
Sta bene Tadej Pogacar e nella conferenza stampa di ieri ha voluto tranquillizzare tutti sul suo stato di salute, anche se mentalmente si è trovato un po’ in difficoltà negli attimi successivi la caduta. «Certamente ci sono stati alcuni momenti con un po' di panico nella mia testa: ho pensato un po’ a tutto, alla bici, all’orologio, al mio corpo e se stavo bene. Sono stati molti pensieri, ma nella mia mente ci sono sempre stati il desiderio e la convinzione di andare avanti perché avevamo lavorato molto per questa gara e sapevo che dovevo continuare».
Dopo l’incidente Pogacar è riuscito a tornare da Pidcock e hanno scambiato alcune parole mentre si dirigevano verso il traguardo. «Gli ho chiesto scusa perché c'era stato un errore da parte mia. Poteva veramente finire male per tutti nel gruppetto di testa, potevo anche far cadere Tom, quindi sì, è stata colpa mia e ho chiesto scusa e lui mi ha chiesto se stavo bene e poi abbiamo continuato. Comunque mi sento un ragazzo fortunato perché mi sarei potuto fare molto male».
Quando si è accorto della caduta di Pogacar, Pidcock ha deciso di aspettarlo: un gesto importante e che ha garantito ai due corridori di poter competere da soli per la vittoria.
«Non so con precisione quando Tom ha deciso di aspettarmi, ma di sicuro in cima quando mi sono avvicinato e mi ha aspettato, ma mancava ancora molto alla fine, forse ha pensato che sarebbe stato meglio proseguire insieme. Ma non ne abbiamo parlato, ma per certo so che ha molto rispetto per me e io ho rispetto per lui ed è un corridore di gran classe».
Strade Bianche è una corsa che piace molto e tanti vorrebbero vederla come la sesta Classica Monumento. «Io non sono la persona giusta che deve giudicare se Starde bianche deve diventare la sesta Classica Monumento. Ogni anno mi viene posta questa domanda, ma veramente non sono io la persona giusta per dare una risposta».
Tom Pidock probabilmente ha reso la gara più dura e allo stesso tempo ha motivato Tadej Pogacar a spingersi ancora più avanti e il risultato è stato quello di una gara dura ed entusiasmante. «Forse l’anno scorso ero più rilassato. Ieri ho corso sapendo che alla mia ruota c’era il campione del mondo di mountain bike e campione olimpico e campione del mondo di ciclocross, allora è anche normale che ti senti sotto pressione».
Pogacar aveva dei piani precisi, però la caduta lo ha costretto a cambiare la sua strategia, ma la vittoria è comunque arrivata. «Inizialmente volevo attaccare su Colle Pinzuto, ma l'incidente mi ha costretto a cambiare programma. Speravo solo che la caduta non mi togliesse troppe energia: per fortuna non mi sono rotto niente e ho riportato solo un po' di abrasioni. Sono stato veramente fortunato, perché in cadute come questa rischi di farti seriamente male. Forse fortunato potrebbe essere il mio nuovo soprannome».