzelli che con il “pirata” ha condiviso carriera e amicizia.
Poi sarà la volta di Stefano Pelloni autore di “Un sogno olimpico”, storia e pensieri del modenese Claudio Vandelli presente anche lui a Campagnola, vincitore dell’oro olimpico di Los Angeles.
La giornata, che avrà inizio alle ore 11.00 presso il centro sociale di Campagnola che collabora fattivamente all’iniziativa, conta pure sui patrocini della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Reggio Emilia e dell’Amminitrazione Comunale di Campagnola Emilia. Per partecipare è però necessario prenotarsi, anche per assicurare una adeguata organizzazione, via mail tedpaolo@tiscali.it o telefonando ai seguenti numeri 338-3336847, 348-2247981, 335-7055169.
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