Manca ancora l’ufficialità, ma dal 2025 in gruppo non ci sarà più la Trinity Racing. Su strada quantomeno. La formazione britannica che ha lanciato, tra gli altri, Tom Pidcock, Ben Healy e Tom Gloag, ha infatti annunciato a Cycling Weekly che il prossimo anno allestirà il roster solo per le gare di MTB, rinunciando alle corse su strada. Il motivo, naturalmente, è economico, visto che gli sponsor andavano diminuendo e i costi, invece, aumentavano.
L’uomo immagine della squadra (il proprietario è l’agente Andrew McQuaid), negli ultimi anni, era stato Peter Kennaugh, ex corridore del Team Sky tra le altre, e il fatto che sia stato già annunciato come nuovo direttore sportivo dell’Astana Qazaqstan è un altro chiaro segnale dello smantellamento della squadra. Molti dei corridori in rosa del 2024 sono alla ricerca di un contratto, che invece hanno già trovato atleti come Robert Donaldson, che passerà professionista con la Jayco AlUla, Callum Thornley e Luke Tuckwell, presi dal vivaio della Red Bull-Bora-hansgrohe, e William Smith, ingaggiato dalla squadra sviluppo della Visma | Lease a Bike.
Inutile dire che per il ciclismo inglese - ma non solo, visto che parliamo di una delle migliori squadre U23 a livello internazionale - è un brutto colpo, anche perché la notizia si unisce all’annuncio di chiusura del team Saint Piran, l’ultima Continental d’oltremanica ancora rimasta.
Proprio in quest’ultima squadra militavano i fratelli Harry - con un passato alla Katusha, AG2R e Qhubeka - e Charlie Tanfield, che hanno deciso di provare a prendere in mano la situazione e creare un nuova squadra Continental inglese, come riportato da The British Continental. I tempi sono ristretti, ma la Federazione britannica ha concesso loro una deroga di 10 giorni per mettersi in ordine dal punto di vista burocratico e poter ottenere la licenza UCI. Il budget a disposizione, secondo quanto affermato, è di poco inferiore ai 400 mila euro, ma i Tanfield si dicono fiduciosi di poter presto dare l’ufficialità della nascita della squadra. Per i giovani inglesi che non fanno parte dell’Academy della British Cycling sarebbe una delle alternative migliori per poter continuare a sognare il professionismo.
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