Caro Renato, ma perché le regole valgono solo per quei tre là

POLITICA | 23/07/2013 | 10:47
Il 27 giugno scorso Mirko Rossato, ex professionista e tecnico della Trevigiani-Dynamon, nonché della Bardiani CSF, ci ha scritto una lettera. Con la sua missiva il tecnico lamentava il fatto che il suo team dilettantistico era stato costretto a rinunciare al suo medico sociale, dott. Benini, a causa di una norma introdotta dal Consiglio Federale della Federciclismo in data 12 dicembre 2012, e pubblicata il 20 novembre dello stesso anno.

Nella sostanza la nuova norma creava un’incompatibilità, come sapete un tema a me molto caro. Con la nuova norma di fatto un medico sociale di un team professionistico non può svolgere il ruolo di medico sociale di un team dilettantistico. Quindi il dott. Benini è stato costretto dalla FCI a scegliere: team professionistico o dilettantistico? Ha scelto, costretto, il team professionistico e dopo 12 anni la collaborazione con Rossato si è dovuta interrompere.

Gli interventi di alcuni blogger mi hanno incuriosito e, allora, ho voluto vederci chiaro. Quello che è venuto a galla è piuttosto interessante.

L’incompatibilità è stata realmente creata e voluta dalla FCI (Di Rocco e Simonetto, presidente della CTS) ma presenta una particolarità che ai più è del tutto sfuggita. Solo alcuni medici sociali di squadre professionistiche sono “colpiti” dalla norma introdotta. Infatti la nostra FCI ha ritenuto ad arte di rendere incompatibili solo i medici responsabili di team professionistici affiliati in Italia. Un medico italiano tesserato per la FCI, iscritto nel ruolo dei medici della FCI, responsabile di un team professionistico affiliato all’estero può tranquillamente continuare ad avere tutte le squadre di dilettanti che aveva.

Perché colpire selvaggiamente solo i team ed i loro medici che hanno deciso di affiliarsi con la fci? E quanti sono i medici che si trovano in tale spiacevole situazione? Tre. Solo tre. Il già menzionato medico della Bardiani-CSF, dott. Benini. Il medico della Cannondale, dott. Corsetti. E il medico della Vini Fantini, dott. Tarsi. Gli altri medici italiani responsabili di team professionistici affiliati all’estero (ci viene in mente la Lampre, la Katusha etc.) possono continuare a dormire sonni tranquilli.

Perché? Io non so darvi una risposta. Ci risulta che i  tre medici colpiti abbiano inviato diverse mail alla Federciclismo, alla Commissione Tutela della Salute, a Simonetto, al Segretario Generale della FCI e via elencando. Risposta. Nessuna. Cosa sostenevano i tre medici nei loro scritti? Nella sostanza si stupivano di tale norma e a loro volta si dichiaravano assolutamente compatibili (nessuno dei tre ha rapporti di dipendenza con la sanità pubblica o riveste ruoli o incarichi particolari), e oltre a questo riportavano il pensiero delle società dilettantistiche che non erano disposte ad interrompere un rapporto creatosi negli anni. Infine, ma non ultimo,  chiedevano da normali cittadini come è stabilito dalle normative vigenti, di conoscere nel dettaglio le motivazioni della incompatibilità e dell’introduzione della norma. Risposta della Federciclismo, nessuna.

Uno dei tre (li abbiamo sentiti tutti e tre) nelle sue infinite mail alla Federiclismo si lamentava anche del fatto che nel suo caso la norma la si voleva applicare in senso retroattivo. Lui infatti, su richiesta della stessa Commissione Tutela Salute, aveva assunto l’incarico di medico sociale di una squadra di mountain bike, nel novembre 2012 ossia prima che la norma venisse introdotta. Quell’incarico l’ha dovuto assumere per consentire ad un’atleta del team dilettantistico - peraltro atleta di interesse nazionale - di poter svolgere la stagione invernale di ciclocross. Ovviamente ancora prima, sin dagli ultimi giorni di ottobre 2012 la Federciclismo era anche a conoscenza che quel medico sarebbe stato responsabile di un team professionistico ad essa affiliato.

Quindi il 12 dicembre, il giorno in cui il Consiglio Federale ha accettato la proposta del dott. Simonetto e creato l’incompatibilità, quel medico (ma anche i suoi due colleghi) erano già di fatto medici sociali di un team professionistico affiliato per la Federciclismo e di uno o più team dilettantistici. Una norma retroattiva, dunque? Si.

Lo scorso mese di giugno, i tre medici che mai hanno ricevuto risposte scritte o verbali dalla FCI, hanno dovuto capitolare rinunciando ad ogni resistenza. Il rischio minacciato in una mail scritta dal Segretario Generale della FCI Gabriotti ed inviata dal vicesegretario generale dott. Pavoni, era quello di possibili sanzioni. Dunque incompatibili e anche a rischio di provvedimenti disciplinari: proprio una bella situazione.

A nulla è valso, in tutta questa vicenda, l’intervento in loro favore delle varie società dilettantistiche che si avvalgono delle loro prestazioni. Hanno scritto mail e documenti di ogni genere alla FCI, affermando di non voler cessare il rapporto con il medico con il quale lavorano da anni, ma a nulla è servito.

La cosa divertente è che uno di questi “magnifici tre”, segue da 14 anni un solo team dilettantistico: una piccola squadra di mountain-bike formata da 4-5 atleti. Avendo parlato personalmente con il medico in questione, mi ha assicurato che il suo impegno è un soprattutto volto ad un segno di amicizia con il Presidente: puro volontariato. Non è bastato. È incompatibile: punto e basta.

A questo punto chiedo semplicemente al presidente Renato Di Rocco, il perché di questo provvedimento? Perché questi tre non sono mai stati degni di una risposta? Come è possibile che il dottor Luigi Simonetto, probabilmente figura di riferimento del ciclismo tutto, possa ricoprire più incarichi, alcuni anche in evidente conflitto (leggi pezzo su conflitto d’interessi CLICCA QUI) e questi tre medici invece, non possono neanche tenersi una piccola squadra per puro volontariato? Sia ben chiaro, se c’è da mettere ordine e fare chiarezza, ordine e chiarezza devono valere per tutti. Vogliamo togliere ogni sovrapposizione o conflitto? Bene, che lo si faccia. Ma non deve valere solo per quei tre là.

Pier Augusto Stagi, direttore di tuttoBICI e tuttobiciweb.it
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COMMENTI
Forse mi sfugge un particolare....
23 luglio 2013 21:16 savethetoast
Esistono competenze specifiche dei medici sociali che possono essere applicate ai professionisti e che siano dannose ai dilettanti e viceversa....visto che i ruoli sono incompatibili? Mah...misteri del nuovo corso del ciclismo trasparente.

Il vero problema
23 luglio 2013 23:24 cyrano

Direttore, sempre preciso, dettagliato e circostanziato. Nulla da
eccepire.

Ma qualcosa mi consenta, devo dirla. Non si è ancora stufato di scovare
magagne, chiedere spiegazioni al Presidente Di Rocco o chi per lui e non
ricevere alcuna risposta.
Io ritengo che la politica dello sport sia autoreferenziale, non risponde a nessuno, non osserva alcuna norma, nemmeno a quella del buonsenso e della correttezza.

Questo è il vero problema da risolvere!


@ Dott. Benini, Dott. Corsetti, Dott. Tarsi
24 luglio 2013 12:41 buendia
mi permetto di rivolgermi a Voi come feci a suo tempo con il signor Rossato.

A Rossato scissi che probabilmente quello provocato a lui era un danno collaterale, ovvero la norma non voleva colpire la Trevigiani- Dynamon.
Oggi vorrei poter dire a Voi la stessa cosa, ma mentirei spudoratamente.
Come giustamente scrive Il Dott. Stagi, è evidente che l’obiettivo di quella astrusa norma siete Voi, o almeno uno di Voi.

A suo tempo scrissi anche:
“perché il destinatario del missile tace? Questo non riesco proprio a capirlo.”
Ora scopro che non avete taciuto; avete scritto, protestato, richiesto spiegazioni, però scusatemi se mi permetto di dirVi, che dovevate capire immediatamente che tutto ciò era una perdita di tempo.
Il potere assoluto, perché di questo si tratta, non risponde, non ragiona, non media e non rimedia.
Il potere assoluto si impone al di sopra di tutto e di tutti; il suddito è schiavo e non merita risposta, anzi va punito per il solo fatto di porre domande, di chiedere giustizia.

Ci sono due sole possibilità di sopravvivenza, sottrarsi a quel potere oppure rivolgersi ad un altro potere, più forte e meno dispotico.

In questo caso sottrarsi a quel potere è possibile; come dissi a Rossato: “Una bella affiliazione all’estero per la Bardiani-CSF e il prossimo anno tutto è a posto.”
Tranne poi trovarsi con una nuova norma che vieta a tutti coloro il cui cognome inizi per B, C o T di ricoprire il ruolo di medico sociale.
Voi però sapete esattamente che è stato violato il Vostro sacrosanto diritto di svolgere l’attività professionale, come garantito dalle leggi di questo Paese.
Esiste dunque un altro potere, indipendente da quello sportivo, al di sopra di esso, cui potete chiedere giustizia.

Potete farlo, potete chiedere che quella norma sia cancellata, potete chiedere che il danno arrecatoVi sia risarcito.
Magari in questo modo potete anche far capire, a tutti gli altri sudditi, che il potere assoluto può essere battuto.


Ho fatto un sogno
24 luglio 2013 14:11 nonno
Ho sognato di aprire il sito di Tuttobici e trovare tre comunicati identici:

“Bardiani CSF /Cannondale/ Vini Fantini comunica che, se alla data del 30/10/2013, la regola che impedisce al proprio medico sociale di svolgere la propria attività professione sarà ancora valida, non rinnoverà per il 2014 l’affiliazione alla Federazione Ciclistica Italiana. La società continuerà a svolgere la propria attività, tramite un'altra Federazione.”

Commento all'articolo
24 luglio 2013 16:22 gaiatarsi
Gent.mo Dott. Stagi,

sono Gaia Tarsi, figlia del Dott. Tarsi, uno dei “magnifici 3” medici colpiti dalle norme “ad personam” sull’incompatibilità, introdotte con paurosa nonchalance dalla Federciclismo, in barba alle basilari norme sull’irretroattività vigenti in ogni ambito del nostro ordinamento giuridico. Prima di tutto, desidero ringraziarLa per l’articolo scritto a proposito di questa paradossale situazione, in quanto ha espresso con parole estremamente chiare, precise e dirette il pensiero mio e di altre persone venute a conoscenza di questa vicenda. Mi permetto di commentare come persona direttamente coinvolta, dal momento che le regole inserite dalla Federciclismo intralciano notevolmente e in modo del tutto INGIUSTIFICATO il lavoro che mio padre svolge con estrema cura e professionalità, le quali gli vengono ampiamente riconosciute in questo settore e – volendo essere volutamente polemica – credo che questo sia uno degli elementi a monte della decisione adottata arbitrariamente. Inoltre, si parla tanto di conflitto d’interessi, come Lei ha superbamente descritto nell’articolo allegato a questo, ma evidentemente quest’espressione assume significati completamente diversi a seconda della persona alla quale si fa riferimento. Nel caso di tre, e SOLTANTO TRE medici, diviene oggetto di specifica norma, la cui ratio rimane tuttora oscura e ingiustificata (apparentemente e formalmente, perché chi ha un minimo di esperienza e di acutezza ben può intuire le ragioni che ne stanno all’origine), nel caso di altri soggetti, invece, “passa in gloria” – come si suol dire – e tutto tace, la situazione è intoccabile e guai a chi tocca la, anzi LE, varie poltrone sulle quali siede. Come giustamente ha commentato l’utente “buendia” poco sopra, “il potere assoluto” (o almeno, tale crede di essere, aggiungo io) non risponde, non ragiona, ma esiste un altro potere, al di sopra di quello sportivo, cui è possibile rivolgersi per avere giustizia. Sono laureanda in Giurisprudenza, credo di capirne almeno un po’, ed è proprio la stessa cosa che ho consigliato a mio padre, perché è giunta l’ora di opporsi a coloro che si trincerano dietro l’indipendenza dell’ordinamento sportivo, al fine di realizzare i propri interessi.

Cordialmente

Gaia Tarsi

Ridurre i medici e ridurre i controlli (soprattutto del movimento sull'operato di dirigenti)
27 luglio 2013 14:46 ruotone
Una federazione con pochi medici sportivi ha le mani più libere, è più controllabile (come le altre federazioni).
Evidentemente il business va limitato a pochi soggetti amici e che lasciano fare i federali come vogliono.
Non disturbate il manovratore. Lui sta facendo pulizia e cultura.

Gentile Dott. Stagi
28 luglio 2013 00:28 cyrano

mi spiace dirLe che devo correggere il mio precedente giudizio.
Avevo scritto:” sempre preciso, dettagliato e circostanziato”, ebbene confermo tutto tranne il sempre.
In questo momento Lei non è “preciso dettagliato e circostanziato”, in questo momento Lei è impreciso.
Nel pezzo relativo al conflitto di interessi di cui ha riportato il link, Lei afferma che il dott. Simonetto è: “Direttore Sanitario e Primario Responsabile del Centro di Medicina e dell’Esercizio Fisico (CeMEF) dell’Ospedale San Raffaele di Milano”.
Ebbene Direttore, questo sembrerebbe errato.
No, direttore, non si preoccupi, non credo il Dott. Simonetto sia stato licenziato, molto più semplicemente il dottor Simonetto non può dirigere qualcosa che, a quanto pare, NON ESISTE.
Infatti in questo momento se si cerca il CeMEF nel sito del San Raffaele, non si trova.
Nessuna traccia, se non un paio di vecchi comunicati stampa ed un link:
"CeMEF-Centro di Medicina dell’Esercizio Fisico e dello Sport"
Però se poi si clicca sul link, si viene reindirizzati alla pagina: "http://www.hsr.it/clinica/" dove non c’è traccia alcuna del CeMEF.
Stesso risultato se nel sito si cerca il nome del Dott. Simonetto.
Problema tecnico? Attacco hacker? Lo spero per il Dott. Simonetto, ma al momento sembrerebbe una rimozione.

Però non è bello, così, su due piedi, senza uno straccio di comunicato, motivazione, spiegazione.

Comunque Direttore per capire cosa succede non resta che attendere, lunedì mattina una bella telefonata alla segreteria del CeMEF potrà fugare ogni dubbio.

Se non dovesse avere il numero di telefono e non riuscisse a trovarlo nel sito del San Raffaele, non si preoccupi.
Lo cerchi nell’elenco dei Centri accreditati della CTS, ma si sbrighi, in questo momento, il CeMEF c’è, domani chissà.

Una notizia falsa e tendenziosa
28 luglio 2013 15:28 nonno
Cyrano ha mandato un commento pieno di sembra, pare, si dice, ma non credo che doveva essere pubblicato.
Infatti non è vero che sul sito del S. Raffaele non c’è il Cemef. Basta cercare e si trova la pagina in cui si annuncia la creazione del centro.
Ci sono anche i numeri di telefono e l’indirizzo mail.
Inoltre c\\\'è scritto che il direttore del cemef è il Dott. Simonetto.
http://www.hsr.it/press-releases/al-via-il-centro-di-medicina-dellesercizio-fisico-e-dello-sport-ce-m-e-f-al-san-raffaele-di-milano/

Comunque, siccome nel centro c’è un laboratorio di valutazione funzionale, domani mattina chiamo e prenoto una Valutazione Funzionale per il cervello di cyrano.
Così siamo sicuri che il centro funziona in maniera impeccabile come sempre e poi cirano ci fa sapere i risultati della valutazione.

con rispetto per il nonno
28 luglio 2013 21:38 ruotone
Con il tutto il rispetto dovuto agli anziano, caro nonno credo che Cyrano abbia ragione. L'apertura del Cemef non esclude una possibile chiusura, come pure una possibile variazione della mission aziendale con riorientamento del core business.
Ok, prenota anche per me una seduta di valutazione funzionale ;-) andrologica e con una interessante dottoressa assistita da una dolce infermierina.
Così, per sport.

Scherzi a parte, se il Cemef non c'è più chi sta accreditando la Federciclismo?

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