Arriva in conferenza stampa che non ci vede più dalla fame. Remco Evenepoel dopo essersi messo al collo il secondo oro olimpico nel giro di una settimana anticipa i giornalisti rivolgendo loro una domanda: “Avete qualcosa da mangiare?”. In risposta riceve tre barrette, sceglie la più calorica ricoperta di cioccolato ringraziando di cuore anche per le altre due che lascia da parte perchè “troppo salutari”. Ringalluzzito dalla botta glicemica, risponde a tutte le nostre curiosità.
Remco è andato tutto come da copione?
«Una gara non è come un film, ma direi che ce l'eravamo immaginata così. Sono felice e ora ho forse la foto più bella che si possa desiderare. Montmartre non era la mia salita preferita del giro finale, dove sono scattato invece è un punto tipico per me. Quando si va forte e poi si rallenta, in quel momento riesco a fare la differenza. Ho attaccato dove avevamo programmato e per la strada ho trovato buoni compagni di avventura, con Madouas che è stato il più difficile da staccare. A 3 km dalla fine ho forato, mi sono un po' agitato in quel momento perchè poco prima la moto mi aveva mostrato la lavagna con scritto 25" sugli immediati inseguitori, un'informazione errata ma non lo sapevo, e alla fine questo imprevisto ha reso ancora più “speziata” la vittoria».
Ci spieghi l'esultanza?
«L'avevo già usata alla Figueira Classic per festeggiare la mia prima vittoria stagionale. Non ho inventato nulla, ma copiato il gesto del tennista Ben Shelton quando ha raggiunto le seminifinali agli US Open. In gergo giovanile si chiama dialed in (chiamata in corso, ndr), mi era piaciuto e ho pensato di riproporlo e farlo mio. Il paragone con Eddy Merckx? Non ha senso perchè siamo campioni di epoche diverse. Lui ha vinto tantissimo, io sono io, sto costruendo la mia carriera, per ora sta andando molto bene e non potrei chiedere di più. La doppietta ai Giochi crono-strada è speciale. Ottenerla nell'Olimpiade probabilmente più vicina a casa che potrò mai disputare, davanti alla mia famiglia, tra tanti fans e con numerosi amici sulla strada è il massimo. Condividere il momento con i belgi e le persone care è strepitoso infatti ora penso solo che ci meritiamo tutti una grande festa» .
Chi ha avuto l'idea di portare sul palco delle premiazioni la medaglia vinta sabato scorso?
«Il merito è di mia moglie Oumii perchè se fosse stato per me sarebbe rimasta a casa dove l'avevo lasciata. Tornare mi è servito per ricaricare le energie dopo la prova contro il tempo, ho fatto come dopo il Tour un giorno di assoluto riposo quindi due allenamenti corti, uno lungo, e altri due easy per recuperare in vista di oggi. Ora ho una bellissima foto da postare su Instagram. Nel mio piccolo mi sembra di essere un po' Michael Phelps (il nuotatore che è lo sportivo più vincente nella storia dei Giochi Olimpici, ben 28 medaglie per lui, ndr), avete presente l'immagine iconica in cui sfoggia le sue medaglie? Oggi ho realizzato un sogno su una linea d'arrivo che forse è la più bella di sempre».
Il format olimpico con solo 90 corridori in gara ti convince?
«È strano perchè rende difficile gestire la corsa. Con soli 2 o 3 compagni è complicato prendersi le proprie responsabilità, non siamo abituati a correre così in pochi ma rispettiamo le regole per quelle che sono. Un gruppo più numeroso da vedere probabilmente è più spettacolare, ma non sarò di certo io a lamentarmi visto che oggi ho vissuto la mia giornata da incorniciare».
Ai bambini e le bambine che da ogni angolo del pianeta ti hanno visto oggi centrare un obiettivo storico, che messaggio vuoi mandare?
«Puoi raggiungere ogni cosa che sogni. Credi in ciò che desideri, segui le tue idee e circondati delle persone giuste. Da solo non si può arrivare da nessuna parte, è fondamentale poter contare sul giusto supporto per gestire le forti pressione con cui un atleta di livello deve confrontarsi».
A questo proposito, in Belgio saranno tutti impazziti...
«Già, ma anche prima non scherzavano (sorride, ndr). Ormai sono abituato alla “follia” del mio paese per il ciclismo. Il mio team e la mia famiglia mi aiuteranno a tenere i piedi per terra e a non prendere il volo. Anchè perchè ho almeno altri 10 anni di carriera quindi non dico che sono all'inizio perché ho già ottenuto tanto ma ho ancora tanto tempo davanti a me quindi voglio vivermelo in modo rilassato e godermela».