DOPING | 05/12/2013 | 09:06 Il fenomeno del doping non risparmia lo sport dilettantistico, dove sono presenti le stesse sostanze di quello professionale. Lo conferma il rapporto della Commissione per la Vigilanza ed il controllo sul Doping e per la tutela della salute nelle attività sportive del Ministero della Salute, che nei controlli nei primi sei mesi del 2013 ha trovato 22 atleti positivi, corrispondenti al 2,8% del campione. Secondo i dati pubblicati sul sito del Ministero, relativi a 778 atleti controllati durante 164 manifestazioni, a risultare positivi sono soprattutto gli uomini (il 4% del campione contro lo 0,7 delle donne) nella fascia di età tra 39 e 44 anni. Il fenomeno sembra più diffuso al Sud, con un rapporto tra positivi e controllati del 4,7%, rispetto a Nord e Centro che si fermano poco oltre il 2, mentre tra le sostanze prevalgono cannabis e steroidi. Per quanto riguarda le discipline, tenuto conto del fatto che in alcuni sport il numero di controlli è stato troppo basso per poter dare una stima della diffusione, atleti positivi sono stati trovati praticamente in tutte, dalla pallamano al rugby, con il ciclismo che ha visto il 6% degli atleti testati positivo a una o più sostanze. «La positività all'eritropoietina e similari è stata riscontrata nei soli atleti praticanti ciclismo - sottolinea il rapporto - così come la poliassunzione di più sostanze vietate è stata rilevata, nei primi sei mesi del 2013, nei soli atleti praticanti ciclismo". Molto più diffusa è risultata la pratica di assumere farmaci e altre sostanze, come gli integratori, che non fanno parte di quelle proibite. Ha dichiarato di farne uso il 73,7% delle donne controllate e il 68,8% degli uomini, con vitamine, sali minerali e integratori usati dal 35% del campione mentre gli antinfiammatori dal 25%. (Ansa)
Ma hanno scoperto l'acqua calda questi signori?
L'eritropoietina sicuramente non viene usata da chi deve fare i 100 mt nell'atletica o la velocità in pista nel ciclismo lo slalom speciale nello sci.
Il mischiare i dati dei positivi, senza dividere le specialità praticate, é semplicemente insignificante: anzi serve solo per aumentare i contributi a favore dei soli noti per le ricerche nel settore. Contributi che poi finiscono a coloro che sono autori delle ricerche: o mi sbaglio?
Se poi nella voce ciclismo (al contrario di quanto fatto per gli altri sport) vengono inseriti anche i dati relativi ai "dopati" del mondo amatoriale gestito dagli Enti é facile far apparire il ciclismo "delinquenziale"!
a dire il vero
5 dicembre 2013 12:25fedaia66
non e' del tutto esatto che l'Epo serve solo agli sport di endurance.
M.Jones lo usava ed era una velocista e una saltatrice.
per non parlare di certi sospetti sui calciatori
Enti
5 dicembre 2013 14:12emmemme53
Perché solo nel ciclismo hanno sommato anche gli Enti che fanno parte di tale sport soltanto per il fatto di pedalare? Il solo ciclismo FCI ha una percentuale complessiva di circa l'1,5%, ovvero di molto inferiore a tantissimi altri sport. Smettiamola di demonizzare o demonizzarci.
778...
5 dicembre 2013 15:07FarEmi
...indipendentemente da i positivi nessuno si sofferma sul numero esiguo del controllati? 778!!!! in tutte le discipline sportive.... Angelo ne controllavamo, in rapporto, più noi.... se questa è la lotta al doping siamo freschi...
E.Farulli
Positività sugli amatori? E non abbiamo ancora visto tutto...
6 dicembre 2013 09:25Bartoli64
Mah, qui si parla del fatto che parte dei controlli (con esito positivo) effettuati sul ciclismo riguardano anche quelli del mondo amatoriale mentre altri sport non lo farebbero, e non è affatto vero!
Ad allora è il caso di evidenziare che negli altri sport (come nel calcio giovanile) c’è stata un’inflazione di controlli positivi ai metaboliti della cannabis, il che mi lascia qualche perplessità sul potere di accertamento di positività legate a ben altre sostanze (che danno ben altri effetti), neanche la cannabis fosse l’ultima frontiera del doping.
Per quanto riguarda il ciclismo (disciplina sempre piuttosto all’avanguardia nel doping) siamo poi così sicuri che dei semplici controlli sulle urine (quelle che si fatto tra gli amatori per intenderci) siano in grado di rilevare anche l’assunzione dei famigerati ormoni peptidici e di cui se ne fa ancora largo uso?
Forse sarebbe meglio non alzare troppa polvere sul caso, perché se tra i cicloamatori (tesserati FCI o Enti non fa alcuna distinzione), oltre ai controlli sulle urine se ne effettuassero pure sul sangue (magari con tanto di passaporto biologico), state pur certi che il tasso di positività nel ciclismo sarebbe ben più elevato rispetto a quanto non lo sia ora.
Stesso discorso, ovviamente, vale per altri sport (vedi l’atletica) dove la prestazione fisica (come nel ciclismo) richiede un ampio impiego di qualità metaboliche e non soltanto coordinative.
Bartoli64
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Se poi nella voce ciclismo (al contrario di quanto fatto per gli altri sport) vengono inseriti anche i dati relativi ai "dopati" del mondo amatoriale gestito dagli Enti é facile far apparire il ciclismo "delinquenziale"!