Non ci sono tante parole di fronte a una tragedia come quella di Andrè Drege, il 25enne norvegese della Coop Repsol che ha perso la vita cadendo giù dal Grossglockner tre giorni fa nella penultima tappa (tragicamente divenuta l'ultima) del Tour of Austria. «Non è il primo avvenimento simile, lo sappiamo: c'è stato Mäder l'anno scorso, ai miei tempi Casartelli, ce ne sono stati altri ma non ci si abitua mai a queste fatalità che travolgono il nostro mondo» ci racconta Fabio Baldato, che alla corsa austriaca era presente non solo come direttore sportivo della UAE (per la cronaca, il suo corridore Diego Ulissi ha vinto) ma come rappresentante delle squadre. Per questo è a lui che si è immediatamente rivolto il direttore di corsa per comunicare il decesso di Drege mentre la tappa tagliava il traguardo di Kals, ed è lui ad aver rilasciato una delle prime testimonianze ufficiali, dove racconta di avere ricevuto la notizia poco prima dell'arrivo e che il ragazzo era caduto molto in basso, senza testimoni diretti della caduta se non Jaka Primozic, che pedalava poco avanti a lui e che si è accorto del dramma alle proprie spalle con la coda dell'occhio e delle orecchie, avvisando subito un poliziotto in moto e attivando i pronti soccorsi.
E a lui, Fabio Baldato, abbiamo chiesto ieri un'ulteriore testimonianza, aggiungendo una domanda sul tema sicurezza e l'evoluzione dei materiali, per il nostro podcast BlaBlaBike. Da uomo profondamente misurato e dal solido senso del rispetto, il diesse veneto non se l'è sentita di rilasciare un'intervista "audio" per non sentirsi protagonista di una sorta di show sulla tragedia. Una scelta che, in un mondo che va nella direzione dell'esibizionismo, rispettiamo totalmente e a cui diamo merito. E anzi ringraziamo Fabio per aver a sua volta rispettato il nostro mestiere di cronisti, permettendoci di riassumere in poche righe quanto ci ha detto a telefono acceso e microfono spento.
«Quello del ciclista è un mestiere che comporta un elevato rischio, per fortuna non ho mai vissuto la morte di un mio corridore ma ho vissuto quella di un caro amico con cui andavo in bici anni fa. Ricostruire la dinamica è stato difficile: Drege, che era entrato nella fuga di giornata ma in quel momento stava perdendo terreno e aveva noi del gruppo a poca distanza, è andato dritto a una curva ed è volato via. L'hanno dovuto cercare per qualche minuto giù nel dirupo, la ruota posteriore sembra aver avuto una foratura e il forte vento che spirava sul Grossglockner potrebbe aver contribuito. Più di questo non sappiamo e certezze non ne ho: stoppo sul nascere ogni strumentalizzazione su freni a disco, tubeless etc etc».