
Letizia Borghesi è stata la miglior atleta italiana al Fiandre con un sesto posto dietro solo a grandi campionesse delle classiche. Un risultato che la trentina ha rincorso, ha voluto a tutti i costi ed ha acciuffato realizzando una piccola parte di sogno, una giornata speciale che difficilmente riuscirà a dimenticare. L’emozione è stata tanta soprattutto quando ti ritrovi a correre la tua gara preferita nel santuario nel ciclismo, in più se ti ritrovi nel finale a combattere con le migliori, risulta veramente difficile riuscire a prendere sonno e provare a collocare il tutto in una giornata normale.
«E’ stata un’emozione grandissima, stavo bene ma è sempre difficile fare un tale risultato. L’emozione post gara era talmente forte che ho faticato a dormire» ci dice Letizia appena iniziamo la nostra chiacchierata. Già in televisione, tra gli abbracci e i complimenti delle compagne ci era parsa visibilmente toccata dal risultato, ma sentirlo dalle sue parole ha un sapore veramente speciale (e potrete farlo anche voi ascoltando parte dell’intervista nella nuova puntata di blablabike). «Venivo da un periodo in cui ero un po’ nervosa, sentivo di avere una grande condizione e un buon livello, ma non riuscivo a portare a casa il risultato che volevo. Finalmente al Fiandre, ho raggiunto quello che mi meritavo, è stato un sollievo perché mentalmente mi mettevo tanta pressione, ma poi in gara c’era sempre qualcosa che andava storto. E’ dalle Strade Bianche che mi sento bene, ho sempre lottato nel finale, ma ho lavorato molto per le mie compagne. Finalmente ho avuto la possibilità di giocarmi le mie carte e ho cercato di sfruttare la mia occasione al meglio.»
Il Fiandre di Letizia è stato molto diverso da quello che abbiamo visto dalle telecamere, una vera e propria battaglia che è iniziata prima ancora prima che arrivassero i muri. A circa un centinaio di chilometri è stata coinvolta in una caduta che ha messo fuori gioco diverse atlete tra cui Elisa Longo Borghini, niente di rotto invece per la trentina della Ef Education Oatly che è stata però costretta a cambiare bici e ad iniziare una rincorsa per una ventina di chilometri. «Non so spiegare le dinamiche esatte della caduta, ma ad un certo punto non sono riuscita a fermarmi e sono finita a terra, la bici era rotta e ho dovuto cambiarla. Con la mia compagna Noemi Ruegg ci siamo lanciate all’inseguimento, ma non è stato facile perché il gruppo era già sfaldato e trovavamo solo plotoncini di poche atlete, la velocità era altissima. Ad un certo punto stavo rischiando di perdere le speranze, avevo speso tantissime energie, ma una volta che mi sono accodata al gruppo principale ho cercato di tranquillizzarmi e riprendere un attimo fiato. Fortunatamente sul Koppenberg ho capito che la gamba era buona» Ha detto Letizia che una volta rientrata in gruppo ha dovuto riprendersi in fretta e trovare il giusto colpo di pedale per affrontare le fasi decisive.
La corsa è letteralmente scoppiata sull’Oude Kwaremont dove Lotte Kopecky ha aperto il gas portando con sé le sole Newiadoma, Ferrand Prevot e Lippert; Letizia è stata una delle poche a provare a reagire giocandosela fino alla fine. «Ho iniziato il Kwaremont in 3-4 posizione, ero messa bene, ma ad un certo punto ho avuto un contatto con un’altra atleta e ho dovuto rallentare, quando Lotte ha attaccare ero troppo indietro. Sono riuscita a recuperare, ma ormai il gap era di 15 secondi, dietro abbiamo provato un inseguimento, eravamo in 7, tiravamo solo in 5 e non c’era molto accordo. Ho provato più volte ad accelerare anche sul Paterberg, ma purtroppo il ritardo era troppo grande. Ho dato tutto per la volata e sono contenta del mio sesto posto. Mi aspettavo di andare bene, ma dopo le diverse difficoltà iniziali temevo di aver consumato tante energie. Mi sono allenata duramente credo che il tanto impegno venga sempre ripagato» ha proseguito la trentina che ha sfruttato abilmente l’esperienza del ciclocross che in corse come quelle del nord risulta fondamentale. In una chiacchierata alla vigilia del blocco classiche ci aveva raccontato la sua scommessa di passare l’inferno in bici e nel fango, una scelta ardita fatta di passione e di trasferte in Belgio autofinanziate, ma che di certo ha fatto la differenza.
Proprio in quell’occasione ci aveva spiegato come il Fiandre fosse la sua corsa del cuore, adattissima alle sue caratteristiche, ma soprattutto capace di trasmetterle delle emozioni uniche. Gli appassionati appostati sui muri, il tifo da stadio e soprattutto quel sapore di leggenda di cui si è subito innamorata. Sorride pensando a quando lo ha affrontato per la prima volta, aveva 18 anni ed era in una squadra continental ed ora è arrivato un sesto posto che potrebbe essere l’inizio di qualcosa di grande. «Mi ricordo la mia prima volta al Fiandre, era stata una corsa durissima ma subito dopo mi ero detta “questa è una gara speciale, un giorno vorrei essere lì per lottare per la vittoria”. Da quel giorno sono passati tanti anni di allenamenti, dedizione e sacrifici e questa volta addirittura mi sono vista molto vicina a lottare per qualcosa di grande, non vedo l’ora di migliorare e provare a salire sul podio» ci confida Letizia che si emoziona pensando che questa volta in gara c’era anche sua sorella minore Giada. Non è stato il loro primo Fiandre insieme, era già successo nel 2021 quando entrambe vestivano i colori del Team Aromitalia Vaiano, eppure sembra una vita fa, un ciclismo diverso, prima ancora che il sogno iniziasse sul serio. Ora entrambe sono in una squadra World Tour, al via di corse di primo livello, si allenano insieme, si spronano reciprocamente per migliorarsi ancora e ancora.
Avevamo già capito che un simile risultato per Letizia era qualcosa di grande e sentendo le sue parole ne abbiamo l’assoluta conferma. Il sesto posto deve essere però inteso non solo come una conferma, ma come l’inizio di un nuovo percorso di crescita che potrebbe portarla davvero in vetta. «Al di là di tutto da questo Fiandre mi porto a casa l’insegnamento di non mollare mai, nonostante tutti gli ostacoli che ci possano essere.» ci dice prima di salutarci. Intanto è già tempo di prepararsi per la Roubaix di sabato. E’ la sua altra corsa dei sogni e l’anno scorso ha sfiorato la top ten.