E poi dicono che non è stata una fuga, in piena regola. E poi dicono che dietro non c'era qualcosa. Adesso che davanti ai nostri nasi ci sono le accuse nemmeno tanto velate portate dallo storico medico belga all'indirizzo del Giro d'Italia, di dubbi non ce ne sono più. Titola Eurosport: «YVAN VANMOL, MEDICO DELLA SOUDAL, ATTACCA: «EVENEPOEL A CASA PER LE NEGLIGENZE DEL GIRO» E ancora: «Yvan Vanmol la spara grossa contro il Giro, la sua Direzione, i protocolli adottati e... Contro la Jumbo Visma. Il medico della Soudal Quick Step è un fiume in piena e se la prende con tutte le problematiche adottate in questi giorni di Giro che hanno costretto Evenepoel a ritirarsi dalla competizione, con la maglia rosa indosso».
Il medico la appoggia piano, parlando di problemi fin dal primo giorno per via di conferenze stampa troppo affollate in stanze piccole, ma non parla delle piccole attenzioni non prese dal proprio team che si è comportato con tutti, tifosi e ospiti compresi, con grande superficialità. Anzi, prendevano in giro quelli della Jumbo Visma che vagavano nella zona paddock con la mascherina sul volto anche all'aperto fin da Fossacesia.
Accuse, quelle di Vanmol, che vengono fatte adesso, ma che potevano e dovevano essere fatte subito, come si fa tra persone per bene. Non è un mistero che i team presenti qui al Giro d'Italia siano particolrmente scocciati (eufemismo) per il fatto che l'organizzazione a inizio Giro aveva fornito l'elenco degli alberghi fin solo al primo giorno di riposo, con tutti i problemi annessi e connessi, ad incominciare dall'aggiornamento della piattaforna sanitaria Uci che i corridori sono chiamati a produrre per i controlli a sorpresa.
Insomma, i problemi c'erano, erano lì sotto la brace, ma tutti, proprio tutti se ne guardavano bene dal farlo sapere in giro, con una nota ufficiale, con una presa di posizione forte e netta. Adesso la fuga di Remco di prima mattina, a conferma che il COVID è semplicemente stata la giusta occasione per togliere il disturbo.
Non bella tutta questa vicenda, misera e piccina, che fa uscire tutte le componenti tutt'altro che bene e la cosa che più dispiace è che a pagare il prezzo più alto è il Giro d'Italia, la corsa, l'unica che di tutta questa vicenda non ha colpe e andrebbe rispettata, anche da chi la organizza.
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