È stata incerta fino all'ultimo la volata per la conquista dell'Oscar tuttoBICI Gran Premio Androni Giocattoli riservato alla categoria Donne Esordienti. Alla fine ad imporsi è stata Nicole Bracco, piemontese in forza alla SC Cesano Maderno, che ha vinto il lungo braccio di ferro - durato un'intera stagione - con Matilde Carretta (Young Team Arcade). Sul terzo gradino del podio un'altra ragazza lombarda, Nina Marinini della Biesse Carrera.
Su 29 gare disputate su strada Nicole ne ha vinte ben 8 e al primo anno tra le Esordienti ha dato filo da torcere alle ragazze classe 2010 anche in pista. A 13 anni ancora da compiere (è nata il 3 dicembre 2011, Carlo Ceccarello che vi abbiamo presentato ieri il 24 aprile dello stesso anno, ndr) sarà la premiata più giovane della Notte degli Oscar tuttoBICI e, anche se all'idea di salire sul palco con Elisa Longo Borghini le tremano le gambe, oggi si racconta al microfono di tuttobiciweb regalandoci un suo ritratto super colorato.
Emozionata?
«Sì, non lo nego. Pensare di essere celebrata nello stesso contesto con i campioni e le campionesse che ammiro in tv mi mette molta agitazione. Quando sarà il mio momento diventerò rossa, è sicuro. Quando sono stressata e devo scaricare qualche peso disegno. Se dovessi immaginare di dipingere un quadro per gli Oscar tuttoBICI userei sicuramente il rosso dell'emozione, il giallo a rappresentare la gioia e un tocco di viola perché ho un po' di paura».
Non c'è nulla da temere. Restiamo in tema colori, quale hai scelto per l'abbigliamento?
«Ho comprato un vestito nero per l'occasione e al mio fianco, se non avrà imprevisti di lavoro (lavora come ingegnere alla Ferrero, ndr), avrò papà Davide. Dedico questo riconoscimento alla mia famiglia, alla squadra, allo staff e alle compagne che mi hanno permesso di raggiungere un traguardo molto importante. Sono felice perché non pensavo di farcela. Ai Campionati Italiani di pista, la mia avversaria continuava a rosicchiare punti e mi ha superato, pensavo tutto il lavoro dei mesi precedenti fosse finito in briciole ma quando ho scoperto che potevo ancora farcela ho dato il massimo per vincere le ultime due gare e tornare in testa».
Sia mamma che papà correvano in bici, non potevi che diventare ciclista.
«Eh, sì. Forse era scritto nel DNA, ma in realtà ho provato tanti sport prima del ciclismo e i miei genitori mi hanno lasciata libera di provare di tutto. Mamma Chiara ora insegna Scienze motorie alle medie, papà e nonno anche loro hanno un passato da corridori e pure mia sorella Marissa, che è più piccola di me di 3 anni, già si diverte in bici tra i giovanissimi. Abitiamo a Savigliano, in provincia di Cuneo, e all'evento Sport in piazza in cui vengono messe in mostra tutte le discipline praticabili in città, quando ho visto lo stand con le bici ho voluto provarne una. Da lì è partito tutto».
Fino a un po' di tempo fa si pensava che il ciclismo non fosse uno sport da ragazze, ora?
«Per fortuna ha spazio anche il movimento femminile. È giusto che percorriamo meno chilometri in gara rispetto ai nostri coetanei perché i nostri muscoli sono meno potenti però siamo forti anche noi femmine. Delle campionesse affermate ammiro soprattutto Elisa Balsamo ed Elisa Longo Borghini, tra i maschi il mio preferito è Remco Evenepoel perchè è sempre un po' sfortunato ma ce la mette proprio tutta. Nel mio piccolo cerco di farlo anche io. Fin dalla prima gara da G4 in sella ad una Scott nera e verde a Torre San Giorgio, arrivai 4a assoluta e provai un bel sollievo. Dopo aver provato danza, hip hop, pallavolo, atletica e altro finalmente avevo trovato il mio sport».
Che altre passioni hai?
«Ascolto tanta musica. Mi piacciono i cantanti dei giorni nostri come Lazza o Shiva che mi danno la carica, ma anche di qualche anno fa come i Queen che con canzoni più rilassanti mi aiutano a “sbollire” quando le cose non vanno come vorrei. Frequento la terza media e il prossimo anno penso che mi iscriverò all'Istituto per Geometri sempre a Savigliano. Tra scuola e bici non resta troppo tempo libero, ma va bene così visto che in futuro vorrei arrivare dove sono ora le due Elisa più forti del ciclismo italiano».
È l'obiettivo di tutte le ragazze che corrono in bici.
«Sì, voglio provare a realizzare il sogno di arrivare al professionismo anche se so che non è facile e in poche ci riusciranno. Ce la metterò tutta e nel frattempo non smetterò di studiare. Oltre che ciclista da grande mi piacerebbe diventare architetto o designer di interni. Quando disegno ora come ora ascolto il mio cuore, non ripropongo soggetti o scene particolari, mi cimento anche solo in schizzi e righe. Quando sono arrabbiata disegno una forma e la coloro nel modo che meglio esprime il mio stato d'animo».
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