Il Record dell’Ora, per la verità, lo hanno già in casa, ma tutti gli sforzi degli ultimi mesi sono stati rivolti al tentativo di sabato, quello di Filippo Ganna al velodromo di Grenchen. In casa Pinarello hanno apparecchiato il tutto nella migliore maniera possibile, fornendo al fuoriclasse piemontese un gioiello di tecnologia e aerodinamica, il Bolide F HR 3D (qui tutti i dettagli tecnici), che l’ingegner Dan Bigham ha potuto testare qualche settimana fa con un prototipo proprio nella pista svizzera.
Stavolta, però, il marchio Pinarello sarà ben in vista e la storica azienda trevigiana spera di poter presto scrivere una nuova pagina di storia: «Siamo pronti! Le indicazioni che ci aveva dato Bigham sono state più che buone e rispetto alla sua bici abbiamo fatto delle minime modifiche a manubrio e cuscinetti – ha detto Fausto Pinarello, appena tornato dalla Granfondo Pinarello edizione Giappone -. È una bicicletta veramente veloce, la rimozione della 'regola 3:1' ci ha permesso di progettare un telaio che riduce al massimo l'area frontale, con i mozzi delle ruote e il movimento centrale più stretti del normale e sezioni di profili aerodinamici più lunghi e più sottili. Il telaio e la forcella della bici sono stati pensati per sfruttare una nuova lega chiamata Scalmalloy, una lega di scandio, alluminio e magnesio ad alta resistenza, un materiale aerospaziale specificamente progettato per la stampa 3D, che era l'unica maniera utile per dare vita a questa bici. Forse in titanio sarebbe stata un po' più leggera, ma avrebbe perso qualcosa in rigidità. In carbonio, invece, era impossibile realizzarla con queste misure e con queste tempistiche». I tempi di realizzazione, infatti, sono stati molto brevi: «A maggio durante il Giro d'Italia ne abbiamo parlato per la prima volta e in 3-4 mesi abbiamo realizzato la bicicletta».
Insomma, Pinarello ha fatto tutto quello che doveva fare, ora tocca Pippo provare ad entrare nella leggenda. Il due volte campione del mondo a cronometro non ha probabilmente vissuto la sua stagione migliore e arriva dal mondiale australiano in cui non è riuscito a performare come avrebbe voluto (qui le parole del suo DS Dario Cioni): «Si fa presto a dargli addosso, ma è più di due anni che è a tutta – ha continuato Fausto -. Con tutti gli impegni che ha avuto è normale che sia un po' stanco e che magari abbia pagato in qualche appuntamento. Il motore però c'è ed è ultra-performante. Il giorno dopo che è tornato dal mondiale australiano era già a Montichiari per preparare il Record e il mondiale su pista, tanto per far capire la mentalità del ragazzo. Se ho avuto paura rinunciasse al Record? Mi sarebbe dispiaciuto, più che altro perché il prossimo anno cambiano i regolamenti e avremmo dovuto ripensare tutto. In queste settimane ha fatto dei test e ha dato il via libera per fare il tentativo, se non fosse stato bene ci avrebbe rinunciato».
Il binomio Pinarello/Record dell’Ora va avanti ormai da quasi tre decenni, visto che il primo a conquistarlo è stato Miguel Indurain con la mitica Espada nel 1994, poi Bradley Wiggins nel 2015, Daniel Bigham e ora Top Ganna. «Se dovesse riuscirci, facendo tutti gli scongiuri del caso, sarebbe la quarta volta che otteniamo il record. Nessun'altra casa costruttrice ci è riuscita e dal punto di vista dell'immagine è qualcosa di molto importante. La pista ti permette di lavorare con le tecnologie più avanzate, di ricercare i miglioramenti anche più minimi dal punto di vista dei materiali e dell'aerodinamica, che poi si rivelano molto utili anche per la strada, e non è un caso che siamo sponsor della FCI fin dagli anni Novanta. Senza voler essere presuntuosi, vogliamo sempre avere la bici più veloce del mondo» ha concluso Fausto, che sarà ovviamente a bordopista a Grenchen.
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