I diesse mondiali contrari al divieto di usare le radioline
| 29/06/2009 | 19:03 ADISPRO International, l'associazione che raccoglie la categoria professionale dei direttori sportivi del cicismo presieduta da Serge Parsani, è impegnata dall'anno scorso nell'affermare e tutelare la professionalità dei tecnici. Una prerogativa troppo spesso mortificata da chi, per scarsa conoscenza, continua a trattare i direttori sportivi alla stregua di semplici "autisti delle ammiraglie". Consapevoli del loro ruolo centrale, i tecnici del ciclismo tengono invece ad accrescere il proprio peso nel mondo del ciclismo. Rientrano in quest'ottica sia la volontà di sottolineare la netta separazione tra il ruolo tecnico-tattico del direttore sportivo (dipendente della società sportiva) e quello del team manager, sia l'intenzione di concordare con l'UCI l'istituzione di un corso che porti al rilascio di una licenza internazionale. La prospettiva di un approccio sempre più professionale all'attività del direttore sportivo viene però contraddetta da iniziative come l'"esperimento" che avrà luogo nel corso del prossimo Tour de France: il divieto di utilizzare, durante due tappe, il collegamento radio fra tecnico ed atleti. ADISPRO International ritiene che, se effettivamente attuato, questo provvedimento possa pregiudicare anzitutto la sicurezza dei corridori e, in secondo luogo, la possibilità per i direttori sportivi di svolgere in modo dignitoso ed efficace il proprio lavoro. Le strade non sono più quelle di un tempo, spesso presentano insidie di varia natura e le corse risultano sempre più affollate di automobili e motociclette. Proibendo l'utilizzo dei collegamenti radio, i corridori perderebbero il solo strumento attraverso cui comunicare tempestivamente eventuali pericoli. I direttori sportivi, dal canto loro, sarebbero costretti a frequenti (e fors'anche spericolate) manovre per raggiungere gli atleti in gruppo allo scopo di comunicare con loro. Di fatto, proprio nelle fasi decisive della corsa, quando si esalta il rapporto tecnico-tattico tra corridore e direttore sportivo, a quest'ultimo verrebbe pressoché inibito l'esercizio del proprio ruolo professionale. Una circostanza che non trova analogie in altre discipline sportive. Alla luce di queste valutazioni, ADISPRO International non esita a definire la proibizione dell'utilizzo dei collegamenti radio in corsa un provvedimento fuori tempo e fuori luogo.
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