GRANADA. Un'esibizione straordinaria. Adam Yates ha impressionato e vinto la 9a tappa della Vuelta con un attacco fantastico. A vederlo, impassibile durante lo sforzo, sembrava una macchina. Però non è filato tutto liscio, non è stato facile. Anzi, il britannico della Uae ha dovuto anche superare momenti difficili. «Ho avuto i crampi - confessa - ma dall’ammiraglia mi hanno tranquillizzato. Mi hanno detto di proseguire del mio passo, così ho tenuto un ritmo un pochino più conservatore. Gli ultimi 4 km di salita sono stati di grande sofferenza e ho anche pensato che avrei pagato lo sforzo. C’era anche un forte vento in faccia. Quando ti alleni non te ne accorgi, oggi si». Eppure per la sua squadra la giornata non era iniziata bene. «Il ritiro di Almeida è stato un colpo molto duro».
Questa zona, attorno a Sierra Nevada, è per lui una specie di seconda casa: «Conosco queste salite bene, curva per curva - afferma il re di Granada -. Faccio spesso ritiri a Sierra Nevada, ci vengo almeno un paio di volte all’anno perché è il posto migliore per allenarsi. Ci vengo anche con mia moglie e ne parlo sempre con mio fratello. Confrontiamo i tempi degli allenamenti. Sull’ultimo gpm ho sofferto però sono contento di essere stato davanti tutto il giorno».
Yates rientra in classifica, ora è 7° a 5’30”, dopo essere finito molto dietro. «Colpa anche di una caduta - afferma -. Oggi l’obiettivo in partenza era vincere la tappa, non avevamo nulla da perdere. Ora che con questo trionfo sono risalito lotterò giorno per giorno per vedere fin dove posso arrivare». Il clima da martedì, dopo il trasferimento di oltre mille chilometri da sud a nord della Spagna, potrebbe essere suo alleato: «Credo che la prossima settimana per me andrà meglio. Con il caldo che abbiamo trovato fin qui non posso lottare per vincere, con una temperatura più fresca si. Spero ci siano 20 gradi meno in Galicia».
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