Non ci sono feste che tengano per i corridori professionisti, che anche oggi si sono allenati in vista della nuova stagione. Questo pomeriggio l'Astana Qazaqstan Team ha aperto virtualmente le porte del suo ritiro di Altea alla stampa e, mentre fuori dalla finestra della nostra redazione cade la neve, ci ha permesso di collegarci con la ben più mite Spagna.
Vincenzo Nibali che a 37 anni torna ad indossare la maglia celeste, con cui ha centrato i suoi più grandi trionfi tra il 2013 e 2016 (2 Giri d'Italia e il Tour de France 2014 su tutti), in videochiamata appare sereno e motivato. «Questo primo ritiro pedalato sta andato molto bene. Stiamo provando i materiali, prendendo le misure e iniziando ad accumulare chilometri nelle gambe. Ieri e oggi abbiamo svolto dei test con la bici da crono. Stiamo facendo tutto il necessario per partire in buona condizione, il 20 dicembre torneremo a casa con le ore di allenamento fondamentali in vista di gennaio».
Lo Squalo non si è voluto sbilanciare sul suo calendario e, come ripete ormai da qualche anno, chiede di poter correre libero dallo stress. «Ho parlato con il team manager Martinelli e il preparatore Mazzoleni, abbiamo una bozza di calendario, che prevede l'inizio alla Valenciana a febbraio. Per il resto ho delle idee e dei desideri, ma è presto per renderli noti. Non voglio vivere la stagione con la pressione mentale di avere un obiettivo definito da raggiungere, in testa ne ho e non voglio mancarli, ma preferisco tenerli per me».
Beppe Martinelli lo ho paragonato a Ibrahimovic. «In vista del mio 18° anno da professionista sto lavorando e, come ogni inverno, aggiungo qualcosa in più alla mia preparazione. Da quando ho corso in Astana è passato del tempo e sono cambiato: ho aggiunto più palestra, ginnastica, stretching. Ora è più facile seguire i corridori anche a distanza, Martino sa che sto lavorando bene e con costanza. La concorrenza dei giovani è incredibile, ma non mi mancano mordente e voglia di non mollare mai».
Per i grandi giri cosa si aspetta? «Le ultime due stagioni non sono state il massimo quindi è difficile dire quale sarà il mio rendimento nelle corse a tappe di tre settimane. Sono stato anche molto sfortunato, ma gli altri contendenti hanno grande classe e gambe. Quello che mi stupisce di più è Tadej Pogacar, se devo fare un nome è il suo perchè è l'unico in grado di vincere una classica monumento, anzi due (Liegi e Lombardia), oltre al Tour de France». Imprese da Vincenzo Nibali ai tempi d'oro. Se essere competitivo nei grandi giri ogni anno sembra più difficile, una stoccata in una grande classica è ancora un sogno realizzabile. «Io desidero tornare al Fiandre, provare la Roubaix, che però è vicina alla Liegi, quindi tra queste tre classiche quella delle pietre è quella che è più difficile finisca nel mio calendario. Vi farò sapere... Sono felice di essere tornato all'Astana e di avere trovato anche nuovi membri come Bruno Cenghialta. Riguardo al ruolo che avrò in squadra per i giovani per me è una grande responsabilità, mi rivolgono tante domande e mi guardano».
A proposito di ragazzi cresciuti in maglia Astana e su cui Alexander Vinokourov punta in modo particolare c'è Alexey Lutsenko che nel 2022 cerca la consacrazione definitiva dopo un ottimo finale di 2021. «A fine gennaio andrò in altura al Teide, per preparare la nuova stagione che per me inizierà in Europa con Tour de la Provence, Ruta del Sol e Andalucia. A differenza degli anni passati non volerò negli Emirati. Mi preparerò al meglio per le classiche della Ardenne, forse parteciperò al Fiandre, e come sempre poi mi avvicinerò al Tour de France passando da Delfinato».
Un anno fa chiuse nono alla Grande Boucle, quest'anno non nasconde di puntare più in alto. «La top 3 è l'ambizioso obiettivo che ci siamo dati con la squadra. Quest'anno ho provato che posso essere tra i migliori e nulla è impossibile. Lavoro per diventare un corridore da grandi giri, un po' alla volta, svolgendo allenamenti specifici e stando attento anche all'alimentazione» spiega il 29enne di Petropavl che nel 2022 potrebbe puntare anche a una inedita maglia iridata. «Vincere la Serenissima Gravel, la prima gara ufficiale per professionisti di questa disciplina, è stato stimolante. È totalmente diverso dal ciclocross, non si tratta di un'ora ma di tre e mezzo full gas, per cui devi essere al top della condizione. Il ciclismo ha bisogno di eventi di questo tipo. Ho letto che verranno organizzati i mondiali gravel, per me sarà un piacere parteciparvi. Se potrò».
David De La Cruz, new entry dell'Astana, punta forte alla Vuelta a España, in cui ricoprirà il ruolo di capitano ma prima lo vedremo sulle strade del nostro paese. «Il mio programma non è deciso al cento per cento ma in linea di massima sarò al via di Valenciana, UAE Tour, Parigi-Nizza, Giro d'Italia in appoggio a Lopez e Vuelta, il grande giro a cui tengo di più essendo quello “di casa”» racconta il 32enne spagnolo in arrivo dalla UAE Emirates. «In questi giorni mi sto allenando con l'entusiasmo di quando ero neoprofessionista, come allora sogno di salire sul podio di un grande giro e ora penso di avere la maturità giusta per concretizzarlo. Ho scelto l'Astana perchè mi assomiglia, io sono un corridore da grandi giri, aggressivo, e questo team ha la mia stessa filosofia, che sono convinto mi farà bene. Anche i miei compagni ne trarranno beneficio, a partire da Nibali. Scommetto che nel 2022 vedremo un nuovo Vincenzo».
Per concludere ecco i piani di Miguel Angel Lopez, che dopo un anno in maglia Movistar concluso con il discusso ritiro alla Vuelta e la rescissione del contratto, pare aver voltato pagina. «Andrò al Giro d'Italia, per il resto il mio programma è ancora in fase di definizione da parte dei direttori sportivi. Sono felice di essere tornato a casa, di ritrovare Vincenzo, Alexey e altri compagni con cui ho già corso e altri nuovi di talento. La mia sfida è ottenere il massimo con Astana, ho buone sensazioni. In questi giorni stiamo gettando le basi per il nuovo anno e respiro una fantastica atmosfera» afferma Superman, che scoppia a ridere quando gli chiediamo se rimpiange di aver lasciato la formazione kazaka a fine 2020. «I cambi di squadra fanno parte del gioco, nel bene e nel male quella con la Movistar è stata una esperienza che non dimenticherò mai, ma ora guardo avanti e torno a indossare la maglia celeste con grande orgoglio. Con la Astana abbiamo grandi obiettivi, il primo sarà lottare per una tappa e un gradino del podio del Giro, possibilmente il più alto».
foto tratta da www.astanapremiertech.com