La 3GiorniOrobica, la prestigiosa e splendida
corsa riservata alla categoria juniores organizzata dal Team
“Abbiamo tracciato questa edizione della
3GiorniOrobica pensando a quello che era successo lo scorso anno quando, per
via del diniego della Provincia su alcuni tratti di strada dal fondo stradale
malmesso, era stata un po’ decapitata. Quest’anno diciamo che ci siamo un po’
rifatti… Io non lo definirei un percorso così duro e massacrante come ho
sentito dire: è una corsa sicuramente difficile con due arrivi in salita, ma
secondo me la 3GiorniOrobica non si deciderà né a Bossico né sul Colle Gallo,
piuttosto nella tappa che arriva a Val Bondione. Quello è un tracciato
bellissimo ma non per scalatori, adatto a quei corridori tipo il campione del
mondo Gilbert, tanto per fare un esempio”.
La tappa di Val Bondione ha tra l’altro un
significato molto particolare per Lussana.
“Abbiamo organizzato il tutto insieme a
Giovanni Morelli, il presidente dell’Uc San Marco Vertova. Il 2 giugno scorso
sono passati dieci anni dalla scomparsa di Mauro Gadda, un corridore della
categoria juniores della San Marco Vertova, che purtroppo ci ha lasciato per un
incidente durante una corsa che arrivava proprio a Val Bondione. In quell’occasione
eravamo direttori di corsa io e Claudio Mologni (ora presidente della
federciclismo di Bergamo, ndr), abbiamo deciso di dedicare a lui questa tappa.
Percorreremo gli ultimi
Come sempre il palinsesto è molto ricco per i
4 giorni di corsa: ci saranno tanti bei nomi e l’albo d’oro, come da
tradizione, si arricchirà di un altro “papabile” per un futuro tra i
professionisti. Ma Lussana e Torri e tutto il loro staff abbasseranno le
antenne solo ed esclusivamente a premiazione avvenuta.
“Esatto. Quest’anno è anche l’edizione numero
13: c’è chi dice che porta fortuna e c’è chi dice che porta sfortuna… Dal 17 al
21 saranno 5 giorni per tutti noi non impegnativi ma qualcosa di più, e tirerò
un sospiro di sollievo solo alla fine dell’ultima tappa a Fara Gera d’Adda!”.
Lussana e Torri un binomio vincente pur
essendo caratterialmente agli antipodi…
“Ci hanno definito “l’acqua santa e il
diavolo”, non dico chi è il diavolo… Riusciamo a stare insieme perché siamo
totalmente diversi uno dall’altro, altrimenti il matrimonio non esisterebbe.
Per fare un tipo di corsa come la nostra devi avere una grande passione”.
E magari anche un pizzico di sana follia…
“A volte mi capita di fermarmi e domandarmi: ma chi te lo fa fare? Questa
corsa, così come le altre che organizziamo, porta via un sacco di tempo che
rubi alla tua famiglia. Ma è come una droga, non riesco a farne a meno: arrivo
ad ottobre stanco morto e mi dico adesso non faccio più niente. Ma bastano già
due o tre giorni senza corse che mi viene voglia di ricominciare”.
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