BICIFIGURINE. GIOVANNI BATTAGLIN, LO SCALATORE DAL CIUFFO RIBELLE

STORIA | 16/08/2024 | 08:21
di Stefano Fiori

Affermare che Giovanni Battaglin sia stato “soltanto” uno scalatore è sicuramente riduttivo. Questo ipercombattivo (cognome omen.....) ciclista veneto - nato a Marostica, la città degli scacchi viventi, il 22 luglio 1951 - dimostrò lungo tutta la sua carriera professionistica, protrattasi onorevolmente dal 1973 al 1984, di trovarsi a suo agio anche nelle gare a cronometro e, talvolta, negli sprint ristretti.


Battaglin passò professionista nel 1973, con al suo attivo dei risultati dilettantistici molto importanti: vittoria nel Palio del Recioto a Negrar nel 1971, nella Freccia dei Vini a Vigevano nel 1972 e soprattutto, nello stesso anno, il trionfo nel Giro d'Italia dilettanti, il cosiddetto Giro-Baby, davanti al toscano Walter Riccomi e a Giampaolo Flamini.


Diciamocelo francamente, coetaneo di Checco Moser e neoprofessionista nel 1973, il suo debutto nella massima categoria ciclistica suscitò notevoli speranze tra gli appassionati di ciclismo dopo anni di vacche magre. Date le loro caratteristiche non vi fu conflitto tra i due uomini nuovi del ciclismo italiano: Moser era considerato un eccezionale passista e Battaglin uno scalatore in grado di brillare nelle gare a tappe. E i pronostici vennero rispettati, poiché il giovane talento di Marostica si piazzò brillantemente terzo nella classifica generale del Giro d'Italia, alle spalle di due mostri sacri come Merckx e Gimondi. Per la cronaca, Francesco Moser si dovette accontentare della quindicesima piazza.

A farla breve adottai Battaglin come mio beniamino: andava forte in salita, lottava a viso aperto con big stagionati ed aveva coraggio da vendere. Nel 1974 il Giro fece tappa al Ciocco, in Lucchesia, e non mi lasciai sfuggire l'occasione di andare ad attendere il mio nuovo idolo sportivo in cima a quell'arrampicata da capre, quattro chilometri e 200 metri con pendenze da brivido e che io, in compagnia di qualche amico, percorsi obbligatoriamente a piedi... Fu inutile però attendere il trionfo di Battaglin, poiché primo al traguardo fu “Tarangu” José Manuel Fuente, minuscolo “trepador” spagnolo che precedette Merckx e Tino Conti. Quel Giro Battaglin lo concluse al sesto posto, proprio davanti a Moser, ma gli onori della cronaca andarono alla “nuova” rivelazione italiana, quel Gibi Baronchelli che finì alle spalle di Merckx per una manciata di secondi appena.

L'anno successivo il Giro tornò al Ciocco con una cronoscalata di 13 km, preceduta - prima di un giorno di riposo - da un'insidiosa crono di 38 km a Forte dei Marmi, che un Battaglin in cerca di rivincite dominò impossessandosi della maglia rosa. Così il fatidico 31 maggio, la mia combriccola di tifosi salì nuovamente sul Ciocco, in attesa del tripudio Battagliniano, ma la delusione fu cocente quando assistemmo al trionfo del suo compagno di squadra nella Jolljceramica, Fausto Bertoglio, che poi avrebbe vinto il Giro. Battaglin arrivò stravolto, forse azzerato dallo sforzo sostenuto nella crono in Versilia. Fatto sta che egli andò alla deriva per il resto del Giro, concludendolo con un insoddisfacente 18°posto nella classifica generale.

Seguirono due anni di calvario, con tanti interrogativi circa il suo stato di salute e i motivi della sua clamorosa defaillance. Piano piano, però, il motore del ciclista veneto tornò a ruggire: conquistò una tappa al Tour de France 1976 dopo una fuga in pianura, tre tappe al Tour de Suisse 1978 e il record personale di successi (14) nel 1979), corredato dalla maglia a Pois e dal 6° posto al Tour de France. La ciliegiona sulla torta sarebbe potuta arrivare al mondiale di Valkenburg, se Giovanni non fosse stato scaraventato a terra in vista del traguardo dal banditesco olandese Jan Raas.

Il 1981 fu l'anno del meraviglioso canto del “cigno” targato Battaglin: trionfò alla Vuelta di Spagna indossando per 13 giorni la maglia amarillo e, senza soluzione di continuità, si impose finalmente nel tanto desiderato Giro d'Italia. Sempre nel 1981 fondò l'azienda Battaglin Cicli, che gli avrebbe procurato molte soddisfazioni una volta appesa la bici al classico chiodo.

Dopo tre altre annate interlocutorie, Battaglin abbandonò l'agonismo nel 1984. Nel suo palmarès figurano 55 vittorie, delle quali quattro in gare a tappe (Giro, Vuelta, Giro di Puglia, Vuelta al Pais Vasco), tappe in tutti e tre i grandi Giri, otto maglie azzurre ai mondiali su strada professionisti, un terzo posto nel Giro di Lombardia (1979). In carriera ha indossato la maglia di JollJ Ceramica (1973-77), Fiorella Mocassini Citroen sotto la guida di Luciano Pezzi (1978), Inoxpran (1979-83) e Carrera Jeans (1984). Significativa anche la sua attività come sponsor e manager nel settore della Mountain Bike con il team Full Dynamix. A tale proposito è da ricordare la vittoria nel campionato mondiale Under 23 MTB Cross Country con Marco Bui nel 1999, davanti a Cadel Evans che era stato in trattativa con Battaglin per entrare a far parte della Full Dynamix. Ultima nota triste, la scomparsa della figlia Francesca, avvenuta quest'anno dopo una lunga malattia.

 

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
La stagione su strada nel nostro spicchio di mondo è appena cominciata con la Camp de Morvedre, riedizione di una classica valenciana risalente agli anni Ottanta, 178 chilometri con partenza e arrivo a Estivella: il guizzo vincente è quello del...


Con un filo di voce risponde dall’obitorio di Mezzolombardo, dove Sara Piffer aspetta ancora di essere visitata dal medico legale, Antonello Della Corte, che da un paio di anni è il braccio destro di Renato Pirrone, team manager della Team...


Buon avvio di stagione per la Solution Tech Vini Fantini che ottiene il secondo posto con Lorenzo Quartucci nella prima tappa del Tour of Sharjah che oggi è scattato da Sharjah negli Emirati Arabi. Il perugino ha regolato la volata...


Si è svolta oggi, presso la Sala delle Lupe all'interno del Palazzo Pubblico in Piazza del Campo, la presentazione ufficiale dei percorsi di Strade Bianche Crédit Agricole e Strade Bianche Women Elite Crédit Agricole 2025.  Dopo aver ospitato nel 2024 il sensazionale assolo di...


La ruota Shamal non può fare altro che riportare alla memoria pagine e pagine di storia del ciclismo,  visto che è stato il primo modello a profilo alto, un prodotto in grado di stabilire nuovi standard per velocità e qualità...


Ancora una tragedia sulle strade, ancora una notizia luttuosa che arriva dal Trentino. Questa mattina si è consumato un nuovo dramma della strada lungo una via secondaria che collega Mezzocorona e Mezzolombardo: la vittima è una ciclista trentina di 19...


In Belgio e Olanda la pluricampionessa Eva Lechner dirà l’addio alla sua lunga e gloriosa avventura in Coppa del Mondo. Saranno le gare di Maasmechelen, sabato 25 in Belgio, e Hoogerheide in Olanda domenica 26, le ultime due fatiche di...


L’ex campione del mondo a cronometro Rohan Dennis è tornato in tribunale, nella notte italiana, e davanti alla la Corte distrettuale di Adelaide si è formalmente dichiarato colpevole di aver guida pericolosa aggravata dalla consapevolezza di poter creare danni nel...


«Ora, quando le persone mi chiedono se ho fatto il Tour, posso rispondere 'sì'». Kasia Niewiadoma, Évita Muzic, Elisa Longo Borghini... Le campionesse del Tour de France Femmes avec Zwift festeggiano la nuova era aperta nel 2022, permettendo ai virtuosi...


Nel 2025 Lotte Kopecky punterà tutto sul Tour de France. In Belgio è il giorno dedicato alla presentazione della Sd Worx Pro Time e alle interviste con i media, è la stessa campionessa del mondo a trattenere una quasi una...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024