GAIARDONI ERA UN PEZZO DI TUTTI NOI, IL PEZZO PIU' FORTE E POTENTE

STORIA | 30/11/2023 | 11:21
di Marco Pastonesi

Era base per altezza, era fibre più bianche che rosse, era potenza con pericolo di esplosività. Era dinamite muscolare e muscoli dinamitardi. Era un motore umano da Formula 1. Era un motore che esasperava le carrozzerie, tant’è che era la disperazione di meccanici e perfino telaisti: quando spingeva sui pedali, in quel preciso istante in cui nasce la volata, era capace di sfondare le gabbiette, scardinare i pedali, piegare le pedivelle e spaccare i tubi. E quando lo raccontava, si illuminava.


Si è spento Sante Gaiardoni, che per gli amici era il Gianni. Due medaglie d’oro alle Olimpiadi di Roma, da gladiatore, nel chilometro da fermo (e chissà come meccanici e perfino telaisti sospirarono di sollievo quando la bicicletta resistette alla prima pedalata, e anche alla seconda, e poi alla terza) e nella velocità, campione italiano e mondiale, primatista italiano e mondiale, l’elenco quasi completo è sulle enciclopedie di carta e di computer, il resto è in quell’archivio della memoria che è il cuore della gente della “parrocchia”, come spiegava pazientemente il giornalista e testimone dell’epoca Mario Fossati, quella del ciclismo su pista, a metà fra arte e circo, fra commedia e cabaret, le listelle come un palcoscenico.


Nato a Villafranca di Verona nel 1939, aveva 21 anni quando vinse la sua prima corsa all’oro, morto a Milano stanotte, aveva 84 anni e gli ultimi mesi sono stati difficili, annebbiati, fragili, non alla sua altezza, non all’altezza della sua forza. Prima stradista, poi pistard. La prima vittoria in salita, poi le uniche salite sarebbero diventate soltanto quei tre-quattro metri verticali delle pareti paraboliche delle piste per lanciarsi nelle volate. Un mondo, il suo, ovale, quello dei velodromi, anelli in cui si respirava canfora e olio, in cui si indossavano caschi in strisce di pelle e vestaglie di seta, pantaloncini con fondelli in pelle di daino e maglie che reclamizzavano aspirapolveri e televisori, rigatoni e birre. Un mondo, il suo, fatto di dichiarazioni di guerra e atti di coraggio, di furbizie e segreti, di scommesse e vendette, di brividi e scosse, fatto anche di donne e motori, umani e non.

Gaiardoni, quando esplose a Roma, già nel cognome c’era tutta la sua possanza, il suo vigore, la sua esuberanza. Maspes, Gasparella, Ogna, Lombardi, Bianchetto e Beghetto, poi Pettenella e Damiano. La velocità era italiana. Nella sua indole storica, nella sua natura caratteriale. Chi di testa, loro di testa e di gambe. Come Ferrari, Alfa Romeo, Maserati, ma a quadricipiti. Gaiardoni si issò immediatamente a sfidante, avversario, duellante del monarca assoluto, Antonio Maspes. Come Girardengo e Binda, come Bartali e Coppi, o si stava con Maspes o si stava con Gaiardoni, o di qui o di là, non su strada, ma in pista, non in velodromi naturali di due-trecento chilometri, ma in catini costruiti sottraendo e levigando boschi di pini e abeti, non affrontandosi e misurandosi per battaglie di tre settimane, ma studiandosi e combattendosi sui centesimi di secondo. Tranne quando prolungavano a dismisura i loro tenzoni con i surplace. Era lì che gli sprinter arrestavano il tempo. Capovolgendo il senso, rivoluzionando il metodo della loro specialità. L’immobilismo in una prova, una recita, una rappresentazione della velocità. Geniale. Finché le stelle di Maspes e Gaiardoni si sono eclissate e, senza di loro, quell’età dell’oro della pista è tramontata.

Ero alla “Gazzetta dello Sport”, il 19 settembre 2000, quando telefonai a Maspes e Gaiardoni per invitarli in via Solferino, in redazione. Maspes aveva 68 anni, Gaiardoni 61. Si presentarono in tuta. Date le dimensioni da ex-moltoex-velocisti, era l’unico abbigliamento possibile. Quando li presentai agli altri redattori, avvertii imbarazzo e stupore. Ma quando il Tugnela e il Gianni cominciarono a raccontare le loro avventure, i loro trucchi, le loro imprese, conquistarono subito la platea da consumati attori di avanspettacolo. E intanto la platea si addensava di giornalisti, fattorini, archivisti. E quando ai due eroi, in quella improvvisata assemblea di redazione, si unì Candido Cannavò – il direttore, appena poteva, si liberava da impegni ufficiali e respirava aria di sport -, fu autentico commedia dell’arte. Botte e risposte, battute e battutacce. Come quando Maspes spiegava come, per osservare Gaiardoni alle sue spalle (nella velocità, a quel tempo, chi stava dietro era favorito), lustrava un bottoncino sui guanti fino a renderlo uno specchio. Come quando Maspes raccontava come nascondesse la sua bicicletta per non svelare il rapporto scelto, come quando Gaiardoni diceva che aveva trovato dove fosse la bicicletta di Maspes e che aveva scoperto il rapporto scelto, come quando Maspes diceva che sapendo che Gaiardoni avrebbe trovato la bicicletta e scoperto il rapporto, aveva sistemato altrove la vera bici con il vero rapporto.

L’ultima volta in cui Gaiardoni, in versione il Gianni, si era visto in pubblico, era stato per Pettenella, il Vanni, il pollivendolo volante: il 15 aprile scorso, una targa commemorativa nella piazza della sua Dergano, a Milano. Il Gianni stanco ma presente, vulnerabile ma consapevole, commosso e commovente, la folla che alla fine dell’affettuosa manifestazione lo ha, ancora una volta, circondato per una firma, una foto, un abbraccio, una pacca, un mi-ricordo o un ti-ricordi. Perché Gaiardoni era un pezzo di tutti noi. Il pezzo più forte, il pezzo più potente.

 

Copyright © TBW
COMMENTI
"La Parrocchia"
30 novembre 2023 21:37 Fuga da lontano
Sempre bello leggere i racconti di Pastonesi

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
La SC Cesano Maderno ha da quasi trent'anni lo stesso presidente, Giuseppe Fontana (papà del medagliato olimpico della mountain bike Marco Aurelio) e una struttura societaria altrettanto collaudata, che tra i massimi dirigenti nonché direttore di corsa della Cesano-Ghisallo vede...


E sono trenta. Trenta edizioni dell’Oscar tuttoBICI, trenta serate organizzate, trenta liste di campioni da invitare, applaudire, coccolare e premiare. Campioni, una parola che non è scelta a caso: tutti coloro che hanno vinto l’Oscar sono dei campioni, indipendentemente dal...


Quel numero che aveva attaccato per l'ultima volta sulla maglia il primo giorno di settembre nella Elfdorpen, resterà l'ultimo della sua brevissima carriera: lunedì è morto improvvisamente, proprio nel giorno del suo diciannovesimo compleanno, il dilettante belga Tuur Hancke. A...


Era solo venerdì quando Maxim Van Gils dichiarava che le trattative con la Lotto-Dstny stavano procedendo in modo positivo. Il ciclista belga, aveva rilasciato alcune dichiarazioni durante il torneo di padel organizzato dalla A&J All Sports, la società dei fratelli...


Moto e bici in Italia. Due anime di un settore fatto di eccellenze, passione, innovazione e trionfi sportivi: quella a motore, con un mercato trainante (+42% dal 2020 al 2023), che non smette di crescere; e quella delle due ruote...


La Parigi-Dakar in bici elettrica. Sei tappe in otto giorni, dagli 80 ai 120 km al giorno, dal 30 novembre al 7 dicembre. E’ il Tembaine Desert Rally. Una prova estrema ma sicura. Della Parigi-Dakar ha l’ispirazione, e c’è il...


E' stata una straordinaria serata di gala quella con cui il Presidente dell'Uc Asolo Bike Poggiana, Giampietro Bonin, ha voluto radunare presso il Ristorante Rino Fior di Castelfranco Veneto (Tv) i sostenitori, i collaboratori, gli ospiti e le autorità vicine...


Il Gran Premio Mamma e Papà Guerciotti della stagione crossistica 2024-25 sta per andare in scena. Normalmente la corsa della Fas Airport Services – Guerciotti – Premac fa parte del calendario internazionale. Tra le gare internazionali nel territorio italiano con...


Il Museo del Ghisallo cresce nell’indice di gradimento di anno in anno. Dal 2022 i numeri salgono,   anche il 2023 è stato un anno in positivo, sono sempre di più i visitatori che hanno staccato un biglietto al Museo...


Anche quest’anno, il binomio tra il ciclocross e il borgo di Barbara ha funzionato a meraviglia con lo svolgimento del Memorial Americo Severini, abbinato all’Adriatico Cross Tour e valevole per l’assegnazione dei titoli regionali FCI Marche e provinciali FCI Ancona.Con...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024