Felice Gimondi è lassù in cielo e senz’altro udirà il nostro applauso. Oggi è il due settembre, sono trascorsi esattamente 50 anni dalla sua strepitosa vittoria nel Campionato del Mondo del Montjuïc (Spagna). Il 2 settembre 1973 Felice vinse quello che per l’era moderna del ciclismo va definito sicuramente il Mondiale dei Mondiali. Primo Gimondi, secondo Freddy Maertens, terzo Luis Ocana, quarto posto per “sua maestà” Eddy Merckx. Va pure sottolineato il bel 9° posto finale di Roberto Poggiali, toscano di Scandicci. Per l’ Italia del ct Nino Defilippis al Mondiale 1973 parteciparono anche Enrico Paolini (12° sull’ordine d’arrivo), Franco Bitossi (14°), Marcello Bergamo, Giancarlo Polidori, Fabrizio Fabbri, l’iridato dell’edizione 1972 Marino Basso, Giovanni Battaglin, Italo Zilioli.
Alla vigilia del Mondiale erano scoppiate polemiche per l’esclusione dalla Nazionale di Gianni Motta. Il biondo di Groppello d’Adda quell’anno correva nella Zonca diretta da Ettore Milano. Motta al Giro d’Italia vinse la sesta tappa, Como – Iseo, comprendente la scalata al San Fermo, ovvero pendenze da sesto grado tra Valcavallina e Lago d’Iseo. Gianni fu il primo italiano a vincere una tappa in quell’edizione del Giro partita dal Belgio e in volata battè Gimondi, Ritter, Merckx e tutti i migliori. Inoltre a poche settimane dalla trasferta iridata ci fu il Gran Premio di Monte Campione ( la montagna resa nota da Pantani nell’era moderna ) con frazione in linea che partì da Boario e poi la cronometro individuale. Nella corsa in linea si avvantaggiarono Motta e Merckx . In volata vinse Gianni davanti ad un rabbioso Eddy. Il belga all’epoca non avrebbe accettato la sconfitta in una sfida con le carte a scala 40, vi lasciamo immaginare il suo disappunto per quel secondo posto dietro a Gianni. “Motta al Mondiale può fare un figurone”, esclamarono Merckx (vinse poi la prova a cronometro verso Monte Campione) e altri addetti ai lavori. Tuttavia il ct Defilippis escluse Gianni dalla Nazionale scatenando parecchie contestazioni. “Devo costruire la squadra attorno a Gimondi”, esclamò il ct torinese. L’esclusione di Motta faceva aumentare le responsabilità di Gimondi che quell’anno al Giro d’Italia era arrivato secondo a 7’42” da Merckx.
Nella stagione 1973 Merckx alfiere Molteni prima del Mondiale aveva trionfato in una marea di gare comprese Trofeo Laigueglia, Het Volk, Gand-Wevelgem, Parigi-Roubaix, Liegi-Bastogne-Liegi, classifica generale Vuelta a Espana (con 7 tappe vinte, cronosquadre compresa) che allora si correva in aprile e appunto il successo finale più 5 tappe al Giro d’Italia. Il suo palmares era mostruoso. E anche quello di Ocana nel periodo febbraio-agosto 1973 era da autentico fuoriclasse con sei tappe vinte più classifica finale al Tour de France e le vittorie in Settimana Catalana, Giro dei Paesi Baschi, Giro del Delfinato. In più Maertens, classe 1952, era l’uomo emergente del ciclismo belga. Nel finale del Mondiale si avvantaggiarono Gimondi, Merckx, Ocana e Maertens. I 248,650 chilometri più i dislivelli attorno a Barcellona nella zona del Montjuïc avevano selezionato le forze con i migliori in primo piano. Teoricamente Merckx doveva dominare grazie all’apporto di Maertens, più veloce del “Cannibale” però troppo giovane per ambire a fare la prima punta. Merckx oltre a quello tra i dilettanti a Sallaches (’64) il Campionato del Mondo dei professionisti se lo era aggiudicato già nel ’67 a Heerlen(Olanda) e a Mendrisio (Svizzera) nel ’71. Nel Canton Ticino Eddy battè proprio Gimondi allo sprint. Nelle annate precedenti al Mondiale del Montjuic ’73 i successi di Ocana e Merckx erano numerosissimi e anche Gimondi a quel punto di carriera poteva vantare tra l’altro un Tour de France, 2 Giri d’Italia, la Vuelta a Espana 1968, la Roubaix, il Lombardia e tante classiche. Ulteriore motivo per definire il cimento del 2 settembre ’73 “Mondiale dei Mondiali”.
Al MontjuUic il quartetto Ocana-Gimondi-Merckx- Maertens si rese imprendibile per Joop Zoetemelk e tanti altri campioni alle loro spalle. L’intesa pre-sprint tra lo scalpitante Maertens e Merckx non ci fu, ogni campione nella fuga decisiva impostò la volata in modo autonomo. Gimondi negli ultimi 100 metri fece a spallate con Maertens battendolo al colpo di reni. All’età di 30 anni e 11 mesi Gimondi era per la prima volta Campione del Mondo.
“Lo sprint di Gimondi è da velocista, l’attività invernale nelle Sei Giorni gli ha giovato”, affermarono i più esperti. Nel 1973 Felice era riuscito a battere Merckx nella cronometro di Forte dei Marmi al Giro d’Italia. E ci riuscì anche al Mondiale vicino a Barcellona, tra lo stupore generale poiché Eddy non salì sul podio e ciò lo rese ulteriormente scuro in volto. Italia in tripudio per Felice, con grandi feste nella sua Val Brembana. Era la vittoria più bella della carriera e garantì al corridore bergamasco l’etichetta di “campione ideale” e uno slancio notevole per trionfare pochi giorni dopo al Giro del Piemonte, al Giro di Lombardia e nel Trofeo Baracchi cronocoppie ( con Martin Emilio Rodriguez). Per Defilippis fu un trionfo. Tuttavia la sua carriera da ct fu tra le più brevi. Poche settimane dopo il Mondiale 1974 a Montreal, vinto da Eddy Merckx con Giacinto Santambrogio al 4° posto, Defilippis seppe che non avrebbe più esercitato il ruolo. Dal ’75 iniziò l’era di Alfredo Martini alla guida dell’Italia.
ORDINE D’ARRIVO
1. Felice Gimondi km 248,650 in 6 h 31’ 26”; Freddy Maertens (Bel); 3. Luis Ocana (Spa); 4. Eddy Merckx (Bel); 5. Joop Zoetemelk (Ned) a 1’46”; 6. Torres (Spa); 7.Vianen (Ned); 8. Van Springel (Bel); 9. Poggiali; 10. Ovion (Fra).