Le ragazze incrociano le braccia e scendono di bicicletta. È successo questa mattina alla seconda tappa del CIC-Tour Féminin International des Pyrenées. Dopo la disastrosa tappa di ieri (mancanza del mezzo medico al seguito) e un finale di corsa a Lourdes da incubo, tra automezzi in movimento (anche pullman), su strade a varchi aperti, con gente che attraversava noncurante di tutto, oggi le ragazze hanno preso posizione.
Prima hanno chiesto un taglio di percorso, una neutralizzazione di 25 chilometri proprio ad inizio tappa, poi a circa 50 km dal traguardo si sono fermate per chiedere rassicurazioni al Presidente di giuria e agli organizzatori (nello staff c'è anche la ex campionessa americana naturalizzata francese Marion Clignet e il campione transalpino Gilbert Duclos-Lassalle, ndr) viste le troppe moto in corsa e, soprattutto, eccessivamente vicine al gruppo, oltre ad altre situazioni che mettevano a rischio l’incolumità delle ragazze. Una presa di posizione sacrosanta, alla luce soprattutto di quanto accaduto ieri.
I rischi corsi nella tappa di ieri hanno chiamato alla ribalta il CPA ed il suo nuovo presidente Adam Hansen che ieri sul far della mezzanotte aveva twittato: «Finalmente ho parlato con tutti. Questa sera c'è stata una telefonata tra l'Organizzatore, il Women CPA (Alessandra Cappelloto) ed io. Gli organizzatori stanno mettendo in atto diverse misure per avere domani più moto della Polizia. Le squadre e il CPA naturalmente spingono per avere le massime garanzie per la sicurezza delle cicliste. Dopo quella telefonata, ho parlato con l'UCI per aggiornarli sulla situazione e domani ne saprete di più».
L'incrocio delle telefonate, a quanto pare, non ha dato l'esito desiderato, visto quel che è accaduto nella tappa odierna...