Subito dopo il traguardo Jakobsen è andato ad abbracciare la maglia gialla Lampaert e la gioia tra i due corridori era veramente tanta e soprattutto contagiosa: è lo spirito del Wolfpack. Una vittoria speciale quella di oggi, una vittoria che Fabio Jakobsen aspettava da 15 anni.
«Questo per me è un sogno che si è avverato - ha detto Jakobsen -, aspettavo una vittoria così da 15 anni, da quando ho inizato a pedalare». Per Fabio Jakobsen questa è sicuramente la vittoria più importante dopo l’incidente in Polonia, dopo il quale era stato costretto a trascorrere lunghi mesi in ospedale e a subire diversi interventi chirurgici.
La vittoria per l’olandese è arrivata grazie al lavoro perfetto del team, che lo ha portato nella posizione perfetta per disputare lo sprint. «Per me è stato un percorso molto lungo, ho dovuto fare un passo dopo l'altro per tornare ai massimi livelli. Tutti quelli che mi sono stati vicini sanno che ho fatto tanti sacrifici, ora sanno anche che questi non sono stati vani. Tornare a una gara di ciclismo era già un traguardo per me e ora poter vincere una tappa al Tour è straordinario».
Il successo è arrivato grazie anche al lavoro di Morkov che ha ben posizionato lo sprinter olandese, dopo il grande lavoro di Bagioli, Cattaneo e Lampaert. «La squadra mi ha posizionato bene. Michael Morkov mi ha messo alla ruota di Wout Van Aert e poi il resto è andato bene». Tutto perfetto tranne quel contatto con Peter Sagan: «Negli ultimi metri c’è stato un contatto con Peter ma sono riuscito a riprendere poi anche gli altri due quando mancavano 150 metri al termine della corsa. Vincere al Tour è qualcosa che sogno da sempre: ogni velocista vuole vincere in questa corsa e adesso io ci sono riuscito».
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