Stavolta Giandomenico Marangoni ha chinato la testa. Per la seconda volta in pochi mesi la sua abitazione e i magazzini in cui è ricoverato tanto materiale legato alla sua attività ciclistica sono finiti sott'acqua. Non solo, ma ora anche la sede della Cotignolese e il percorso che la società romagnola gestisce nel Parco Pertini sono stati invasi dal fango.
Un colpo duro, durissimo. Però... c'è un però. Perché a far rialzare la testa e far rinascere la speranza per il dirigente romagnolo è arrivata la solidarietà di amici e dei genitori dei ragazzi che si sono infilati gli stivali e i guanti, hanno messo mano alle pale e hanno cominciato a spalare, a lavare, a pulire. Da giorni si lavora in sede, si cerca di rimettere ordine e di far tornare tutto al più presto alla normalità.
In prima linea, anche i ragazzi della Cotignolese, che sono stati i primi ad accorrere e a dare conforto ad una roccia come Giandomenico Marangoni che ha ritrovato il sorriso, ha riscoperto un nuovo calore nel cuore. I suoi ragazzi, i loro genitori e i tanti amici hanno dato nuova concretezza ad una frase che Giandomenico ripete spesso: «La Cotignolese per me è come una famiglia». E la famiglia si è stretta attorno al suo capo che, rialzando la testa, può vedere un nuovo solo all'orizzonte.
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