DOPING ALLA FRANCESE. Scoppia il caso BigMat

| 29/11/2011 | 18:49
Una decina di corridori della BigMat - Auber93, tra i quali Arnold Jeannesson quindicesimo all’ultimo Tour de France, sono stati interrogati questo pomerriggio a Créteil, vicino a Parigi, in qualità di testimoni dalla polizia e dai gendarmi della OCLAESP, l’ufficio centrale della lotta contro gli attentati alla salute pubblica. Questi interrogatori sono inesrito nel quadro di un’inchiesta condotta dal tribunale di Créteil riguardante un possibile caso di acquisto, cessione e detenzione di prodotti dopanti, traffico che comunque non coinvolgerebbe i corridori.
Poco dopo l’inizio degli interrogatori, il dottor Philippe Bedoucha, medico della BigMat-Auber93 fino alla fine del 2010, è stato posto in garde-à-vue. È sospettato di aver rifornito di Epo e di ormone della crecita certi corridori. Nell’inchiesta sarebbe coinvolto anche Jean-Philippe Tellier, amatore, pompiere, più volte campione del mondo e di francia tanto in mountain bike quanto su strada. Tellier era stato controlato positivo all’EPO nel 2010.

da lequipe.fr a firma di Damien Rissot
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COMMENTI
Pessimo titolo
29 novembre 2011 19:29 Bartoli64
E’ pur vero che il titolo “fa mezzo articolo”, però quello scelto per illustrare questa vicenda è davvero di pessimo gusto…..

Perché chiamarlo “Caso BigMat” quando i corridori di questa squadra sarebbero stati sentiti solo in quantità di testimoni e che, allo stato attuale, NON risultano assolutamente coinvolti nei loschi giri di doping perpetrati dal loro ex medico di squadra (e che non lavora più con la BigMat dal 2010)?

“Doping alla francese” solo perché è coinvolto l’ex medico sociale di una squadra professionistica, neppure troppo in vista, ed un amatore “fulminato” dalla “roba”?

Se dovessimo utilizzare gli stessi titoli per tutti i casi di doping scoperti in Italia e nei quali sono coinvolti sia medici, sia “ciclo-tumori”, ci si potrebbe sbizzarrire all’infinito!

Si, insomma, come titolo (soprattutto nell’etica della professione giornalistica) è proprio da 2 – (due meno).

Bartoli64

tutti a casa...
29 novembre 2011 19:57 Patri
tutti a casa... basta omertà.... capisco ora come mai i francesi iniziano ad ottenere risultati..

I francesi che razza
29 novembre 2011 20:19 torchemada
Ma se al Tour una squadra quella della maglia gialla si vedeva lontano un miglio che erano pieni, erano tutti di loro d'avanti, per non parlare della maglia gialla, UCIIIIIIII dove sei? battyi un colpo

x bartoli
29 novembre 2011 21:01 excalibur
una domanda che richiede una risposta secca: sì o no, senza commenti o disquisizioni filosofiche.
La domanda è: ha scritto lo stesso rimbrotto al suo amico capodacqua?
la prego: sì o no
grazie

29 novembre 2011 21:09 Saligari
E certo, ora una squadra francese ha un caso di doping e ora lo sono tutti i francesi...
Con lo stesso metro di giudizio qui in Italia saremmo messi proprio male allora...

Doping alla francese
29 novembre 2011 23:20 forzagibosimoni
in effetti dal titolo chissà cosa mi aspettavo, un cicloamatore preso per epo...non fa neanche notizia

Pessimo impatto
29 novembre 2011 23:25 velo
Recentemente la BigMat è rientrata nel ciclismo,pessima pubblicità mi auguro che non abbia ripercussioni la squadra.

Il canto del gallinaccio
30 novembre 2011 09:31 Bartoli64
Egregio Excalibur,
mi spiace ma temo di non poterLa accontentare, ragion per cui, se vuole, chiuda pure questa pagina.

L’articolo scritto da Dr. Capodacqua: http://www.sportpro.it/#877 ha un titolo inquietante come quello che appare qui sopra? A me sembra di no.

Lo stesso giornalista, peraltro, ha più volte elogiato il ciclismo francese per quello che sta facendo, nonché tutto il sistema dell’antidoping che i francesi – ben prima di altri - hanno saputo creare e gestire sin dai tempi del “caso-Festina”.

Fermo restando che in questo ambiente tutto si può fare, meno che dare fiducia cieca a tutti, e che (almeno stavolta) non concordo pienamente con i contenuti dell’articolo in questione, perlomeno per come vengono esposti, Le ricordo che non è molto elegante chiedere una "risposta secca" (si o no), specialmente ad una persona con cui non si è in buoni rapporti.

Lei, peraltro, non è certo un organo inquirente e stavolta sono stato sin troppo educato nel risponderLe, specialmente considerando che il Suo evidente intento era solo quello di trovare e creare una idiosincrasia tra la posizione da me espressa nel post e l’articolo del Dr. Capodacqua.

In ogni caso, sapevo che sarebbe bastato lanciare in po’ di “becchime” per far cantare qualche “gallinaccio”…… come volevasi dimostrare.

Per tutto il resto, mi sembra che l’ottimo post scritto da Saligari sia piuttosto eloquente, come “eloquenti” sono toni (e grammatica) di taluni che l’hanno preceduto.

Poi ci domandiamo perché il ciclismo, nonostante l’interesse che ha nella gente, rimane ancora relegato ai margini dello sport che conta?

Bartoli64

LA GRANDE ILLUSIONE
30 novembre 2011 13:13 ewiwa
Ma non erano tutti puliti ed il doping era sparito?......Non dimenticate si vince solo con il doping e c'è una sola strada....Doping libero come dice anche Noah e così finiscono le truffe, le ipocrisie, gli arricchimenti della massoneria dei mascalzoni, le vittorie alla vuelta di corridori che non avevano vinto mai un bel nulla e noi risparmiamo un sacco di soldi

30 novembre 2011 14:22 pickett
Sono perfettamente d'accordo con l'ultimo commento.Negli ultimi 15 anni il ciclismo é stato falsato non dal doping,ma dall'antidoping.

Mamma mia......
30 novembre 2011 15:46 Bartoli64
Ho fatto uno sforzo, e l’ho anche rifatto, ma proprio non sono riuscito a leggere – da nessuna parte – che il doping fosse “sparito” e che, di conseguenza, fossero tutti diventati “puliti”.

D’altronde:

se nella sola Italia sono stati accerati più di 30 casi di doping nel ciclismo nel biennio 2009-2010;

se sono ancora in corso importanti inchieste che metterebbero in luce una vasta e potente rete internazionale dedita al commercio di sostanze dopanti;

se lo stesso Presidente della WADA ha, proprio pochi giorni fà, lanciato un preoccupante allarme su molte sostanze (e metodologie) di doping che ancora sfuggono ai controlli,

davvero non si capisce sulla base di quali fonti si possano poi affermare tesi del genere.

E che dire, poi, sul fatto che a falsare il ciclismo non è stato il doping bensì l’antidoping, oppure che si vince solo col doping?

Mamma mia...... ma com’è possibile sparare così inverosimili affermazioni in così poche righe?

Questi, però, si definiscono veri appassionati nonchè veri intenditori di ciclismo, ed il triste è che di gente così che segue questo sport ce n’è (putroppo) ancora molta.

Le considerazioni del caso le lascio ai gentili lettori del blog che, sia pur appassionati di questo meraviglioso sport, riescono a conservare almeno un pò di sale in zucca o, almeno, ad accendere il cervello prima di scrivere simili scempiaggini.

Bartoli64

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