Donati: «Il doping è una minaccia concreta e il calcio fa poco».

DOPING | 06/07/2013 | 10:25
La cronosquadre del Tour vinta a quasi 58 km/h di media? “Preoccupante”. Anzi, di più. Alla domanda se sia probabile un legame tra prestazioni da record e uso del doping, il professor Sandro Donati, consulente Wada e uomo che combatte da sempre il doping risponde sconsolato “sì”. E spiega in un colloquio con Panorama.it perché lo sport non riesce a liberarsi dalla schiavitù della chimica e come i ciclisti (ma non solo) riescano oggi ad aggirare controlli che sulla carta sembrano molto più serrati rispetto al passato. Ci aveva già provato in 'Lo sport del doping', libro pubblicato nello scorso autunno e che ha fatto discutere. Oggi ne parla così.

Donati, perché è preoccupante che per vincere la cronosquadre al Tour si sia corso a quasi 58 km/h di media?

«Perché riporta indietro di una decina di anni, a un periodo in cui si sono succeduti a mischiati tra loro tanti tipi di doping e la situazione attuale è il risultato di abitudini consolidate. Il mio ragionamento è che non è mai stata realizzata una rottura col passato. Gli interventi contro il doping sono stati di emergenza e gestiti da una federazione internazionale che non ha mai avuto credibilità, che aveva come presidente della sua commissione medica Conconi che il Tribunale di Ferrara ha riconosciuto essere un responsabile storico del doping».

Ma almeno sono stati interventi concreti?
«Interventi di apparenza perché in realtà sono rimaste le stesse persone: direttori sportivi, corridori anziani ormai corrotti...».

Oggi c'è una nuova generazione, però, che corre...
«Vedo che ci sono molti giovani che si ribellano a questo tipo di ciclismo, ma loro stessi sono vittime di una continuità».

L'equazione tra la media record uguale doping certo non è pericolosa?
«Io non faccio un'equazione così semplicistica. Dico che per fare medie così elevate possono esserci una serie di spiegazioni a partire dal miglioramento molto significativo delle metodologie di allenamento».

È possibile?
«Impossibile. I professionisti gareggiano molto e hanno poco spazio per l'allenamento. E poi il miglioramento delle metodologie d'allenamento produce progressi minimi, nell'ordine dello 0,5 per cento».

Poi ci sono i materiali...
«Sappiamo tutti che ormai siamo al top».

Non siamo più in un'epoca in cui la ruota lenticolare di Moser poteva fare la differenza?
«No».

Cosa resta?
«Resta il campo delle domande più inquietanti».

Però oggi i controlli sul doping nel ciclismo sono pressanti...
«Non nego che ci siano, ma purtroppo conosco molto bene il meccanismo e il modo in cui può essere aggirato».

Come?
«Ci sono due categorie di sostanze utilizzabili. La prima è quella delle sostanze che sono riconoscibili dalle analisi, ma anche queste possono essere usate in microdosi».

L'Epo ad esempio?
«Parliamo dell'Epo o degli stimolanti. Il controllo antidoping può essere aggirato con le microdosi che si sommano tra loro e producono un effetto giornaliero che è importante. Se si usano le microdosi l'esame antidoping non le riconosce. Spesso sono stato consulente in indagini giudiziarie ed emergeva chiaramente dalle intercettazioni che si usavano le microdosi e i soggetti risultavano sistematicamente negativi all'antidoping».

La seconda categoria?
«Sono le sostanze che non vengono riconosciute negli esami ed è purtroppo una categoria abbastanza vasta. Ci sono gli ormoni peptdici come, per esempio, le gonadoreline che sono ormoni usati come terapia in caso di tumore ai testicoli. Ma qui entriamo anche nel campo del sistema che fa finta di controllare. Di queste gonadoreline ho sentito parlare per la prima volta da un medico onesto della nazionale italiana dilettanti che disse: 'State attenti a questi certificati di testosterone naturalmente elevato esibiti dai corridori perché in realtà non sono altro che il risultato di un uso sistematico delle gonadoreline'. L'analisi antidoping le vede solo se il soggetto le ha assunte nei minuti precedenti l'esame, cosa che è un'ipotesi assolutamente astratta».

Altre sostanze?
«L'ormone della crescita. Il Gh si riconosce solo se il soggetto lo ha assunto una manciata di minuti prima del controllo, altrimenti i tempi di vita sono così brevi che nelle urine scompare in fretta ogni traccia».

Quindi, facendo sintesi, l'equazione velocità uguale doping non è così astratta?
«No. Non c'è nulla di sbagliato. Al massimo non può spiegare tutto di una prestazione così».

Mi sta dicendo che la quasi totalità dei ciclisti che al Tour hanno corso la cronosquadre a oltre57 km/hdi media la maggior parte è dopata?
«Io faccio questo ragionamento. Statisticamente è impossibile che in una sola squadra o in due squadre ci siano 6-7 ciclisti estremamente competitivi che fanno tutti la loro migliore performance dell'anno insieme. In qualche caso non si sono mai distinti per grandi velocità in pianura. Come mai vanno forte tutti insieme?».

La risposta è che molto probabilmente sono prestazioni truccate dal doping?
«Sì. Non ci siamo. I controlli non li può fare un organismo che è strettamente interessato alle performance e alla vendibilità del prodotto ciclismo. Chiaro che per l'Uci più elevato è lo spettacolo e il livello delle competizioni e più ci sono introiti».

E' un conflitto di interessi che non riguarda solo il ciclismo, però...
«Assolutamente no. Interessa tutto lo sport».

Cosa pensa dell'apertura dell'Uefa ai controlli a sorpresa su sangue e urine nel calcio?
«Nel calcio il conflitto di interessi è ancora più eclatante. Se il valore di un ciclista è di qualche centinaio di migliaia di euro, per un calciatore parliamo di milioni di euro. E' chiarissimo che un business di questo genere viene tutelato con una gestione del controllo antidoping ancora più debole. Mentre nel ciclismo, anche per una questione di contingenza, si è dovuti intervenire di emergenza, nel calcio siamo ben lontani. Anche perché per i calciatori è sufficiente doparsi meno e in maniera mirata».

Quindi reputa l'iniziativa dell'Uefa di facciata?
«Assolutamente. Avrebbe credibilità se si rivolgesse a una comunità scientifica indipendente mettendo a disposizione un budget e lasciando autonomia totale sui controlli che comunque non sono una garanzia di intervento perché non vengono fatti a sorpresa ma esiste un preavviso. E poi come sono?».

Nel senso che non sono approfonditi?
«Il sistema sportivo fa il finto tonto anche se non lo è affatto. Da molti anni frena uno sviluppo reale dei controlli ematici. Prima delle Olimpiadi di Sidney avevo sviluppato un sistema di analisi del sangue molto articolato che aveva fatto scoprire molti atleti di alto livello con l'ormone della crescita anomalo. Sono passati tredici anni e si è fatto finta di non capire quell'esperienza. Molti parametri da misurare non vengono messi nei controlli ematici ed è come se si facesse un monitoraggio circoscritto ad alcune sostanze e la luce restasse spenta su altre».

Il ciclismo e lo sport in genere si affideranno mai a enti autonomi nella lotta al doping?
«Alla fine saranno costretti perché la loro credibilità andrà sottozero e dovranno farla. E sarà una liberazione anche per loro perché la performance sportiva non ha nessun bisogno del doping. Anzi, correre meno può anche migliorare lo spettacolo. Nel ciclismo la velocità elevata ormai impedisce lo spettacolo».

Si piegheranno?
«Il doping è stupido. Può favorire il singolo, ma nel momento in cui è così diffuso viene meno anche il fattore del vantaggio egoistico e diventa semplicemente un modo di difendersi. Ma non conviene al sistema».

da www.panorama.it
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COMMENTI
LUOGHI COMUNI A IOSA
6 luglio 2013 10:50 simo
Donati è una persona stimabile,ma la tesi parte da una forzatura,un luogo comune:d'altronde il giornale è Panorama...
Venticinque chilometri,senza curve,sulla Promenade che è piatta come un tavolo da biliardo e col vento a tre quarti proveniente dalla costa.
Diciamo che per argomentare qualcosa sul d****g si dovrebbero usare altri esempi.
Magari pure in altri sport...

Simone Basso

6 luglio 2013 13:26 Romario
L’articolo non farà sicuramente piacere al tecnico che scrisse, a quattro mani, con lei quel dossier di circa venti anni fa, che ha contribuito a farle ottenere crediti nel mondo della lotta al doping.
Afferma che i direttori sportivi sono quelli. Non mi pare che il succitato tecnico (all’epoca di squadre professionistiche e nazionali azzurre) oggi faccia ancora il direttore sportivo.
Le sue esatte conclusioni hanno un peccato originale: le sue conclusioni sono sempre con il tempo del verbo al passato remoto.
Lei assomiglia più ad uno storico che ad uno che vuole fare qualcosa per combattere il doping.
Ci dica cosa prevede e cosa farebbe per risolvere il problema nel futuro prossimo.
Perché oggi non serve un’analisi in cui si dica che Mussolini è stato la rovina del paese, senza fare indicare alcuna soluzione dei problemi attuali.
Non comprendo perché quando si parla di doping, esca sempre l’equazione ciclismo/doping.
Lei parla di Conconi, delle sentenze del Tribunale di Ferrara, ma che fine hanno fatte quelle sentenze e cosa hanno provocato nel mondo sportivo italiano.
Le droghe rinvenute in quantità industriale nei laboratori di Roma del Coni, a chi servivano?
Non di sicuro al ciclismo che, in quegli anni, portava un giorno all’anno i professionisti in nazionale.
Ma di questo lei non parla mai.
Vorrebbe spiegare alla cultura della società italiana la storia degli scheletri impolverati e mummificati che ci sono negli armadi del Foro Italico e, non riferirsi sempre e solo agli esiti dei controlli che escono dagli uffici della curva nord dell’olimpico, che tutti conosciamo perché bene o male vengono comunque fatti.
Altrimenti la sua attività di denuncia assume sempre più i fini riconducibili ad uno spot pubblicitario ad uso personale.

Beautiful
6 luglio 2013 18:46 Trovatello
Ormai ho l'impressione che il ciclismo e lo Sport in generale siano ridotti ad una specie di commedia dove tutto è già deciso, ma il pubblico, che non sa come va a finire, lo guarda lo stesso....che tristezza!! Potrebbero almeno risparmiarsi di cambiare i risultati a distanza di 10 o 15 anni perché ormai non so più cosa dire a mio figlio! AIUTATEMI !!

Alcune considerazioni
6 luglio 2013 18:59 Per89
Premettendo che Donati ne sa più di me in materia doping, però da tecnico voglio fare alcune considerazioni su quanto detto da Donati. La prima imprecisione che noto nell'intervista di Donati è quando dice: "I professionisti gareggiano molto e hanno poco spazio per l'allenamento" non mi sembra infatti la stagione viene programmata a blocchi e tra un blocco e l'altro i corridori si allenano e le gli strumenti tecnologici di adesso come i potenziometri permettono se usati correttamente miglioramenti. Donati dice che i materiali sono al Top non credo infatti molte aziende sia di bici che di abbigliamento sono in continua ricerca di nuovi materiali e i continui test in galleria del vento per migliorare il Cx stanno ad indicare che non si è ancora al TOP. Certo ai tempi di moser tutti correvano con la bici da strada tranne lui e i benefici erano molto superiori. Per quanto riguarda la cronosquadre che tanto ha scandalizzato Donati, per prima cosa non si può confrontare la media ottenuta dalla Greenedge con quella ottenuta dalla Discovery nel 2005, perchè confrontando la media non si tiene conto della distanza 25km per la cronosquadre di Nizza quasi 70 in quella del 2005 e tenere i 60 all'ora per 25 minuti in un percorso con vento a favore e senza curve si può tenerli su un ora e passa è più difficile... Poi ripeto io di doping non so nulla però credo che Donati si sia fatto prendere un po dal protagonsimo!

Al Prof. Donati
6 luglio 2013 19:40 angelofrancini
Donati dice:
Però oggi i controlli sul doping nel ciclismo sono pressanti...
«Non nego che ci siano, ma purtroppo conosco molto bene il meccanismo e il modo in cui può essere aggirato».
=================
Vediamo adesso che su qualcuno lo chiama a rispondere di queste gravi e precise sue affermazioni.
Tutti nei giorni scorsi avete dato addosso a Simoni per quello che ha detto.
Io non sono mai stato tifoso di Simoni, ma mi pare che quello che dice un "Professore" come Donati sia più grave e, DEBBA, risponderne sia a livello di giustizia sportiva che di magistratura ordinaria.
Perché lui rappresenta l'altra parte: e questo vuol dire che sono venti anni che sa, ma tace.
O mi sbaglio?

Ci vuol altro per spaventare il figlio di un contadino!
6 luglio 2013 23:29 Bartoli64
Su questo stesso blog, dove c’è stato addirittura che ha fatto bassissime insinuazioni sull’operato del Prof. Aldo Sassi e sulle vittorie di Pietro Mennea, in fondo non mi meraviglia che ci sia qualcuno che si augura che il Prof. Donati “sia chiamato a rispondere” per quanto ha affermato a riguardo dei controlli sul ciclismo, e che lui stesso, in ogni caso, ha definito “pressanti”.

Stavolta, però, non voglio alzare alcuna polemica perchè sono veramente nauseo di come certa gente minacci addirittura azioni legali perchè non riesce a mantenere il livello della discussione sui FATTI (oltre che su una sana ironia), talvolta identificando l’interlocutore come un vero e proprio “avversario politico” da abbattere, ma tant’è...

Chiudo qui il post offrendo una mia diretta testimonianza del Prof. Sandro Donati, che ebbi la grande fortuna di conoscere alcuni anni orsono durante un convegno sul doping promosso da una nota accademia capitolina.

Dopo aver stretto la mano al professore ed essermi complimentato con lui per il grande coraggio dimostrato nel denunciare quello che accadeva nello sport italiano degli anni ’80 (che gli fece guadagnare in bell’ufficio nei sottoscala del Palazzo H), il Professore, guardandomi dritto negli occhi, mi rispose fiero: “CI VUOL ALTRO PER SPAVENTARE IL FIGLIO DI UN CONTADINO”!

Ecco chi è il Professor Sandro Donati.

Bartoli64

anche io sono filgio di un contadino!
7 luglio 2013 03:30 chino7911
In pieno appoggio Bartoli64, ancor più il dott. Donati. Quelli che vi sentite chiamati in causa e cercate le vie legali è perchè avete qualcosa da difendere! questo ve lo dice un altro figlio di un contadino, che ha fatto anche il corridore! è ora che che la finiamo con i teatrini!!

7 luglio 2013 10:54 angelofrancini
Leggere e capire per alcune persone è un’azione molto difficile da coordinare e, non perdono occasione per dimostrare tale loro naturale attitudine a non capire.
Non ho minacciato alcuna azione, ho solo detto che mi auguro (come chiesto da molti di coloro che sono intervenuti, per quanto è stato scritto da Simoni, contro lo stesso Simoni) che anche al dr. Donati vengano chieste spiegazioni in merito alle sue affermazioni: “conosco i metodi di aggirare i controlli doping”.
Dopo se qualche soggetto ogni volta cerca di far capire a terzi cose che non ho mai detto o pensato, questo è un altro discorso: la conferma che tale scorretto modo di agire, dai più, sia interpretato come un mio appoggio al doping ne è la più chiara dimostrazione. Basta leggere il commento di Chino7911 per capire!
Quando il sistema sportivo chiama in causa uno sponsor di una squadra, per un atleta della stessa risultato positivo, non vedo perché quello stesso sistema (CONI o Federazione) non debba chiamare in causa un suo DIPENDENTE che dichiara di conoscere i metodi con cui si aggira il doping per chiedergli delucidazioni.
E questa affermazione non è stata fatta da me: ma dal Prof. Sandro Donati.
Quindi io non faccio alcuna azione, ma fino ad oggi non mi risulta che sia stato pubblicato o sia trapelato nulla in merito a tali pratiche che il Professore dichiara di ben conoscere da anni.
Comunque anche oggi qualcuno a fatto un passo in avanti: la fine del ballo in maschera di carnevale sta arrivando!;;))

7 luglio 2013 14:10 huckfinn
Signor Francini, credo che sia sufficiente leggere con attenzione l'intervista per avere "spiegazioni in merito alle sue affermazioni: 'conosco i metodi di aggirare i controlli doping'", come lei chiede. O solo io leggo di microdosi, ormoni peptidici e GH non rilevabili ai controlli antidoping? Non sono forse questi dei modi per aggirare i controlli, ossia risultare negativi pur avendo fatto uso di sostanze dopanti?

Grande stima per Donati da parte mia, che riconosce il problema doping nel mondo del ciclismo contestualizzandolo nell'ambito più generale del mondo dello sport

Mario Masala

Un ringraziamento per Huckfinn
7 luglio 2013 15:15 Bartoli64
Gentile Sig. Masala (Huckfinn),
devo ringraziarLa della Sua risposta perchè mi ha anticipato brillantemente su quanto avrei scritto io al riguardo, con la differenza che Lei, in un paragrafo, ha già praticamente detto tutto.

Alle sue considerazioni, assolutamente ineccepibili (le parole di Donati sono riportate nero su bianco) aggiungerei anche il fatto che lo stesso professore NON è il direttore del Centro Antidoping del CONI (infatti è il Prof. Botrè) e che non lavorando direttamente sui campioni biologici esprime il suo parere da ESPERTO e NON da tecnico che, tutti i santi giorni, lavora con reagenti e cromatografi vari.

In ogni caso credo che tra l’esperto di grandisima esperienza (Donati) e il chimico del Laboratorio Antidoping (Botrè) vi sia un reciproco scambio di opinioni sulle modalità operative da adottare, sia pur nella certezza che tra le maglie dall’antidoping (molto probabilmente) è ancora molto quello che sfugge.

Al riguardo basterebbe fare una piccola ricerchina su questo stesso sito e leggere cosa disse qualche tempo fa il Prof. Botrè a riguardo dei controlli.

Ovviamente l’investigatore (sempre Botrè) sa mantenere il riserbo al riguardo dei suoi mezzi d’indagine, sui quali esalta i punti di forza guardandosi bene dal disvelare i limiti, mentre l’esperto (sempre Donati) conosce bene quali siano i trucchi usati dai dopatori (come peraltro le cronache ci hanno già raccontato).

Ad ognuno, quindi, il suo ruolo, anche se la domanda ora sorge spontanea: sarà forse per questo che il Prof. Donati è stato chiamato come perito in svariati processi che rigurdavano il doping? La risposta non può essere che SI.

In ogni caso mi permetto di darLe un consiglio: non se la prenda troppo a cuore per certe prese di posizione che, partendo da un presupposto di “garantismo”, in realtà desiderebbero un becero “giustizialismo” nei confronti di tutto il sistema antidoping, addirittura arrivando a spaccare il pelo in quattro su ogni singola dichiarazione rilasciata alla stampa dai suoi esponenti.

E’ il solito refrain sentito e risentito, che va dalle criticher feroci all’ex Procuratore Torri, ai “complotti” architettati contro il movimento ciclistico, ai “segreti” inconfessabili del CONI, alle innocue tabelle fornite dal Dott. Ferrari ad innocenti corridori, al passaporto biologico usato come “arma” contro gli atleti, al povero Armstrong che prima è stato usato e poi scaricato, e chi più ne ha più ne metta...

Cordialmente.

Bartoli64

7 luglio 2013 16:56 angelofrancini
Ma una buona volta volete dirmi quali studi scientifici ha compiuto il prof. Donati e quali eclatanti risultati gli stessi abbiamo fornito sul piano della lotta al doping? Senza girare le parole e senza prendere in giro nessuno (inteso coloro che leggono non certamente il sottoscritto).
Come si evidenzia in alcuni dei commenti sopra riportati, al prof. Donati, può essere riconosciuto il merito delle denunce su tali illecite pratiche, ma mai la paternità di averle scoperte.
La sua funzione quindi è simile a quella di “storico”, di “narratore” delle scoperte nella lotta al sistema doping fatta da altri, che quella di un ricercatore dell’antidoping nel senso stretto del termine.
Voi stessi lo affermate nei vostri scritti.
Quindi uno più uno dovrebbe far due: oppure no?
Poi tanto per contestualizzare chissà perché comunque deve essere sempre tirato in ballo il ciclismo?

Perché non si parla mai anche degli altri sport similari, per impegno fisico, al ciclismo su strada!
Oppure quelli non interessano perché fanno poca notizia!
Certo di “quelli” non si deve e non si può parlare, perché come sostengo da anni la Federciclismo è servita al CONI per depistare l’inchiesta di venti anni orsono sulle storie costituendo di fatto l’anello forte nel “sistema”: era inattaccabile non avendo alcuna responsabilità diretta sull’uso di pratiche dopanti fatto dai suoi tesserati.
Quante altre federazioni potrebbero, nei casi di doping, scaricare la colpa sull’atleta, sul suo medico e sulla sua società come avviene nel ciclismo potendo dimostrare che la Federazione non ha alcun coinvolgimento?
Dovendo parlare del doping, nelle altre discipline, come avrebbe potuto il CONI difendere l’operato di queste federazioni partendo dalla considerazione che gli atleti di alto livello, di quelle federazioni, durante l’intera stagione fanno esclusivamente attività con le squadre nazionali (preparatori, medici, tecnici) dalla preparazione alla fine delle gare?
Ed allora è ora di finirla di usare gli atleti, i medici, le società del solo ciclismo per distrarre dalle responsabilità indicibili di altri sport che, per i motivi sopra esposti, non possono essere toccati.
E questa è una denuncia, molto simile a quelle che fa Donati, peraltro da me fatta in molte occasioni incluso l’ambito del Consiglio Federale della FCI.
Ma perché Donati non parla mai dei fatti sopra indicati, che ben conosce poiché parla nell’intervista di Conconi, Ferrara città, Ferrari?
Certe refrain è lo stesso prof. Donati a citarli, con i riferimenti all’UCI. L’unico refrain che riscontro è che, come ormai abitudine, si cerca di mettere in bocca a me quello che invece è detto da altri.

Bandiera bianca...
7 luglio 2013 20:53 Bartoli64
... basta io alzo le mani.

Credo che non ci sia peggior sordo di chi non vuol sentire, così come peggior ottuso di chi non vuol capire e che, per di più, si ostina persino a negare l’evidenza.

Quello che lo sport italiano deve al Prof. Donati lo sa ogni persona che abbia un minimo di cultura sportiva (ma vera e non a parole).

In ogni caso, proprio per rinfrescarsi appena la memoria, consiglio il seguente link dove compare questo interessante articolo di Gianni Minà, giornalista sportivo e scrittore sul quale (vorrei sperare) ci sia poco da eccepire: http://web.tiscali.it/giannimina/articoli/doping.htm

In quell’articolo c’è scritto qual’era il ruolo del Prof. Donati nell’atletica (toh, qui non c’entra il ciclismo?) e cosa il CONI gli ha fatto passare quando non è voluto sottostare a certe “praticuccie” così in voga in quegli anni; e che il Padreterno lo perdoni se (non essendo un bio-chimico) non gli è mai capitato di certificare una positività o scoprire scoprire da complesse analisi ematochimiche un nuovo metodo ad azione dopante... non lo avrebbe potuto mai fare.

Il Prof. Sandro Donati, infatti, è (appena) un fisiologo, metodologo dell’allenamento nonché Maestro di Sport, il che è forse qualcosa di più di un “narratore” del doping (oppure “storico” che fa più politically correct).

Il coraggio, la dignità, l’onestà e la coerenza (quelli autentici), li ha però sempre tirati fuori e per quelli non c’è titolo, ruolo o anzianità che tenga che tenga... o li si possiede, o non li si possiede!

Bartoli64

8 luglio 2013 12:50 Romario
E' bello leggere tante fregnacce tutte in una volta.
Bartoli64: scrive come un professionista della penna, molto probabile che lo sia anche se da molto lo nega.
Ruotone: naif nei suoi commenti, che tanto innervosiscono Bartoli64. Continua così.
Masala/Huckfinn: ma Cagliari è così bella….!!!
Afrancini: sarà che qualche volta debordi, sarà che ..., ma in quello che dice ci mette sempre la sua faccia e il suo nome e nei fatti concreti nessuno mai lo smentisce
Maestri dello sport: in questa categoria figura anche il presidente della federazione ciclistica!
Dopo queste letture percepisco che qualcuno vorrebbe dire mentre altri non vogliono capire/ammettere che forse qualcuno per anni ha fatto l’imboscato!
Dice quello che gli riferiscono altri, il suo sacco di farina ne ha poca, e in ogni modo quello che poi non gli torna contro.
Sicuramente il nostro personaggio non ha lo spirito di uno “Snowden”, ne mai lo sarà.
Difatti non chiede asilo politico, perché nulla ha da temere.
E così resta in eterno nel sottoscala che il Coni gli ha dato, come ha scritto Bartoli64.
Denunce doping nell’atletica, dice Bartoli64! Sempre e solo quelle riferite all’epoca dei dinosauri.
Chissa se ha ancora rapporti con il suo vecchio amico Giosuè.

Chi si ricorda più di Garibaldi?
8 luglio 2013 22:04 Bartoli64
Caro Romario,
ma si, scrivi pure che racconto fregacce, tanto poi (le fregnacce) continuano ad essere solo le tue.

Tu (e chi la pensa come te) può negare l’evidenza fino all’infinito, ma la realtà dei fatti e la loro storia non cambia, perchè quello che ha denunciato il Prof. Donati (quando tutti facevano PI*PA) lo sa tutto il mondo sportivo e non.

Certo, gli sarebbe stato molto più comodo fare l’allenatore vincente dei velocisti italiani degli anni ’80, e rimanere poi nell’atletica dei Cova e dei Bordin, quella che raccoglieva medaglie d’oro a iosa e che così bene rappresentava quell’immagine italiana che tanto piaceva a Zio Bettino e i suoi compari di schieramento (vedi qualche ex Presidente CONI).

Donati, però, l’imboscato NON lo ha fatto MAI (quello forse sarà il TUO ruolo) ed ha dichiarato nomi e cognomi a chi di dovere dimostrando un coraggio che a te - ed a quelli che come te la pensano - avrà fatto venire la pelle d’oca, un qualcosa che voi non potete nemmeno concepire!

Hai per caso letto cosa c’è scritto in quell’articolo di Gianni Minà? Ma no che non lo hai letto... meglio soprassedere, meglio chiudere gli occhi, meglio girarsi di spalle, in fondo è tutta roba vecchia no? Come i Garibaldi e i suoi Garibaldini, cosa avranno mai fatto e chi se ne ricorda più?

In ogni caso... quando avrai coseguito una sola cacc*la delle qualifiche e dei riconoscimenti che ha il Prof. Sandro Donati (forse) avrai titolo per contestare.

Bartoli64

P.S. Mi sa che deve esserti sfuggito qualche post, NON sono io ad irritarmi per gli interventi del tuo amico ma esattamente il contrario.

Io non ho affatto bisogno di minacciare querele (IO), a me basta esporre fatti che chiunque può rintracciare in qualsiasi momento su internet o su libri che trattano di questi problemi... ma si sà, la verità è solo quella che ci torna più comoda ;-)

Ri-P.S. Com'è che ce l'hai tanto pure con Zenoni? Dai fenomeno... raccontacela tutta!

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