Sulle strade della Vuelta a Burgos, corsa di categoria 2.PRO che si è conclusa venerdì con la vittoria dello statunitense Sepp Kuss, è stata testata dall'UCI una nuova disposizione per quanto rigaurda l'utilizzo delle radioline. Solo due corridori per ogni squadra, identificati da un nastro sul braccio, hanno potuto utilizzarle.
A questo riguardo, abbiamo raccolto la testimonianza di un corridore che conosce le gare di tutte le categorie, avendo militato a lungo in formazioni Continental (anche italiane) e Professional prima di passare l'anno prossimo nel World Tour: Paul Double, scalatore inglese della Polti Kometa promesso sposo della Jayco AlUla.
«L'idea di fondo è chiaramente quella di ridurre lo stress e la pressione da parte dei direttori sportivi, quindi il rischio di eccessiva concitazione e incidenti - ci ha detto Double, classificatosi 29° nella generale a 2'05'' dal vincitore Kuss - ma in fin dei conti siamo ben pagati per correre e conosciamo il piano gara e le ambizioni nostre e della squadra già dalla partenza, quindi non penso cambi molto. Semmai le radioline sono molto utili all'ammiraglia per fornirci consigli e indicazioni anche alla sicurezza, non averle (o averle in un numero limitato di corridori) aumenta invece il caos e le incomprensioni in gruppo. Toglierle rappresenta secondo me una diminuzione della "professionalità" in gara, penso ci siano altri aspetti che possano essere migliorati per rendere il ciclismo più sicuro...».