Lorenzo Germani è il nuovo campione d’Italia della categoria under 23. Il 20enne ciociaro di Roccasecca è uno dei cervelli in fuga, pardon, di quei “pedali azzurri” che hanno preferito i team forestieri a quelli nostrani. Fin qui nulla di male, ci mancherebbe, non è il primo e non sarà nemmeno l’ultimo, il problema sorge semmai quando verifichiamo una volta di più che i regolamenti ci conducono per mano nella selva oscura dell’ottusità. Per la serie: è la burocrazia bellezza. Quella italiana s’intende, perché noi restiamo degli assi in materia. Se c’è da fare gli Azzeccagarbugli siamo in prima linea, siamo davvero dei Pogacar imbattibili.
Andiamo con ordine. Germani ragazzo di 20 anni che corre per la Continental francese della Groupama FDJ e che quest’anno su trenta gare ne ha corse per lo meno la metà con i professionisti, può disputare il tricolore di categoria (under 23), mentre i ragazzi italiani che corrono un team giovanile professionistico italiano, no (vedi Bardiani CSF Faizané). E questo è già un buon inizio. Basterebbe per prendere questi liberi pensatori del Belpaese per farne un pacco e spedirli da qualche parte nell’universo mondo.
Ma andiamo avanti in ordine sparso: questi ragazzi italiani, che corrono per team di professionisti (sia italiani che stranieri: Baroncini della Trek, se il regolamento glielo consentisse, avrebbe potuto correre la sfida tricolore under 23…), non possono correre. Si dice che devono fare esperienze, che non è il caso di fare le corse del martedì o attorno al campanile e poi facciamo di tutto per chiuderci a riccio, sempre con l’incongruenza: Germani sì, Baroncini no. È uno spettacolo! Lo so, vi sto mandando in confusione, ma state tranquilli: io ci sono da tempo, ma chi ha ordito questi regolamenti va assolutamente fermato. Così come chi si ostina ad applicarli.
Dimenticavo, ciliegina sulla torta: un ragazzo di 19 anni, se convocato con la maglia della nazionale può correre sia l’europeo che il mondiale, poco importa che lo faccia con chi ha corso in pratica tutta la stagione tra i professionisti. Sempre per la serie: per la nazionale va bene tutto, per i club dobbiamo pensare alla loro crescita. E poi ci domandiamo il perché fatichiamo a tirare su corridori e le squadre ne hanno le scatole piene. Se fosse per me ogni volta che queste vanno a correre sarebbero da premiare tutte: sono eroi!
Nota a margine: il prossimo anno nella categoria juniores scomparirà il rapporto fisso: liberi tutti, libero tutto. Per l’Europa-mondo l’età si abbassa e i ragazzi sono quindi sempre più pronti: basta vincoli. Qualcosa da dire ci sarebbe, l’idea non mi fa impazzire, ma questo è quanto. I nostri cervelli che in fuga non ci vanno, ci staranno pensando?