La stagione di Manuele Tarozzi - romagnolo di Faenza, classe 1998 e portacolori del Team Green Project - Bardiani-CSF - Faizanè - è iniziata decisamente meglio rispetto allo scorso anno. Nel 2022, infatti, all'esordio tra i professionisti nella Classica Comunitat Valenciana era caduto rpiortando la frattura al grande trocantere sinistro: “La mia stagione qui a San Juan è cominciata sicuramente meglio rispetto all’anno scorso quando mi sono rotto la gamba. Sono felice di come sia andata la prima tappa, l’obiettivo di giornata era andare in fuga e ci sono riuscito, peccato che ci abbiano ripresi a 20 chilometri dalla conclusione. Con la squadra avevamo deciso di entrare nella fuga di giornata perchè, nel caso in cui ci fossero stati ventagli, visto il forte vento che c'era in partenza, ci sarmmo fatti trovare già davanti. Purtroppo nel gruppetto non siamo riusciti a trovare l'accordo ideale e quindi è stato impossibile pensare di arrivare al traguardo. Nelle prossime giornate, l’obiettivo di squadra è riuscire a vincere una tappa con Iker Bonillo e Enrico Zanoncello anche se non sarà facile visto che ci sono i migliori velocisti al mondo. Io personalmente vorrei centrare un’altra fuga con la speranza di arrivare fino al traguardo»,
Manuele, com’è nato il tuo amore per questo sport?
«Vado in bici da quando sono bambino e avevo sei anni. E’ stato un innamoramento lento, poi sono arrivate le prime vittorie, mi divertivo e sono cresciuto giorno dopo giorno insieme a questo sport».
Come descriveresti la bici in tre parole?
«Faticosa, divertente e gratificante».
Da Juniores sei stato in grado di staccare un certo Tadej Pogacar in salita…
«E’ successo ormai un po’ di anni fa, ma si ci sono riuscito. Eravamo in fuga, l’arrivo era in salita e Tadej non ci ha più ripreso».
Come passi il tuo tempo libero?
«L’anno scorso ho fatto il test d’ingresso per la facoltà di psicologia, sono entrato ma non mi sono iscritto perchè ho deciso di dedicarmi completamente al ciclismo. Lo farò però sicuramente in un futuro».
Che ragazzo è Manuele fuori dalle corse?
«Sono un ragazzo socievole, mi piace stare in compagnia e divertirmi».
C’è un corridore in gruppo al quale ti ispiri?
«Julian Alaphilippe e Thomas De Gendt. Sono due corridori molto diversi, infatti sono più simile per caratteristiche a De Gendt, anche lui amante delle fughe».
E la fuga sta diventando il tuo segno distintivo, lo avevamo capito fin dal tricolore del 2022, quando sei stato all'attacco tutto il giorno per chiudere poi in 15a posizione.
«Andare in fuga è faticoso, ma mi piace ed è utile alla squadra. E poi, come insegna De Gendt, a volte si firma l'impresa...».
La corsa più bella del mondo qual è?
«Non è adatta alla mie caratteristiche ma direi la Milano-Sanremo, mi è sempre piaciuta».
A fine stagione sarai felice se…
«Se riuscissi a centrare il primo successo da professionista».
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Vincere una tappa al Giro d’Italia».
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.