
Fino a tre mesi fa Tom Pidcock non aveva una squadra e il suo futuro sembrava incerto. Poi a dicembre è arrivato l’ingaggio con la Q36.5 ed è subito arrivato il desiderio di fare bene. L’occasione è presto arrivata e a Strade Bianche, Pidcock si è presentato come l’unico corridore capace di mettere pensiero ai programmi di Tadej Pogacar. La vittoria per il britannico non è arrivata, ma il suo risultato è sicuramente un segnale importante, perché su un percorso duro come quello degli sterrati senesi è stato l’unico capace di duellare con il campione del mondo.
«Volevo provarci, e ho anche fatto uno sforzo importante per riuscirci: sono andato abbastanza vicino alla vittoria, ma alla fine Tadej è stato ancora una volta troppo forte nel suo ultimo attacco, nonostante la sua caduta a 50 chilometri dal traguardo».
Per Pidcock questo secondo posto ha un sapore agrodolce, perché se da una parte ha dimostrato di poter tenere testa a Pogacar, dall’altra parte non ha potuto esultare per una vittoria che desiderava molto. «Sono felice, ma allo stesso tempo deluso. Questo piazzamento ha un sapore un amaro e un po’ dolce ma adesso so anche che posso migliorare e la prossima volta potrei essere io a vincere».
Tadej Pogacar è caduto quando mancavano un po’ meno di 50 chilometri dal finale e Pidcock non ha voluto approfittare del momento di difficoltà dell’avversario: con gesto di fairplay ha deciso di non attaccare e di aspettarlo.
«Quando Tadej è caduto, certo che l'ho aspettato. È un corridore che ha commesso un errore ed è anche il campione del mondo e certamente lo rispetto. Lo avrei aspettato anche se non fosse stato il campione del mondo. Non è così che si trae vantaggio in gara. E naturalmente c'era ancora molta strada da fare e non volevo continuare da solo per così tanto tempo».
Per Pidcock il risultato a Strade Bianche è molto importante, non solo per aumentare la fiducia in se stesso, ma come dimostrazione di un lavoro che sta dando buoni frutti. «Questo risultato è un altro buon passo avanti. Ci stiamo sicuramente muovendo nella giusta direzione. E pensare che sono entrato a far parte di questa squadra, la Q36.5, solo a dicembre, ovvero appena tre mesi fa».