COVID. IL BELGIO CHIUDE LO SPORT AL PUBBLICO, MA IL CICLOCROSS CHIEDE DI AVERE GLI SPETTATORI PER SOPRAVVIVERE

CICLOCROSS | 25/12/2021 | 08:30
di Francesca Monzone

Il ciclocross in Belgio ci sarà, ma ancora una volta il pubblico non potrà essere presente. E’ un duro colpo questo per tutto il movimento belga, che a causa di queste restrizioni dovrà fare i conti con una nuova crisi economica, legata alla mancata vendita dei biglietti. La notizia con i nuovi divieti è arrivata nella serata di mercoledì e tutti gli eventi sportivi, all’aperto o al chiuso, dovranno svolgersi senza pubblico fino ad un nuovo aggiornamento.


Il ciclismo belga è rimasto sorpreso da questa decisione perché, nonostante tutte le precauzioni adottate, il Governo ha deciso di vietare anche a loro la presenza di pubblico.


Le gare di ciclocross si stanno svolgendo orami da mesi e sono sempre state rispettate delle norme molto severe, ma il lavoro non è stato sufficiente: in un Belgio in cui i casi di positività al Covid-19 continuano ad aumentare senza segni di rallentamento, sono state emanate delle nuove direttive più severe.

A rispondere a queste nuove decisioni governative è direttamente Belgian Cycling, che ha chiesto immediatamente la riapertura al pubblico per evitare una crisi del settore, difficile da recuperare. «Stiamo lavorando con un protocollo specifico per il Covid-19 per corridori, dipendenti, membri della giuria e spettatori. Ogni misura di promozione della salute pubblica è stata attentamente monitorata nel ciclismo e, se è stato necessario apportare modifiche al protocollo sanitario, sono state sempre apportate rapidamente e senza problemi, anche grazie alla flessibilità degli organizzatori e degli appassionati di ciclismo».

Un ciclocross senza pubblico in Belgio rappresenta una mancanza di entrate economiche molto importante per gli organizzatori e gli sponsor non possono certamente coprire tutte le spese. Lo scorso anno in qualche modo le corse principali erano state fatte, ma a farne le spese, per esempio, era stato lo stesso Mondiale di Ostenda a fine gennaio.

Secondo quanto riportato dalla federazione ciclistica belga, gli organizzatori sono stati messi al muro per la seconda stagione consecutiva. «Anche in queste terribili circostanze, tutte le parti interessate nell'ambiente ciclistico stanno facendo del loro meglio per offrire ai ciclisti e al pubblico televisivo il massimo dello sport – ha detto Belgian Cycling -: le corse si svolgono all'aria aperta, lungo un percorso dove il distanziamento sociale può essere perfettamente rispettato. Il divieto agli spettatori è quindi infondato e disastroso, in un momento in cui molti appassionati di ciclismo possono vivere da vicino il più popolare degli sport».

Per tanto Belgian Cycling ha chiesto che il provvedimento venga revocato quanto prima, sottolineando la piena disponibilità ad eventuali blocchi nel caso in cui la situazione sanitaria nazionale dovesse peggiorare. A preoccupare è senza dubbio la crisi economica del settore, che senza pubblico perde linfa vitale, perchè ogni corsa richiama migliaia di persone paganti.

La crisi sta prendendo piede e già le prime gare, come il ciclocross serale a Diegem, tappa del Superprestige, vengono annullate. Gli organizzatori hanno spiegato di essere stati costretti a gettare la spugna, perché dopo lo sforzo economico dello scorso anno, adesso non hanno fondi a sufficienza per una nuova corsa senza pubblico e con le spese che ci sono, non sono in grado neanche di garantire un montepremi ridotto ai corridori.

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