PIOMBINO(LI).- E’ una bella storia quella che può raccontare nel ciclismo il gruppo sportivo Termoimpianti Siaf Tommasini di Piombino. Una storia non fatta di vittorie anche se nell’ultima stagione giova ricordarlo è arrivato il titolo toscano su pista con Alberto Conti, quanto di un entusiasmo che Loris Mugnaini mette in atto da oltre 10 anni. Per lui vista la sede sociale a due passi da Piombino, sono continue e lunghe trasferte per svolgere attività in regione, e le soddisfazioni non pari certamente all’impegno profuso e agli sforzi compiuti. Ma se la Termoimpianti Siaf Tommasini continua ad esserci tra gli elite under 23 un motivo ci deve essere, quello sicuramente di un’esemplare impegno e di una passione non comune. La stagione 2011 si avvicina, tra un mese e mezzo è tempo della prima gara in Toscana, e la squadra livornese unica nella categoria, ha già iniziato a lavorare alle direttive di Loris e Dany Mugnaini, mentre a presiedere la società anche quest’anno è Paolo Ferrari. I tre sponsor maggiori del team gialloblù sono ancora in prima fila, ovvero la Termoimpianti, la Siaf e Cicli Tommasini. Quanto alla squadra allestita per il 2011 si è data fiducia oltre che al campione regionale su pista Conti ad altri atleti due atleti della decorsa stagione, Bellettini e D’Alò. Sono sei invece i nuovi arrivati nella Termoimpianti tra i quali i due livornesi Giusti e Pini, in un gruppo che non ha pretese ed ambizioni particolari, ma che cercherà di farsi notare ed offrire qualche soddisfazioni a tecnici e sponsor che proseguono l’attività. Nei programmi di Loris Mugnaini la volontà di tornare a organizzare anche una gara come avvenuto in passato a Venturina oppure a San Vincenzo, ma per poterlo fare occorre il sostegno delle istituzioni, delle Associazioni e degli sponsor. Il presidente Ferrari, Mugnaini e gli altri dirigenti della società meritano una mano.
LA SQUADRA: Samuele Bellettini, Leonardo Camarlinghi, Alberto Conti, Alessio D’Alò, Massimiliano Dini, Giovanni Giusti, Nicholas Pini, Giovanni Sacco, Nicola Sbranti.
ANTONIO MANNORI
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