Ha passato la novantina, ma la passione e la competenza per quanto attiene al ciclismo è immutata. Parliamo di Giuseppe Castelnovi, una icona per quanto riguarda il giornalismo sportivo e in modo particolare lo sport delle due ruote. Chi vi scrive ha conosciuto Castelnovi alla fine degli anni Sessanta. Ottimo cronista delle pagine de "Il Cittadino", quotidiano cattolico genovese, alla domenica si chiudeva nella piccola redazione del Corriere del pomeriggio, giornale in edicola solo al lunedì che, ovviamente, trattava soprattutto di sport.
ìLa redazione era dove finisce via Brigata Liguria nel centro di Genova, un piccolo edificio tutt'ora esistente attaccato alle storiche Mura delle Cappuccine che fanno parte della storia medievale di Genova. Un luogo non certo felice, la stanza di Castelnovi si affacciava sul muraglione. Forse proprio per questo era solito stare al buio, aiutato nel lavoro dal chiarore, fioco, di una lampada.
Nei giornali all'epoca, forse più di adesso, il lavoro era febbrile, soprattutto per le testate che uscivano al lunedì. Le notizie arrivavano tutte contemporaneamente, dalle 17 in poi. Il lavoro di Castelnovi non era facile, non aveva certo il tempo di fermarsi a disquisire con un ragazzo giunto con la "cartelletta" in mano che trattava di qualche gara minore appena conclusa nel genovesato.
Questo non faceva venire meno la gentilezza e cortesia, il breve dialogo si conclude con: "Grazie, lasciamela, vediamo". L'uscita il giorno dopo non sempre era garantita, la notizia doveva essere incastrata nelle pagine degli sport minori, tra mille altri eventi. Alcune volte ci stava, altre no.
In seguito Castelnovi ha spiccato il volo nel mondo del giornalismo, cosi come l'Airone, il grande Fausto Coppi, di cui Castelnovi era amico. Una carriera folgorante alla Gazzetta dello Sport, primo come corrispondente da Genova, poi presso la sede di Milano dove ha ricoperto il ruolo di capo redattore centrale. Il ciclismo gli è sempre rimasto nel cuore, a cominciare dal Giro dell'Appennino di cui è stato uno dei principali cantori. Numerosi i libri pubblicati soprattutto legati al mondo del ciclismo.
Ieri pomeriggio, martedì 2 maggio, i dirigenti dell' U.S. Pontedecimo Enrico Costa, Silvano Parodi e Fabio Barbieri hanno voluto omaggiarlo con una targa. L'occasione è stata la consegna da parte del presidente del Consiglio regionale della Liguria Gianfranco Medusei del Trofeo che l'ente di via Fieschi mette in palio in occasione del Giro dell'Appennino in programma quest'anno il 2 giugno prossimo. Vista l'età Castelnovi è rimasto comodamente seduto nel suo appartamento di Milano, ma attraverso una telefonata si è materializzato salutando e ringraziando i presenti. A ricevere il riconoscimento i due nipoti Marco e Roberto che vivono a Genova. Tanti valori, alcuni, purtroppo, ormai desueti, quali: onestà, serietà, rispetto, amicizia, gratitudine, accomunati nella foto di rito, nel segno del ciclismo che non scorda mai i suoi indimenticabili interpreti, Giuseppe Castelnovi è senza dubbio uno di questi. Come lo definisce Marco Pastonesi: "L'Ammiraglio giornalista".
Nella foto, da sinistra: Marco e Roberto nipoti di Giuseppe Castelnovi, il presidente del Consiglio regionale della Liguria Gianmarco Medusei e in rappresdentanza dell' U.S. Pontedecimo Silvano Parodi, Enrico Costa (Presidente) e Fabio Barbi
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