La 100ª «Coppa d’Inverno» è stata anche l’atto finale come direttore di corsa di Franco Binda, una vera e propria icona a scacchi biancoblu del ciclismo giovanile ma anche professionistico. Nato il 2 gennaio del 1947 a Barzago nel Lecchese, Binda ha sempre vissuto a Besana Brianza.
Direttore di corsa per 44 anni non sono uno scherzo, ci vogliono passione e amore infinito per la bicicletta. Tutte doti che abbondano in Franco, schivo, umile, capace di “nascondersi” invece di apparire. Una sorta di “difesa” delle sue peculiarità e della sua capacità di ascoltare, capire, leggere negli occhi chi ha di fronte. Sempre senza mai eccedere.
Chi vi scrive con lui aveva un rapporto particolare e unico che portiamo dentro, e che è servito moltissimo per crescere e capire. Prima del via della corsa di Biassono la "Coppa d'Inverno", Binda è stato premiato (la terza volta dopo la "Coppa Agostoni" e il "Piccolo Giro di Lombardia").
«Sono contento di aver concluso qui - ci ha detto -, con le nuove e giuste regole è sempre un delirio rispettare i livelli di sicurezza. Ho notato in questi giorni il grande affetto che ho ricevuto dal ciclismo in generale, non credevo di aver seminato così tanto...».
Umile fino alla fine.
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