Scinto: ora cambia tutto

VINI FANTINI | 06/08/2013 | 11:20
I giorni passano, la rabbia no. E nemmeno il senso di incredula delusione. Di certo il carattere del lottatore non manca a Luca Scinto, ma stavolta la fatica per ripartire è grande.
«La mazzata è stata grande, terribile. Quando succede ad altri non ti rendi conto di quanto faccia male. Adesso che devo fare i conti con cinque anni di lavoro, professionalità e impegno spazzati via in due giorni, mi accorgo di quanto è difficile reagire. Purtroppo siamo costretti ad affidarci a corridori che poi si rivelano non essere uomini».
Due positività - quelle di Di Luca e San­tambrogio - dai risvolti molto diversi.
«In me la prima non ha lasciato grandi strascichi a livello emotivo. Con Danilo non ho avuto rapporti diretti, ci siamo visti una settimana prima del Giro, poi la sera a cena con la squadra, quindi tutti a dormire, una veloce riunione al mattino e nulla di più. Ma con Mauro la cosa è stata molto diversa».
Ci spieghi?
«Santambrogio, proprio come me, è un malato di lavoro, attento all’alimentazione, maniacale sotto ogni profilo, chiedete al personale quanto li ha fatti ammattire... Faceva la vita da ciclista al cento per cento e questo mi riempiva di gioia, l’ho portato spesso ad esempio ai suoi compagni di squadra, Sa­pevo i problemi personali di cui ave­va sofferto in passato, ma dalla BMC mi avevano invitato a voler credere in lui, ad aiutarlo a fare il salto di qualità. Mauro poi ti porta ad affezionarti a lui, quando lo conosci bene, e io non avrei mai pensato che potesse finire così: anche perché se dovessimo pensare male di ogni corridore che compie dei progressi, allora smetteremmo di fare questo mestiere».
Ma come squadra, non potevate proprio fare di più?
«Ma cos’altro dovremmo fare? Pa­ghia­mo per il passaporto biologico, svolgiamo controlli interni oltre a quelle di tutti gli enti preposti, abbiamo fatto firmare ai corridori un codice etico severissimo. Io non ho il budget di squadre come la Sky, per fare un esempio, e vi chiedo: se la stessa Uci fatica a trovare certe sostanze, come potremmo farlo noi, che gestiamo una squadra Profes­sional? E aggiungo di più: il passaporto biologico di Mauro non presenta alcuna anomalia. E prima di prenderlo avevamo voluto leggere le carte dell’inchiesta di Mantova, insomma abbiamo cercato di tutelarci in tutte le maniere. Cosa faccio, caccio un corridore solo perché circolano brutte voci su di lui?».
Sì, però le voci erano insistenti.
«Le ho sentite e ho affrontato Mauro, l’ho fatto almeno un paio di volte al Giro d’Italia. Gli ho chiesto di guardarmi nel gli occhi e gli ho detto: “io ti difendo, ma queste voci che sento?” Io  mi mettevo in una posizione critica nei suoi confronti e lui si offendeva, perché sentiva venir meno la mia stima. Forse sono stato un po’ coglione, lo riconosco, ma vorrei ribadire un concetto: l’anello debole, siamo noi tecnici e team manager. Riflettete: come faccio io a sapere cosa sta facendo un mio corridore mentre voi leggete questo articolo? Come faccio ad essere sicuro che non si stia facendo consigliar male da qualcuno? Io so solo che Angelo Ci­tracca ed io ci troviamo ad affrontare il problema di dover andare avanti con un team che da da mangiare a 38 famiglie, che abbiamo visto la nostra immagine rovinata dai fatti accaduti e poi dalle convocazioni della Procura Fe­de­rale, che dobbiamo fare i conti con sponsor che possono aver perso fiducia nei nostri confronti».
Cosa pensa adesso di Santambrogio?
«Che un giorno mi piacerebbe trovarmi con lui e fargli una sola domanda: perché? Io sono convinto che Mauro sia un debole, che si sia trovato di fronte a problemi personali oppure economici e che si sia fatto influenzare dalle persone sbagliate. Eppure tutti i miei corridori possono testimoniare che abbiamo fatto numerose riunioni nelle quali ho detto loro chiaramente che non potevamo permetterci errori, che le Professional non sono protette come le squadre del WorldTour, che il ciclismo è cambiato, che non dovevano farsi convincere da false sirene. Chiedetelo a tutti... Mauro, non era necessario fare questa stronzata, avresti vinto lo stesso! E nessuno ti chiedeva di andare sul podio del Giro. A proposito? Le voci circolavano, ma dopo Bardonecchia quattro o cinque squadre erano andate a cercare Santambrogio per il prossimo anno...».
Cosa pensate di fare, adesso?
«Ribadisco che la situazione non è facile, né per Angelo né per me. Abbiamo chiesto scusa a tutti e lo rifaccio ancora una volta pubblicamente con Rcs Sport, con Michele Acquarone, con Mauro Vegni, con La Gazzetta dello Sport: ci rendiamo perfettamente conto del danno che abbiamo recato alla loro corsa. Ma a loro chiedo allo stesso tempo di riflettere sul fatto che, se ci chiudono la porta, ci mettono con le spalle al muro».
Da dove si riparte?
«Bella domanda... Angelo ed io stavamo trattando con sponsor importanti ed ora ci ritroviamo al palo. Ma se ripartirempo dovremo farlo in modo nuovo, cercando di tutelarci e di sganciarci dalla posizione di anello debole. Purtroppo ci scontriamo sulle leggi della privacy: se il corridore non è d’accordo, noi non abbiamo accesso al suo passaporto biologico e non abbiamo modo di sapere - per esempio - se salta un controllo antidoping. Ma abbiamo bisogno di spazio di manovra e soprattutto di una giustizia certa da parte dell’Uci. Perché io ho un tarlo: hanno sbagliato solo i miei corridori?».
Qualcosa, ci sembra di capire, deve cambiare anche nei regolamenti.
«Il caso Di Luca è esemplare: tutti sapevano che Danilo era da mesi in procinto di tornare alle corse, eppure dall’inizio del 2013 nessuno era andato a controllarlo. Perché accade questo? E perché non c’è la volontà di risolvere una volta per tutte il problema delle Continental, che vivono in una specie di terra di nessuno? Gli sponsor hanno bisogno di risposte certe e di sapere che in tutti gli sport i controlli vengono effettuati allo stesso modo, altrimenti nessuno investirà più nel ciclismo. E soprattutto si facciano i controlli nelle categorie giovanili, sui corridori che noi dovremo ingaggiare in futuro».
Altre cose da fare?
«Non prendere più atleti con un passato discusso, con voci inquietanti che ronzano loro attorno. E non prendere più atleti che ti regalano. E poi inasprire ulteriormente un regolamento interno già durissimo».
Lei ci crede ancora?
«Il tempo è galantuomo, ha sempre detto mia mamma ed io non posso pensare che anni di lavoro e passione siano stati cancellati in un attimo. Non ho un grande morale, Angelo in questo è sicuramente più bravo di me, ma sono pronto a ripratire come sempre a testa alta. Ai miei detrattori, che non biasimo certo, pongo solo una osservazione: che vantaggio avrei avuto io dal dopare Santambrogio, se pensate che lo scorso anno due vittorie di tappa al Giro e una maglia azzurra non sono servite per aiutarci a trovare un nuovo sponsor? Pensateci e capirete perché dico che siamo noi la parte lesa in questa vicenda. E perché dico che senza la possibilità di agire con nuove regole, ripartire sarà difficilissimo».

di Paolo Broggi, da tuttoBICI di luglio

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COMMENTI
Forza Luca, Forza Giallo Fluo!
6 agosto 2013 11:40 Bobogri
Ma quale smettere, noi dobbiamo raddoppiare, alla faccia di tutti gli altri!
Qualcuno ci vuole male? cavoli suoi..

Tralascio l'aspetto SANTAMBROGIO, ma...
6 agosto 2013 12:30 Fra74
avendo letto le carte della inchiesta di Mantova, Sig. Scinto, come da lei affermato, sicuramente qualcosa Le avevano lasciato tali carte, pur con la presunzione di innocenza sacrosanta...
E detto ciò, Sig. Scinto, io vorrei farLe alcune domande: mi pare di aver letto ad inizio stagione che confidava molto in CHICCHI, che prevedeva 6/7 vittorie di spessore, mi risulta che lo stesso abbia vinto, ma tali vittorie di qualità?!? E poi, al Giro di Italia, la FANTINI, vista l'esperienza dello scorso anno, cosa ha DIMOSTRATO a livello di risultati sportivi?!? Insomma, che voto da alla Sua gestione di risultati sportivi fino ad ora?!? Non me ne voglia,per quanto possa "fregargliene" del mio personale VOTO, io, le do un 5 a livello di risultati sportivi ottenuti, ma c'è ancora agosto e settembre....per migliorare!!!!
Francesco Conti-Jesi (AN).

Io ribadisco quanto detto a suo tempo
6 agosto 2013 12:44 teos
Giusto che una squadra intera non paghi per errori del singolo (o per meglio dire in questo caso dei singoli). Altrettanto giusto però non dimenticare le squadre (e le famiglie) delle tante professional che per errori dei singoli hanno pagato pagato il conto che ora si vuole abbonare a Scinto & co. Parlo della CSF, esclusa dal Giro 2009 dopo la positività di Sella (che tralaltro pur se al 99,99% fu positivo anche al Giro, fu di fatto beccato al Brixia Tour), parlo della LPR scomparsa dopo l'esclusione a seguito della positività di Di Luca (già sempre lui..) al Giro del 2009, parlo dell'Acqua & Sapone esclusa, nonostante avesse in organico la maglia verde del 2011 Stafano Garzelli, lo scorso anno solo perché aveva in squadra Di Luca (già ancora lui..) e difatta costretta allo smantellamento.. Ad RCS trovare il giusto compresso, tra una politica spietata di rilascio wild-card adottata fino a ieri e una più morbida e comprensiva che si vuole si adotti oggi.

Caro Scinto
6 agosto 2013 15:27 Cristallo
visto che il tempo è galantuomo e guarisce tutte le ferite, devi chiudere questo capitolo doloroso e iniziare nuovamente con i corridori che ora hai nella tua squadra.
La Fantini non era solo Santambrogio e Di Luca.
Hai dei buoni corridori alcuni li conosci bene perchè sono con te da qualche anno, ma altri che non è da molto tempo che sono in squadra secondo me devi dare loro più fiducia e farli lavorare cosi' che ti ripagheranno nel migliore dei modi.
Più risultati più sponsor.
Chi semina bene, raccoglie bene. Auguroni..............

......un debole!
6 agosto 2013 19:25 lele
Chissa come mai e' andato via dalla Bmc! Mah.....

riflessione
7 agosto 2013 13:37 jack64
Arrendersi, dopo questa spiegazione, è sbagliato secondo il mio punto di vista. Sicuramente tutto ciò deve aver insegnato al movimento che le "occasioni" spesso sono delle bufale clamorose. Se Scinto mollerà sarebbe opportuno dare questo segnale ai tanti ragazzi in squadra che stanno attendendo di correre e sperano, continuano a sperare, di continuare a indossare questa maglia o un nuovo progetto. Ritrovarsi a gennaio 2014 e sentirsi dire chiudiamo, non aiuterà chi vuole restare perchè non complice di Santambrogio, Di Luca ed i tanti poveri malati che vivacchiano in un ambiente che si sta ripulendo! Allora chiarezza per tutti. O avanti o stop, ma ditelo. Grazie

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