Per Jonathan Milan sul traguardo di Cento è arrivata la terza vittoria al Giro d’Italia e il friulano, ancora una volta, ha condiviso la vittoria con i suoi compagni di squadra, che in modo impeccabile lo hanno pilotato verso il successo. Oggi in corsa c’era molto vento e il gruppo ha aperto dei ventagli, ma inizialmente la Lidl-Trek di Milan era rimasta fuori e per questo hanno faticato a rientrare in gruppo.
«Io e Consonni abbiamo subito visto che davanti avevano aperto dei ventagli – ha detto Milan in conferenza stampa -. Abbiamo fatto uno sforzo molto importante, perché ci siamo trovati nella posizione sbagliata. Abbiamo faticato veramente molto, ma abbiamo ricevuto aiuto anche dalle altre squadre. Abbiamo impiegato un po' perché in testa avevano un bel passo e andavano a tutta, ma quando siamo rientrati abbiamo deciso di andare immediatamente davanti perché sapevamo che il finale era molto impegnativo. C'erano curve e dossi, quindi era fondamentale stare davanti. Già al meeting della mattina avevamo deciso di stare davanti perché il finale poteva essere complicato, ma alla fine è andato tutto bene».
I compagni di squadra di Milan sono tutti straordinari e grazie ad un lavoro perfetto sono riusciti a conquistare tre tappe con il friulano che indossa la maglia ciclamino.
«Consonni, con Stuyven e Theuns sono veramente fondamentali nelle volate. Stanno facendo un lavoro impeccabile e quando ho loro davanti è come se avessi dei bodyguard. Mi accompagnano nel finale, credono in tutto ciò che fanno e questo mi motiva tantissimo. Stanno facendo veramente un lavoro fantastico e non c'è bisogno che lo dica io, ma si vede perfettamente dalle immagini. Sono veramente meravigliosi, quindi a fine corsa corro sempre a ringraziarli uno per uno».
Tornando ai ventagli, Milan non pensa di essere stato veramente in pericolo e non crede che nel gruppo ci sia stata la volontà di fargli un’imboscata.
«Posso dire che ci siamo accorti immediatamente che si era aperto il ventaglio davanti a noi, quindi non è che ci sia molto da dire, anche dall'ammiraglia ci hanno avvisato. Abbiamo cercato semplicemente di rimontare il gruppo il più velocemente possibile, passando da sinistra per cercare di rimanere nel secondo gruppo e quindi avere più possibilità di risalire. Non abbiamo mai avuto un grandissimo gap, ma comunque è stato faticoso risalire fino in testa».
La Lidl-Trek è una squadra molto unita e i corridori tra di loro si supportano, condividendo i successi e anche i momenti negativi e gli errori. «Alla fine della tappa abbraccio sempre i miei compagni ed è una cosa abbastanza normale. Mi viene spontaneo abbracciarli per ringraziarli anche quando non abbiamo vinto.
«Mi piace sempre poi parlare con loro un po' della giornata quando siamo a cena e cerchiamo di capire dove abbiamo sbagliato, dove abbiamo fatto bene, insomma ridiamo anche delle cose che abbiamo fatto. Li ringrazio sempre perché veramente ho dei ragazzi straordinari.
Il ciclismo a casa di Jonathan Milan non è arrivato per caso e suo padre, Flavio, è stato un corridore. «Anche mio padre è stato un corridore però non mi ha mai raccontato della sua esperienza al Giro d’Italia. Abbiamo parlato tante volte di quello che ha fatto, ma non abbiamo mai parlato di quando ha corsa al Giro».
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