
Tadej POGACAR. 10 e lode. For you D. Lo faccio per te, ha scritto con il pennarello sul numero 1 che ha spillato sulla schiena. L’ha fatto per Urska Zigart, la sua compagna, che tre anni fa, alla vigilia della Liegi, ha perso la mamma. Lui fa l’ennesimo numero, tagliando il traguardo con il dito indice ad indicare il cielo. Lo fa per noi, lo fa per se stesso andando ad aggiornare il suo personale taccuino ricco zeppo di risultati. Un attacco, uno solo, sulla Côte de la Redoute (1.6 Km al 8.9%): fine dei giochi. L’hanno visto, l’hanno sentito, l’hanno respirato, meno Remco Evenepoel, che si fa trovare indietro, come non mai: forse anche fuori condizione. È probabile che via radio qualcosa dicano allo sloveno, al quale non par vero: scatta e va. Un show in piena regola, senza palpiti, senza stress, troppo facile per un corridore che è già abituato a semplificare il complesso. Oggi aggiorna la contabilità della storia, per il momento con la “s” minuscola. Settima vittoria stagionale in quattordici giorni di corsa; 95 in carriera; 9° Monumento (2 Fiandre, 3 Liegi e 4 Lombardia), al pari di Fausto Coppi, Costante Girardengo e Sean Kelly, unico corridore capace di ottenere otto podi consecutivi nelle Monumento. Davanti a lui, con 11 Roger De Vlaeminck; a 19 lui, l’Immensità Eddy Merckx, che lo attende…
Giulio CICCONE. 10. Guida la piccola Italia che si scopre grande. Fa un corsone, ottenendo un secondo posto non solo di testa, ma di gambe. Attacca sulla Redoute appena dopo la sfuriata di Pogacar che annichilisce tutti. Lui rifiata, aspetta e rilancia. Se ne va con il solo Ben Healy verso il traguardo, per un secondo posto di assoluto valore tecnico e che accresce il suo bagaglio tecnico e la sua storia di corridore. Un terzo posto al Lombardia alle spalle dei due fenomeni Tadej e Remco, oggi si ripete alla Liegi: due podi che valgono davvero, molto più di una maglia a pois.
Ben HEALY. 9. Il 24enne corridore irlandese conferma di essere ormai giunto nell’élite del ciclismo che conta e lo dimostra nella corsa più dura al mondo assieme al Lombardia. Doveva solo prendere le misure, canalizzare meglio la sua esuberante propensione alla fase di attacco. Oggi attacca, con i tempi giusti, al momento giusto e il suo podio è più che meritato.
Simone VELASCO. 8. Il 29enne corridore della XDS Astana ha la forza per rimanere con i più forti e poi trova lo spunto giusto per mettere il proprio naso davanti a tutti. Un quarto posto che fa bene a lui e a tutto il ciclismo italiano, che fatica e resiste, lotta e persiste. Altro che resilienza, questa è vera resistenza!
Thibau NYS. 8. A soli 22 anni il talento belga della Lidl Trek conferma di avere numeri eccezionali. Non è brillantissimo, oggi, ma chi lo è. Lui non si perde nei gorghi del gruppo, lui resiste ai flutti e riemerge sempre. Emergente.
Andrea BAGIOLI. 8. Il 26enne corridore valtellinese rende magica la Liegi della Lidl-Trek. È vero, non è arrivata la vittoria, ma ne piazza tre nei primi 6. Andrea ha tutto per poter restare costantemente là davanti, deve solo convincersi che lo può fare.
Daniel MARTINEZ. 7. Corsa di resistenza, per rimanere là davanti: ci riesce.
Thomas PIDCOCK. 6. Sembra nella giornata giusta per poter almeno acciuffare il podio, ma alla fine gli scappano via troppi corridori.
Remco EVENEPOEL. 4. Doveva essere il grande rivale di Pogacar, il vero e unico sfidante, ma non c’è stato niente di tutto questo, per manifesta inferiorità. Le giustificazioni possono essere tante, ad incominciare da una condizione che sembrava buonissima, ma dopo sei mesi di inattività non è mai semplice trovare come d’incanto il colpo di pedale. Lui, Remco, ci credeva, eccome. «Datemi pure mezza stella in meno nei pronostici rispetto a lui, ma se non pensassi di poterlo battere, neppure mi sarei presentato». Le parole della vigilia restano in albergo, quello che sale in bicicletta non è chiaramente il vero Remco, il quale, probabilmente, non è così avanti nella condizione come pensava di essere. Un ritorno di fiamma al Brabante, una buonissima Amstel, poi la Freccia gli ha bagnato le polveri. Basta che le cose non gli vadano per il verso giusto e lui perde la trebisonda. Chiaro che non è facile, ma in certi momenti il primo avversario di sé stesso è proprio lui.
Maxim VAN GILS. 17. Il belga della Red Bull-Bora-Hansgrohe è costretto al ritiro, chiaro che la caduta all'Amstel Gold Race (brutta botta al coccige) ha influito in maniera evidente.
Stan VAN TRICHT. 6,5. Il 25enne belga della Alpecin-Deceuninck, vincitore un anno fa della Coppa Bernocchi, va via con Mathis Le Berre (Arkéa-B&B Hotels), Hannes Wilksch (Tudor), Jack Haig (Bahrain Victorious), Sakarias Koller Løland (Uno-X Mobility), Kamiel Bonneu (Intermarché-Wanty), Eduardo Sepúlveda (Lotto), Rayan Boulahoite, Valentin Retailleau (TotalEnergies), Ceriel Desal, Johan Meens, Henri-François Renard-Haquin (Wagner Bazin WB). Il 33enne Sepulveda è il vecchietto della fuga di giornata, il più giovane è Boulahoite, classe 2004 al primo anno tra i professionisti. Sono loro a prendersi la briga di dare battaglia fin da subito, prima di lasciare lo spazio ai big.